30 giu 2013

Bruno Renzi, poeta del pop-jazz

 
                                        Passano gli anni e diventa più lento lo swing...

Se facciamo una ricerca con Google, scopriamo che c'è un Bruno Renzi siciliano, psicologo e autore di libri, e c'è un Bruno Renzi di Aulla (Toscana), raffinato cantautore e pregiato tastierista. Il fatto che l'homepage di quest'ultimo sia in tedesco non sorprende: Renzi è attivo come maestro di musica e performer soprattutto in Germania, e più precisamente in Baviera, ove emigrò alcuni decenni or sono dopo essersi liberato dal giogo di un'azienda che dirigeva a casa propria.

Il Bruno Renzi Trio allo Schlachthof di Monaco di Baviera. Con Renzi: Jochen Enthammer (batteria) e Dave Lewis (basso)

Reggo tra le mani il suo Vita vissuta, album autoprodotto di qualità sorprendente. (Renzi e il suo trio si sono rivolti al migliore produttore e al migliore ingegnere del suono di loro conoscenza, e hanno inciso nel migliore studio della zona...) La prima impressione vale per la tecnica pianistica: ineccepibile. E i testi - prosaici ma tutt'altro che banali - mantengono ciò che promette il titolo del CD: la poesia della verità della vita. Trattasi, insomma, di un'opera romantica con background esistenziale. Toccante, e in parte allegra grazie alla sana autoironia che fa da contrasto al realismo della maturità.

Uno dei tanti poster che testimoniano dell'"attivismo" artistico di questo italiano emigrato

Vita vissuta: amori perduti e l'eterno attaccamento alla vita, al sole, ai sapori. Musica che, come una freccia, raggiunge il cuore.

Renzi è una figura davvero interessante, direi romanzesca. Un barista che, come d'incanto, si trasforma in un musicista serio e in gamba, apprezzato da tantissimi colleghi tedeschi (i quali lo convocano spesso come session man). Ma ha una lunga gavetta alle spalle. Mi racconta che imparò a suonare il piano da bambino, sotto le ali materne ("soprattutto musica classica"), e che poi, arrivato in Baviera e inaugurato un ristorante con la moglie e una coppia di amici, usciva ogni tanto dalla "gabbia" del bar per sedersi a un pianoforte a muro, rallegrando l'atmosfera e/o fornendo ai clienti che desinavano un soundtrack tranquillo e rilassato. Da lì ai primi concerti in terra teutonica il passo fu breve. Oggi è un richiesto artista di pianobar e, insieme al suo trio, si esibisce per piazze e locali.





Al jazz arrivò relativamente tardi - mi dice -, attraverso i contatti con "musici" tedeschi. Come si può arguire dal suo sito www.brunorenzi.de, è di casa in diversi stili. Specificatamente in Vita vissuta, abbiamo un pop raffinato, a tratti jazzato (ma anche no), che si alterna a canzoni (queste sì) tipicamente jazz ("Mi piace più Gualazzi che Paolo Conte", ci tiene a sottolineare). La sua voce? Piacevolissima. Io non ho difficoltà a paragonarla a quella di Chet Baker...


Foto scattata a Ebersberg.
Il Merkur Online ha definito Renzi addirittura "geniale". Una cosa è certa: il suo swing è irresistibile

Vita vissuta: l'ideale per sognare, per rilassarsi, ma anche per riflettere.

░▒▒▒▒▒▒░▒▒▒▒▒▒▒▒░▒▒▒▒▒▒▒▒░▒▒▒▒▒▒░

Per udire SAMPLES , clicca qui!

Samples del progetto Sun in your face qui.

