16 nov 2012

Brano del giorno: "Gnossienne No. 3"...

... di Erik Satie




Satie: ragazzo ribelle, o comunque difficile, che non riuscì a finire il conservatorio e che si ammalò apposta di bronchite per farsi cacciare dall'esercito, dove aveva ripiegato in mancanza di un vero posto nel mondo. Satie: un minimalista dei tasti bianchi e neri, dadaista... o forse meglio cubista... Insomma: un figlio del suo tempo. (Nacque nel 1866 e morì nel 1925.) 
Le Gymnopédies e affini (a questo tipo di composizioni appartengono le Gnossiennes) sono ancora classificabili nell'ambito della "normalità" romantica - anche se in odore di Ravel e anche se Schönberg e il suo Pierrot lunaire sono già dietro l'angolo. Il massimo del cabaret, dello scherzo picassiano (eppure, anche questa  è Arte con la 'a' maiuscola...) Satie lo raggiunse con Parade, un balletto cubista che rompe con la continuità della forma. E poi tutte le altre sue attitudes excentriques, che sotto la sua regia, e nello spirito del tempo, assumevano un'importanza quasi scolastica. Ad esempio, sullo spartito di Vexations (1893), il compositore scrisse: "Pour se jouer 840 fois de suite ce motif, il sera bon de se préparer au préalable, et dans le plus grand silence, par des immobilités sérieuses." ("Per suonare questo tema 840 volte di seguito, è consigliabile prepararsi in anticipo, in perfetto silenzio, in una seria immobilità.")
Satie ebbe problemi economici e  per questo dovette fare il pianista nei cabaret; e fu anche compositore ufficiale dei Rosacroce ("Ordre de la Rose-Croix Catholique, du Temple et du Graal")... Una vita come un romanzo.

Video sottostante: tutte le Gnossiennes (1-6) nell'interpretazione di Aki Takahashi.

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