31 dic 2017

La webradio per divertirsi a Capodanno...

... e anche gli altri giorni.


Eccola!

Mettete su questa webradio, la .977Oldies, che suona solo hits degli anni '50 e '60. 



Dalle ballate soul e rhythm & blues, attraverso lo scatenato rock'n'roll di Chuck Berry fino alle songs più romantiche e a quelle più divertenti, .977Oldies offre una carrellata di evergreens senza soluzione di continuità!



.977Oldies trasmette sul web all'indirizzo

http://977oldies.radio.net/ <--------

Buona musica a tutti!



 ... e Auguri!

2 dic 2017

Prog Rock: nuove realtà italiane

Il Rumore Bianco e gli Aliante






Con Antropocene ci colpisce, in piena coscienza, il lavoro di un giovane gruppo veronese che, oltre a poter essere considerato "impegnato", ci ricorda, anche in campo musicale, gli Area. Ma al primo riascolto persino i vecchi nostalgici comprendono benissimo che qui abbiamo a che fare con una realtà emancipata e ben piantata nel presente. Antropocene è un grandioso lavoro jazzrock / progressive con testi da ascoltare intentamente. Una band assolutamente da seguire, non solo da consumare en passant. Prevedo infatti che il loro discorso sarà sviluppato e ci accompagnerà, dunque, per molti anni. Sopra a tutti gli altri strumenti spiccano qui l'organo Hammond di Thomas Pessotti e il sax di Michele Zanotti. L'impressione generale, il suggerimento che ci danno i componenti de Il Rumore Bianco (insieme a diverse altre formazioni attuali) è che, dopo la felice ripresa rockettara degli Anni Novanta - a cancellare i sintetici e perlopiù qualunquisti Ottanta -, con gli Anni Dieci del Terzo Millennio abbiamo di nuovo, finalmente, un ritorno alla grande (volutamente o meno da parte dei protagonisti) degli Anni Settanta: back to the angosce metropolitane che sfociano in impulsi di ribellione.
Il Rumore Bianco: grande tecnica, encomiabile volontà e indubbia capacità di lanciare messaggi in connessione diretta con le anime "perdute" ma non rassegnate. 




***




Altro grande album questo! E trattasi indubbiamente di debutto discografico "con il botto".

Enrico Filippi (tastiere), Alfonso Capasso (basso) e Jacopo Giusti (drums) sono toscani (Livorno e Pisa che si tendono la mano!) e il prodotto di qualità che hanno sfornato ci rende curiosi sul curriculum dei singoli, giacché pare impossibile che il "bendiddio" contenuto in Forme Libere giunga dal nulla. E... sì, scopriamo che, congiuntamente o da soli, i tre di Aliante (da molti già denominati "i nuovi ELP italiani"... banalmente!) hanno già fatto abbastanza gavetta nell'ambito jazz e progressive rock. L'album, oltre a rinunciare alla chitarra, si presenta privo di canto (a parte il Recitato iniziale) - e tuttavia ci "canta" talmente tante cose che ci innamoriamo delle singole tracce come fossero canzoni udite alla radio. Non lasciatevi però ingannare da questa considerazione un po' cervellotica (tipica di Topolàin): in fatto di suoni, qui siamo a livelli di creatività alta, e, se si ha un certo abbassamento di tensione in direzione New Age o comunque musica più easy, è nel solo brano n.8, l'ultimo, che reca il titolo "San Gregorio"... almeno fino a quando non parte la galoppata prima della "reprise" del tema centrale, galoppata dove il synth di Filippi ci richiama tutti all'ordine - quasi subito seguito dalla pariglia basso+batteria - riacquistando altitudini da Parnaso del free jazz.
Un vero piacere e un onore possedere questo disco! (Personalmente, l'ho preso per adesso in formato digitale, per inserirlo sui miei vari "dispositivi"...) Le mie tracce preferite sono "Kilowatt Store" e "L'ultima balena": da paura, quanto questi musicisti sono bravi! Ma ci sarebbe da ergere a pilastri anche "Tre di quattro" (che contiene una bella parentesi "romantica"), "Etnomenia" con le percussioni in gran risalto, "Kinesis" (dalla struttura complessa)... eccetera!


***


Ecco dal vivo Il Rumore Bianco...