** Contattare Bruno Renzi **

 ░▒▒▒▒▒▒░▒▒▒▒▒▒▒▒░▒▒▒▒▒▒▒▒░▒▒▒▒▒▒░


28 giu 2013

Brano del giorno: "When A Blind Man Cries"

... Deep Purple



(1972 by Blackmore / Gillan / Glover / Lord / Paice)


I Deep Purple furono fondati nel 1968 a Londra da Jon Lord (keyboards, piano) e Ritchie Blackmore (chitarra).
Nonostante vengano ritenuti pionieri dell'heavy metal, approdarono a tale genere solo con il loro quarto album, In Rock, uscito nel 1970 insieme a due altre pietre miliari dell'hard & heavy: Led Zeppelin II dei Led Zeppelin e Paranoid dei Black Sabbath.
L'influenza della musica classica (specialmente nei contributi di Lord) è piuttosto evidente nei Deep Purple; in diversi brani ci sono anche elementi jazz, rhythm'n'blues e soul. Il loro virtuosismo e la loro capacità di innovazione sinergica (mischiando diversi generi) li fa annoverare anche tra le band di rock progressivo (o art rock).

Molti i componenti che hanno fatto parte di questa formazione. Non pochi di loro hanno lasciato per poi magari tornare. Hanno lasciato o... sono stati gettati fuori dall'egocentrico Jon Lord, fino a quando questi annunciò di non voler più suonare hard rock - nel 2002 - e abbandonò lui stesso.
Non pochi dei "fuggiaschi" (o... esondati) si sono ritrovati a suonare in altri gruppi storici. Ritchie Blackmore, che lasciò i Deep Purple in seguito alle insormontabili differenze con il cantante Ian Gillan, fondò i Rainbow (dei quali fece parte Ronnie James Dio, bardo supremo dell'heavy metal e - a quanto pare - inventore del gesto delle corna).



MEMBRI DEI DEEP PURPLE

Jon Lord (il tastierista, nato il 9.6.1941). Dal 1968 al 2002. Morto nel 2012.
Ritchie Blackmore (chitarra, *14.4.45). 1968-75, 1984-93, 1995.
Ian Paice (percussioni, *29.6.48). 1968-76, 1984-oggi.
Ian Gillian (voce, *19.8.45). 1969-73,  1992-oggi.
Roger Glover (basso, *30.11.45). 1969-73,  1984-oggi.
Rod Evans (voce, *19.1.45). 1968-69.
Nick Simper (basso,  *3.11.46). 1968-69.
Glenn Hughes (basso, voce, *21.8.52). 1973.
David Coverdale (voce, *22.9.49).
Tommy Bolin (chitarra, *18.4.51).
Joe Lynn Turner (voce, *2.8.51).
Don Airey (tastiere, *21.6.48). Attuale componente.
Steve Morse (chitarra, *28.7.54). Attuale componente.
Joe Satriani (voce, *15.7.56).



La formazione più recente (o una delle più recenti, per meglio dire):

Don Airey (tastiere), Ian Paice (percussioni), Roger Glover (basso), Ian Gillan (voce) e Steve Morse (chitarra).





22 giu 2013

Brano del giorno: "Contessa"

... eseguita dai Modena City Ramblers



E' una canzone sessantottina, una canzone di Paolo Pietrangeli (vedi video sottostante). La scelgo come brano del giorno perché assai attuale (il mondo è di nuovo in fiamme: Turchia, Brasile, il movimento Occupy... dappertutto la gioventù si ribella), e soprattutto dopo aver visto la puntata di ieri di La guerra dei mondi, su RAI 3.

Nella suddetta trasmissione il pubblico era diviso in due parti: le giovani generazioni contro le vecchie, secondo una "ricetta" ormai largamente collaudata. Il tema: quello del lavoro che non si trova, e non si trova anche perché, nelle università, nelle cliniche ecc. i vecchi baroni si aggrappano alle loro comodissime poltrone circondandosi dei loro pupilli (figli e nipoti, figli e nipoti degli amici ... e via di questo passo).
Argomento rimasticato già numerose volte.
A condire il programma, un attacco al Movimento 5 Stelle di Grillo - come ci hanno ormai abituato i media ufficiali, tutti ovviamente al servizio della casta.

Ciò che mi ha fatto più male è stato sentire una ragazza che si rivolgeva ai "vecchi" più o meno con queste parole: "Voi non volete insegnarci niente... Voi avete esperienza, dunque dovete insegnarci!"