... e gli Aliante

25 nov 2017

Amazing Blondel

Nessuno, ascoltandoli la prima volta, si sognerebbe di catalogare gli Amazing Blondel come gruppo rock, né tantomeno "progressive". Eppure il loro nome compare in diversi registri, elenchi e libri dedicati proprio al prog. Sarà perché furono attivi principalmente in un decennio (gli Anni Settanta) in cui nascevano numerose band "anomale" e ciò che non era musica di puro consumo veniva considerato "fuori di testa", sperimentale, obliquo... e spesso - appunto - "progressivo". Io comunque imparai a conoscerli e amarli ascoltando l'unico loro album che sembra accennare a una svolta, a un avvicinamento ai canoni delle canzoni pop, e che quindi fece storcere la bocca ai puristi del folk. Blondel, il titolo.

Ripropongo qui un articolo già pubblicato su Topolàin e che prendeva lo spunto da una loro canzone (contenuta in Blondel) da me particolarmente apprezzata: "Depression".








Gli Amazing Blondel sono un gruppo folk che predilige creare atmosfere medievali-elisabettiane. 


Blondel è il loro album più ricco per creatività melodica (secondo Topolàin, bien entendu!) e contiene canzoni "classiche", contrariamente ad altre loro opere basate su ballate lunghe. Ogni volta che ascolto Blondel vengo invaso da una grande pace, mista a un'allegria intima e anche un po' esaltata: fa parte infatti delle mie "importanti" scoperte adolescenziali, tutte destinate a restare con me e ad accompagnarmi sull'intero percorso esistenziale (scoperte che non si limitano alla musica, naturalmente: anche prodotti letterari e film a iosa).


Fondati nel 1970 da John David Gladwin, Terence Alan Wincott  e Edward Baird, gli Amazing Blondel divennero ben presto celebri oltre i confini del Lincolnshire, acquisendo una discreta popolarità anche in Italia e nei Paesi Scandinavi. I tre musici inglesi fanno uso di liuto, corno, spinetta, campane tubulari, tamburi e altri strumenti di origine medievale o comunque rinascimentale, pur non rinunciando a un'impronta musicale più moderna rispetto a bands analoghe - ad es. i Gryphon.



Gli Amazing Blondel su MySpace


Dopo la registrazione dell'album England (1972) e l'ennesimo scarso riscontro commerciale, Gladwin decise di abbandonare il gruppo, che quattro anni più tardi, nel 1977, annunciò lo scioglimento.
Ma, come spesso accade nell'universo "progressive", la saga dei Blondel era destinata a non terminare ancora. Trascorsero due decenni e l'interesse del pubblico si risvegliò in maniera talmente vivace (grazie all'etichetta Edsel che ripropose tutti i loro lavori su CD) che il trio si riformò, anche se, a conti fatti, non diede tantissimi concerti e anche se in talune occasioni, per via delle defezioni di Gladwin, si ridusse a un duo (Wincott e Baird, e dunque i due che nel '73 realizzarono da soli Blondel, questo misconosciuto scrigno di piccoli gioielli).





La loro homepage ufficiale (http://www.amazingblondel.com) è stata chiusa, dopo che per anni ha mostrato un ultimo comunicato risalente al maggio 2008... Ma esistono diversi fan che mantengono ancora viva la fiamma. Un sito su tutti: http://www.gaudela.net/blondel/











28 ott 2017

Novità dal fronte degli Spock's Beard

L'anno scorso gli Spock's Beard sono stati presenti alla Morsefest di Nashville per riproporre Snow, opera-cardine della loro carriera, e, proprio come nella loro esibizione al Night Of The Prog (sempre nel 2016), sono saliti sul palco tutti i "Beards" di ieri e di oggi, dunque anche il fondatore Neal Morse e il batterista Nick d'Virgilio.


Ecco Snow suonato alla Night Of The Prog della Loreley (Germania) (il video presenta solo i primi 15 minuti):





Adesso la registrazione dello Snow nashvilliano uscirà in diversi formati e diverse combinazioni: 2 DVD + 2 CD, 3 LP, 2 Blu-ray e, dulcis in fundo, il pacchetto più "pesante", contenente 2 DVD + 2 CD + 2 Blu-ray.
Data d'uscita prevista: il 10 novembre.

***

Rinfreschiamoci la memoria e sentiamo com'era Snow in versione studio:

Snow Part 1



Snow Part 2




***

Snow (Live) degli Spock's Beard su Amazon



15 ott 2017

Al Kooper: jazz, blues, rock!