Ma... insegnarvi cosa? Quei borghesi pingui e dalle facce di onanisti dovrebbero insegnare qualcosa a voi, a voi che, come giustamente ha detto Philippe Daverio in chiusura, dovreste invece mettere il mondo a ferro e fuoco, ribellarvi, cambiare ogni cosa?!?
Non vedete com'è ridotto tutto quanto? E se è così, la colpa è proprio di quella vecchia generazione che si è interessata solo ad arricchirsi sfruttando conoscenze, leccando stivali, e spesso scavandosi nicchie di lusso in un sistema compiacente e scialacquone dove la meritocrazia non è mai stata di casa (per tacere della dignità umana).

"Dovete insegnarci...!" 
Incredibile. Normalmente, a venti, a trent'anni, uno si impenna, disubbidisce ai "grandi" e vuole intraprendere un nuovo cammino, magari scoprire strade mai battute prima. Altro che frequentare l'università! Per poi far che? Per diventare come loro? A venti o trent'anni uno va alla scoperta di libri, film e musica che i retrogradi, i conservatori, i reazionari non immaginano nemmeno che possano esistere. Altro che fare salamelecchi ai decrepiti e meno decrepiti reggitori del sistema, ed ereditare le loro stanche e obsolete nozioni!

... Che poi i dinosauri che sono stati mostrati ne La guerra dei mondi non sono affatto ex sessantottini, come qualcuno voleva far credere; semmai sono il loro perfetto contrario! Trattasi proprio di coloro che mai scesero nelle piazze, e che si servirono dell'influenza dei propri padri, dei propri meceni, per ottenere posti sicuri e ben retribuiti.
I sessantottini, o almeno la maggior parte di loro, hanno sempre vissuto ai margini del sistema; molti sono morti e sepolti, e chi è sopravvissuto ancora combatte - o cerca di farlo - nel suo piccolo.

Ho provato rabbia anche per l'intervento della signora beghina (sicuramente originaria del Triveneto, o al massimo brianzola) che urlava come un'ossessa, rivolta ai venti-trenta-quarantenni disoccupati o miseramente precari: "Andate a faticare!"
Che cosa vuoi dire a una così? Meglio tacere. Questi sono individui vuoti dentro: il loro corpo ha trovato sempre nutrimento (fin troppo!), la loro mente mai.

...

E alla fine ecco lui imbracciare la chitarra: Paolo Pietrangeli, autore di "Contessa", "Valle Giulia" e decine e decine di altre canzoni di lotta. 




"Che roba Contessa all'industria di Aldo
han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti
volevano avere i salari aumentati
gridavano, pensi, di essere sfruttati
e quando è arrivata la polizia
quei quattro straccioni han gridato più forte
di sangue han sporcato il cortile e le porte
chissà quanto tempo ci vorrà per pulire."

Compagni dai campi e dalle officine
prendete la falce portate il martello
scendete giù in piazza picchiate con quello
scendete giù in piazza affossate il sistema.

Voi gente per bene che pace cercate
la pace per far quello che voi volete
ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra
vogliamo vedervi finir sotto terra
ma se questo è il prezzo l'abbiamo pagato
nessuno più al mondo deve essere sfruttato.

"Sapesse Contessa che cosa m'ha detto
un caro parente dell'occupazione
che quella gentaglia rinchiusa là dentro
di libero amore facea professione.
Del resto mia cara di che si stupisce
anche l'operaio vuole il figlio dottore
e pensi che ambiente che può venir fuori
non c'è più morale, Contessa."

Se il vento fischiava ora fischia più forte
le idee di rivolta non sono mai morte
se c'è chi lo afferma non state a sentire
è uno che vuole soltanto tradire
se c'è chi lo afferma sputategli addosso
la bandiera rossa gettato ha in un fosso.

Voi gente per bene che pace cercate
la pace per far quello che voi volete
ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra
vogliamo vedervi finir sotto terra
ma se questo è il prezzo l'abbiamo pagato
nessuno più al mondo deve essere sfruttato.

Ma se questo è il prezzo l'abbiamo pagato
nessuno più al mondo deve essere sfruttato.