Salve e benvenuti di nuovo alla  domenica jazzistica di Topolàin!

"Di nuovo" è un eufemismo, dato che questo appuntamento si sta facendo sempre più raro, causa altri impegni dello stesso Topolàin. Comunque eccoci qui e, come spesso in passato, il settimo giorno della settimana lo vogliamo consacrare al jazz.

Oggi con... Al Kooper, chitarrista e tastierista newyorchese. E qui siamo dunque in realtà nella zona tangenziale tra jazz e blues, blues e rock.




Kooper, nato a Brooklyn nel 1944, è considerato uno dei grandi innovatori della musica popolare, avendo integrato nei suoi album (a partire dal 1969) e in quelli da lui prodotti diversi rumori di sottofondo, parti orchestrali, nonché cori arrangiati in maniera particolare, sempre nel nome di un rock influenzato da blues e jazz. È stato tra l'altro producer dei Lynyrd Skynyrd, di The Tubes e co-fondatore dei Blood, Sweat & Tears. 

Il suo vero nome è Alan Peter Kuperschmidt e già a 14 anni suonò in un gruppo rock'n'roll: The Royal Teens, che con "Short Shots" riuscirono a piazzarsi al terzo posto della hit parade statunitense. Presto fioccarono le richieste per avere Kooper come "sessionista". Intanto, insieme a Bobby Brass e Irwin Lewine scrisse diversi hits, tra cui "This Diamond Ring", che divenne un Numero Uno per Gary Lewis & The Playboys. 

Nel 1965 lavorò - così come Mike Bloomfield - all'album di Bob Dylan Highway 61 Revisited (l'organo di "Like A Rolling Stone" viene suonato da Kooper). Nel 1966 fu il direttore musicale di un altro album di Dylan: Blonde on Blonde.
La sua collaborazione con il "menestrello di Duluth" continuò anche negli anni successivi, estendendosi ai concerti dal vivo. Altri artisti che lo vollero al loro fianco, in studio e/o sul palco: Jimi Hendrix, i Rolling Stones, The Who.

Al Blues Project del chitarrista Danny Kalb si unì nel 1966. Di quella formazione che univa blues, folk e jazz facevano inoltre parte Steve Katz (chitarra), Andy Kulberg (basso) e Roy Blumenfeld (batteria). Mentre in Gran Bretagna già negli Anni Cinquanta il blues andava incontro ai favori del pubblico (grazie anche all'attività di Alexis Korner e Cyril Davies), in America arrancava, e il Blues Project non ebbe il successo sperato. 

Appena un anno dopo Kooper abbandonò il gruppo per formare Blood, Sweat & Tears: fu il battesimo del jazz-rock!
I Blood Sweat & Tears debuttarono al caffè newyorkese Au Go Go come apri-pista dei Moby Grape. Il pubblico andò in visibilio per il mix di jazz, blues, soul e rock presentato da Kooper & Co. La formazione consisteva nel suddetto Al Kooper (trastiere e canto), Jim Fielder (chitarra, basso), Steve Katz (chitarra), Bobby Colomby (batteria) e in più una nutrita sezione di fiati (Fred Lipsius, Randy Brecker, Jerry Weiss e Dick Halligan). 




Nel '68 Al Kooper si unì a Stephen Stills e Mike Bloomfeld registrando l'album Super Session, che ebbe parecchio successo. A Super Session seguì il vivo Live Adventures of Al Kooper and Mike Bloomfeld, dove si registra una delle prime apparizioni di Carlos Santana. 




I successivi dischi di e con Al Kooper non vendettero molto, e il musicista si limitò a produrre altri artisti e bands (The Tubes, Nils Lofgren, Lynyrd Skynyrd...). Nel 1997 accettò un posto di docente alla rinomata Berklee School of Music di Boston.



Sono uscite nel corso dei decenni diverse antologie e collezioni delle sue canzoni. Soltanto nel 2005 Kooper tornò a registrare un album, dopo quasi trent'anni: Black Coffee. La critica si sprecò in elogi ma l'album non raggiunge cifre di vendita eccezionali. Nel 2008 uscì White Chocolate, la sua ultima fatica. 


3 ott 2017

Commiato da un altro Grande della musica rock


Il progetto Travelling Wilburys (comprendente Petty, Dylan e G. Harrison) fu il vero capolavoro della sua vita.