20 giu 2013

Brano del giorno: "Woke Up This Morning"

... degli Alabama 3



La voce sembrerebbe quella di Leonard Cohen, più o meno, ma questa non è una canzone del bardo di Montreal, né è lui a cantarla. L'autore di "Woke Up This Morning" è il frontman degli A3 (in Inghilterra e anche da noi più noti come Alabama 3), Rob Spragg, che venne ispirato da un fatto di cronaca.
Nel 1996 Sara Thornton accoltellò a morte il marito dopo aver subito per vent'anni abusi, violenze e umiliazioni di tutti i tipi.

You woke up this morning
Got yourself a gun,
Mama always said you'd be
The Chosen One.

She said: You're one in a million
You've got to burn to shine,
But you were born under a bad sign,
With a blue moon in your eyes.

You woke up this morning
All the love has gone,
Your Papa never told you
About right and wrong.

But you're looking good, baby,
I believe you're feeling fine, (shame about it),
Born under a bad sign
With a blue moon in your eyes.

You woke up this morning
The world turned upside down,
Thing's ain't been the same
Since the Blues walked into town.

But you're one in a million
You've got that shotgun shine.
Born under a bad sign,
With a blue moon in your eyes.

When you woke up this morning everything you had was
gone. By half past ten your head was going ding-dong.
Ringing like a bell from your head down to your toes,
like a voice telling you there was something you should
know. Last night you were flying but today you're so low
- ain't it times like these that make you wonder if
you'll ever know the meaning of things as they appear to
the others; wives, mothers, fathers, sisters and
brothers. Don't you wish you didn't function, wish you
didn't think beyond the next paycheck and the next little
drink' Well you do so make up your mind to go on, 'cos
when you woke up this morning everything you had was gone.

When you woke up this morning,
When you woke up this morning,
When you woke up this morning,
Mama said you'd be the Chosen One.

When you woke up this morning,
When you woke up this morning,
When you woke up this morni
ng,
You got yourself a gun. 




L'altro autore della canzone è Jake Black (da non confondersi con Jack Black, l'attore-rockettaro!).

L'album da cui è tratta: Exile on Coldharbour Lane (1997).

"Woke Up This Morning" è la sigla della serie televisiva Sopranos (su una famiglia italo-americana dedita a... affari di mafia, diciamo così; con buona pace dei tanti italo-americani onesti che ne hanno abbastanza di essere sempre classificati come mafiosi!).

19 giu 2013

E' morto Claudio Rocchi

Aveva solo 62 anni. Dopo gli inizi da bassista con gli Stormy Six, intraprese una carriera da cantautore misticheggiante

 

"L'arancia è un frutto d'acqua"


Claudio Rocchi, la cui notorietà aveva raggiunto il picco all'inizio degli Anni Settanta, è morto a Milano per una malattia degenerativa incurabile. 
Milanese proveniente da buona famiglia, nasce l'8 maggio 1951. Inizia a suonare nella seconda metà degli Anni '60 con Gli Sconosciuti, poi entra negli Stormy Six (gruppo storico milanese di rock politico).
E' conduttore radiofonico nei programmi Per voi giovani (mitica trasmissione innovativa, quasi sovversiva, che diffuse le nuove correnti musicali) e Pop-Off. Nel suo spazio radiofonico si può ascoltare musica psichedelica, spesso con sonorità dell’India.

"Le isole e i pianeti"


Dà la stura alla carriera solistica pubblicando nel 1970 - e dunque a soli diciannove anni - Viaggio.
A Viaggio collaborano Mauro Pagani e Annie Lerner (sorella di Gad). Si sente benissimo che i riferimenti di Rocchi erano il folker inglese Roy Harpert (maestro di Syd Barret e dei Soft Machine), Donovan e Bob Dylan. Viaggio vince nel 1971 il premio della critica discografica.
Ma il suo album migliore viene ritenuto Volo magico n. 1 (1971).  Una musica intensa e celestiale, poi adoperata come sigla identificativa della prima radio libera di informazione milanese: Radio Milano Centrale (oggi nota come Radio Popolare).


... e tu ti fumavi
la gioia di essere riuscito a fuggire di casa
portandoti dietro soltanto la voglia 
di non ritornare.
(da "La tua prima luna", nell'album Viaggio)



[Curiosità: la sua propendenza all'ascesi lo ha indotto, tra le altre cose, a ben 15 anni di astinenza sessuale...]





In Volo magico n. 1 suonano tra i migliori musicisti della scena milanese (c'è un giovanissimo Alberto Camerini alla chitarra...). Grazie a quel disco, Rocchi diventò una presenza costante in tutti i raduni rock, come i Festival di "Re nudo".

Ma le fughe, le avventure, non finiscono mai. Fonda la prima radio libera del Nepal (The Himalayan Broadcasting Company), di cui fu direttore per tre anni. Aveva aderito all'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna, fondando e dirigendo il network nazionale RKC (Radio Krishna Centrale). Era stato anche monaco induista e negli ultimi anni aveva tentato - con scarso successo - il ritorno alla discografia.




Claudio Rocchi intervistato da Franco Battiato

17 giu 2013

Jan Anderson stasera al Gru Village di Torino

Viaggio retrospettivo nel repertorio dei leggendari Jethro Tull

GruVillage, Grugliasco - Ore 21,30
Via Crea 10  
Tel: 011/770.96.57

Al via l’estate rock, pop e jazz a Grugliasco con il live di  Ian Anderson & band. La stagione di concerti del GruVillage vedrà esibirsi anche anche Sud Sound System, Ficarra e Picone, Alan Parsons live project, Raphael Gualazzi, Skunk Anansie, Geoerge Benson e molti altri. 

Concerto Ian Anderson a Torino al Gru Village 2013 Eventi a Torino

Ha da poco celebrato il quarantennale dell'album Thick As A Brick con un tour mondiale e già si prepara agli ennesimi concerti da tutto esaurito. Ian Anderson è una leggenda anche grazie al gruppo Jethro Tull, formatosi nel 1965 e prepotentemente entrato nella storia della musica.
Il "pifferaio magico" proporrà pezzi noti come "Aqualung", "Thick As A Brick" e "Locomotive Breath".
I prezzi dei tagliandi per ascoltare Ian Anderson sono divisi in tre fasce. Si parte dalla platea numerata al costo di 40 euro, passando per la poltrona numerata a 49,50 euro e, per finire, la poltronissima numerata a 55 euro.
Nel 2012 Ian Anderson ha pubblicato un nuovo disco dal titolo celebrativo, Thick As A Brick 2. Molti dei brani saranno riproposti nel nuovo tour, partito il 15 aprile in Giappone, che lo porterà in giro per il mondo fino al 20 dicembre. In Italia sono previste tre date a giugno. Il 17 giugno sarà sul palco del GruVillage come detto, il 18 a Villafranca di Verona e il 20 al Foro Italico di Roma.

PROGRAMMA COMPLETO DI GRUVILLAGE 2013




Paolo Ferrari su La Stampa ha chiesto a Ian Anderson:

Quali differenze ci sono tra il concerto estivo e quello che proponeste lo scorso anno al Teatro Colosseo?
«Allora lo show era legato a un disco dei Jethro Tull in particolare, “Thick As A Brick”, che compiva 40 anni. Ora il live coinvolge più in generale i dischi che incidemmo negli Anni Settanta. Lo portiamo quest’estate in tutto il mondo, dall’Italia all’Islanda e a Hong Kong. È inevitabilmente più vario e ci divertiamo un sacco, la prendiamo come una vacanza estiva dopo aver passato più di un anno concentrati su un repertorio più vincolante».
Che ricordo ha dell’Italia degli anni Settanta, era visto come un posto pericoloso per i concerti rock a causa delle rivolte e del movimento degli autoriduttori?  
«Se guardo come vanno le cose in Inghilterra, e il discorso è facilmente estendibile all’Italia, temo che le rivolte siano di nuovo dietro l’angolo. Ci sono troppi giovani senza lavoro, gravi problemi sociali ed economici, e sulla polveriera confluiscono elementi come l’immigrazione e l’estremismo religioso. Mi preoccupano di più gli sviluppi futuri di quanto accadeva a quei tempi».