Era americano di origini indiane ed ebbe un'infanzia difficile a causa del padre "manesco". Qualcuno una volta gli bruciò la casa in California, mezzo rovinandolo. Aveva appena dichiarato alla rivista Rolling Stone che lui e gli Heartbreakers non avrebbero fatto più tournée, a causa dell'età avanzata.

Le sue canzoni più belle: "Into the Great Wide Open", "Free Fallin'", "Refugee", "Learning to Fly", "Don't Come Around Here No More", "Mary Jane's Last Dance", oltre ovviamente quelle con i Wilburys. 
R.I.P. grande Tom Petty.






I post di Topolàin su Tom Petty: 






..





..

.

30 set 2017

"Imprescindibile", per dirla con GM Zanier: il Prog Rock su webradio

La trasmissione si chiama Prog & Dintorni e va in onda ogni venerdì sera, dalle 21 alle 23, su 



Gli appassionati che si danno appuntamento online, settimana per settimana, sulla Boxline (sulla chat), non sono pochi, e una parte di loro fa parte degli insiders, dei diretti interessati, ovvero degli stessi musicisti; con la presenza supplementare di qualche responsabile di etichetta discografica. 

Nei giorni di "riposo" è attivo su Facebook il gruppo Prog 2.0, intorno al quale gira tutto il "discorso" sui nuovi gruppi italiani e stranieri, con ampie panoramiche sulla storia del "nostro e vostro" progressive rock. 

La trasmissione del venerdì condotta da Zanier si focalizza sui complessi attuali oltre che su ogni cosa che ha contribuito a smuovere le acque del progressive nel nuovo millennio, in primis in Italia. Non sono poche infatti le band nostrane, formate da giovani e meno giovani amanti dell'artrock, del prog, in fervente attività. Basti pensare che si registrano uscite di nuove opere su CD - qualcuna anche su vinile - a cadenza quasi vertiginosa. (Eppure, la buona musica non è mai abbastanza...)

GM Zanier e le sue collaboratrici Anna (Anna Biscari, notevole nella cura dei contenuti multimediali) e Tiziana (Tiziana Radis, cantante e maestra vocalist che, da buona conoscitrice nonché protagonista della scena progressive, funge spesso da intervistatrice e inviata speciale) si prodigano su diversi fronti. Occorre infatti sapere che, alle spalle del programma web-radiofonico c'è innanzitutto la rivista Prog e, oltre al già citato Prog 2.0, esistono un altro paio di gruppi su FB dedicati appunto a questa particolare sezione della musica, ricca a sua volta di categorie e sottocategorie.

Ecco una copertina della celebre rivista Prog Italia, anch'essa "imprescindibile"



Prog & Dintorni fu inizialmente una piccola parentesi musicale di un'ora nel vasto palinsesto di Radio Vertigo 1 e, si sa, un'ora fa in fretta a trascorrere, visti i contenuti (il prog non è costituito da canzonette veloci bensì da brani talora vasti, epici). Finché i responsabili della webradio, prendendo nota dell'interesse crescente del pubblico (grazie alla bravura e le straordinarie conoscenze sul tema di Gianmaria Zanier), non hanno concesso un'ora supplementare, oltre a un aumentato e migliorato supporto tecnico. 

La radio in questione (fisicamente sita nell'Alessandrino) offre un bel studio (il venerdì sera è possibile seguire Zanier anche attraverso una "live camera") e ha ulteriormente perfezionato le sue piattaforme sia per PC sia per telefonini (offrendo un'app funzionante e dunque "imprescindibile"; ed è proprio sull'app che io preferisco seguire Prog & Dintorni, mentre spesso lascio aperto il chat - o "Boxline" - sul computer fisso o sul notebook, ritrovandomi dunque a spaziare in più dimensioni).


Una conduzione piacevole e colta: GM Zanier. "Avanti e indietro nel tempo"


Per chi volesse farsi un'idea "a prescindere" (altra espressione usata volentieri dal simpatico speaker), c'è il podcast di Prog & Dintorni, che si presenta come una vera enciclopedia sonora del genere, con i riferimenti ai gruppi "classici" (molti dei quali hanno festeggiato la reunion in anni recenti) e la presentazione delle formazioni odierne (jazzrock, classicheggianti ma tante di esse anche incredibilmente e coraggiosamente avanguardistiche).