C’è un grande ritorno del progressive rock, genere (Jethro Tull, Yes, Genesis, Emerson Lake & Palmer…) che pareva spazzato via dal punk. Ne è sorpreso?
«Non proprio. Ci sono sempre persone che vogliono ascoltare idee più grandi, ancora altra musica evoluta. poi non dimentichiamo che Johnny Rotten dei Sex Pistols era un fan di “Aqualung”, uno dei dischi storici dei Jethro Tull, e che io lo vidi di persona congratularsi reciprocamente con Phil Collins».





Potrebbe interessarti: http://www.torinotoday.it/eventi/concerti/concerto-ian-anderson-torino-gru-village-2013.html
Seguici su Facebook: http://www.facebook.com/TorinoToday


Sui Jethro Tull, leggi questo nostro articolo (Topolàin)

... e questo di Armando Polli (Giornale di Bordo)


16 giu 2013

Brano del giorno: "Fire on the Mountain"

... dei Grateful Dead. Cover by Jack Straw




I Grateful Dead su Archive.org: materiale a iosa da downloadare



Da qualche tempo a questa parte, i Grateful Dead hanno messo a disposizione la loro propria biblioteca di concerti dal vivo. [Qua il link.]

                                                       
Gli shows della band di San Francisco disponibili su Archive.org abbracciano quasi un trentennio; si va infatti dal concerto all'Avalon Ballroom del 1967 a quello tenutosi al Soldier Field del 1995. Ma sul sito in questione stanno per essere aggiunti altri "liberated bootlegs" di più recente data...
    
    
         
    


Una breve storia dei "Dead"

Verso la metà degli Anni 60, la città di San Francisco e un po' tutta la California erano popolate da hippies; circolavano marijuana e acido lisergico e gli "happenings" assumevano proporzioni sempre piú gioiose e quindi preoccupanti per i reggitori del sistema.
Fu in quello scenario che Jerry Garcia (1942-1995) mise insieme i Grateful Dead. Folk, blues. rock psichedelico: queste le coordinate entro cui agì il gruppo, che di fatto fu più un collettivo musicale che una band nel senso stretto del termine. (Nei primi anni, i Dead curavano anche una sorta di comune al 710 di Ashbury Street, fornendo pasti gratis, alloggio, intrattenimento musicale e cure mediche a tutti coloro che si presentavano...) Leggendari i loro concerti dal vivo, caratterizzati da improvvisazioni sul palco e dall'atmosfera felicemente anarchica.
Quelle loro esibizioni live, "caotiche", sferraglianti e nel contempo magiche, non potevano essere pressate nello spazio fisico di un disco, né replicate in studio. Per capire quant'era grandioso ed eclettico il gruppo, bisognerebbe ascoltare almeno metà della loro sconfinata discografia. Il miglior periodo è sicuramente quello dell'etichetta autogestita. Vi consiglio l'album Blues for Allah (1975), contenente il pezzo "weird" omonimo nonché le songs/suites "Franklin's Tower", "Crazy Fingers" e "Sage & Spirit". (Più che di canzoni si tratta di Stücke che mescolano bravura artistica a slancio palingenetico.) Se preferite le "ballads", vi si addice maggiormente il disco dell'anno prima, il 1974: Grateful Dead From The Mars Hotel, dove ci sono "China Doll" e "Ship Of Fools" (melodie struggenti).
Se invece volete mettere insieme una collezione che raccolga i brani migliori della band attraverso i tre decenni di attività, ecco un'utile lista:

1) Sugar Magnolia
2) St. Stephen
3) Ripple
4) Brokedown Palace
5) China Doll
6) Ship Of Fools
7) Franklin's Tower
8) Crazy Fingers
9) Sage & Spirit
10) The Music Never Stopped
11) Uncle John's Band
12) Playing in the Band
13) Looks Like Rain
14) I Will Take You Home
15) Dark Star

      Sito ufficiale

      The Jerry (Garcia) Site

13 giu 2013

Brano del giorno: "Vivaldi"

... dei Curved Air





Una delle prime rock band ad usare un violino (Darryl Way).
La cantante era - ed è - Sonja Kristina. (Ma questo è un brano strumentale, non cercatela qui!)