 
Zanier in quello che è il suo ambiente naturale: lo studio radiofonico (immagine tratta dalla live camera di RV1)



Coscienza di Zeno, Accordi Dei Contrari, Ingranaggi della Valle, Arti & Mestieri, PFM, Banco, Progressivamente, La Casa di Alex, Monkey Diet, Quarto Vuoto, Consorzio Acqua Potabile & Alvaro Fella, Rosenkreutz, Perfect Pair, D.F.A., Slivovitz, Porcupine Tree, Le Orme, Aldo Tagliaferro, Unreal City, Phoenix Again, Jumbo, Finisterre, Andrea Orlando, Frank Zappa, Genesis, Gentle Giant, Pink Floyd, King Crimson, Real Dream, Gleemen, Garybaldi, Canterbury, Caravan, Camel, Acqua Libera, Brand X, Van Der Graaf Generator, Zuffanti, Avenoth, Opra Mediterranea, Randone, Steve Hackett, Jenny Sorrenti, Barock Project, Semiramis, Biglietto per l'Inferno, Isproject, IZZ, Flower Kings, Syd Arthur, Lucio Fabbri, Flea on the Etna, Gianni Nocenzi, La Bocca Della Verità, Alan Sorrenti, Eugenio Finardi, Il Castello Di Atlante, Richard Sinclair, Aliante, Quanah Parker, Il Rumore Bianco, Magenta, IQ .....

8 set 2017

UK - Danger Money (full album)

Questo post è in onore di John Wetton, che è morto dopo rapidissima e inesorabile malattia. E inutile ricordare che ci hanno lasciato, in tempi recenti, altri due giganti del progressive rock: Allan Holdsworth e Greg Lake.
Ars Longa Vita Brevis.





Danger Money (1979), secondo album degli U.K.
Dopo la partenza di Bill Bruford e Allan Holdsworth, l'originario quintetto accettò la scommessa di produrre un album come trio... e il risultato fu più che soddisfacente, come possiamo sentire.

Da sinistra: Jobson, Wetton e Bozzio


Track listing:
01 - Danger Money - 0:00 02 - Rendezvous 6.02 - 8:14 03 - The Only Thing She Needs - 13:14 04 - Caesar's Palace Blues - 21:08 05 - Nothing to Lose - 25:54 06 - Carrying No Cross - 29:52



Eddie Jobson - keyboards, electric violin 
John Wetton - lead vocals, bass, guitar 
Terry Bozzio - drums, percussion

3 set 2017

Peter Gabriel live at Rockpalast.



Peter Gabriel - voc/piano Tony Levin - voc/bass Jerry Marotta - drums/voc Sid McGuiness - guit/voc Larry Fast - keyb Timmy Capello - keyb/sax 0:00 Introduction 1:16 On The Air  7:06 Moribund The Burgermeister  12:29 Perspective  16:39 Here Comes The Flood  20:29 White Shadow  25:22 Waiting For The Big One  32:01 (introducing the band) 33:12 Humdrum  37:13 I Don't Remember  42:35 Solsbury Hill  47:45 Modern Love  53:31 The Lamb Lies Down On Broadway 





Oooh, yes! Anche dopo i Genesis è rimasto incredibilmente creativo e fantasticamente "in contatto" col suo pubblico.
Grazie, Peter, per tutte le belle canzoni. Grazie, pifferaio di Hamelin! Hai dimostrato che nella parte compositiva dei Genesis tu mettevi tanto della tua fantasia e della tua visione della vita. E anche successivamente, non hai mai mancato di rispetto a chi ti andava / ti va dietro.


Every morning I'm out at dawn with the dwarfs and tramps
For a silent communion lit from above by the sodium lamps.

("On The Air")



Peter Gabriel dimostra anche dopo i Genesis di voler continuare a essere sul palco un "attore" dei brani che canta. Questo concerto ce lo mostra ancora nella forma di The Lamb Lies Down On Broadway... anche se lui dal vivo rimarca: "Lasciamo che il passato sia passato".
Il debutto solista dell'artista di Chobham, Inghilterra, era uscito l'anno prima, nel 1977 (Peter Gabriel), per la produzione di Bob Ezrin. Un insieme di stili svariati. Il suo secondo disco, del 1978, si avvale della collaborazione di Robert Fripp alla produzione. E, come c'è da aspettarsi conoscendo Fripp, questo album n. 2 è più "oscuro" e sperimentale del precedente. Tale lato "dark" che caratterizza Peter Gabriel (Scratch) affiora qua e là nei concerti di quel periodo. Nella performance al Rockpalast abbiamo brani da Peter Gabriel e da Peter Gabriel 2, insieme ai richiami a The Lamb.
Nella band di Gabriel, unico musicista "fisso": il bassista Tony Levin. Nella formazione dal vivo sarà spesso della partita - in futuro - il chitarrista David Rhodes.



11 ago 2017

La NUOVA Raccomandata con Ricevuta di Ritorno

Nel 2010 esce un album dal titolo Il Pittore Volante. È la band di Luciano Regoli ad averlo realizzato, e questa band porta il nome di Nuova Raccomandata con Ricevuta di Ritorno.
Fantastica la voce di Regoli, perfetta la tecnica e la bravura di tutti i componenti.


Line up dell'album:

Luciano Regoli: vocals, guitar
Nanni Civitenga: guitar
Roberto Gardin: bass
Walter Martino: drums

Guests:

Claudio Simonetti (Goblin)
Lino Vairetti (Osanna)
Nicola di Staso (chitarrista richiestissimo che ha suonato in pratica con tutti e ovunque)
Carl Verheyen (Supertramp)







Gli originari RRR (Raccomandata con Ricevuta di Ritorno) si formarono a Roma nel 1972. Il loro unico album, Per... un mondo di cristallo fu pubblicato sotto l'etichetta Fonit Cetra nel medesimo anno. Il gruppo suonò alle principali manifestazioni all'aperto fino al 1973, per poi sciogliersi a causa delle pressioni della loro casa discografica di volerli fare partecipare al Festival di Sanremo.

La Raccomandata con Ricevuta di Ritorno, attiva assieme ai primi PFM, New Trolls, Yes, Genesis, King Crimson... era capace di produrre rare atmosfere intervallate a momenti di rock saliente. Questo il loro unico album (per intero) uscito nel 1972. L'ascolto è raccomandato.





A 36 anni di distanza dallo scioglimento dello storico e fugace gruppo, ecco dunque nel 2010 il come-back, voluto da Regoli e sottolineato da una notevole performance a Viterbo nella cornice del festival "Le radici del rock".




Line up dal vivo:


Luciano Regoli: Voce
Nanni Civitenga: Basso 
Walter Martino: Batteria 
Alessandro Tomei: Sax, flauto
Maurizio Pariotti: Tastiere
Massimiliano Castellani: Chitarre 
Cristina Cioni: Voce 





L'opera in studio Il Pittore Volante, curatissima, si offre come l'apice non solo del prog contemporaneo, ma della musica rock italiana dalla sua nascita fino ad oggi. Sfido chiunque a trovare un qualche punto debole nel carosello di brani - che formano ovviamente un mosaico compatto... - i quali sono:

01 Il Cambiamento
02 Il Vecchio
03 Il Fuoco
04 Eagle Mountain
05 La Mente
06 L'Uomo Nuovo
07 Le Anime
08 Raoul
09 La Spiaggia



Qui con voce femminile:



... ed ecco la prima track del disco, in questo articolo su Topolàin inserito volutamente all'ultimo. Godetevi l'incipit... che è anche il luogo dove tutto ritorna.



***

Il Pittore Volante (CD) su Amazon.it  




Nota: la Nuova RRR suonerà domenica 13 in un club di Tokyo... a dimostrazione del fatto che i portabandiera del progressive nostrano sono, ancora e sempre, amati (anche) all'estero.


29 lug 2017

Gruppi e artisti che si trasformano: i Leprous (Norvegia)

È la mia proposta di ascolto di oggi.


I norvegesi Leprous sono "progmetallari", ma con il loro ultimo album Malina (uscita: 25 agosto) vogliono proporre un rock "più accessibile"...




Einar Solberg & Co. sono alla ricerca di un suono "più organico e dinamico". Perciò si sono rivolti al produttore (assai celebre in Nord Europa) David Castillo. (David Castillo è svedese, ed è solito produrre metal e rock.) "Sembriamo ancora i Leprous" dice Solberg, "ma credo che, con Malina, ci avviciniamo di più al rock e siamo meno una band metal."




Il suono degli Europe... fuso con un britpop à la Coldplay! Si può parlare ancora di progressive rock o è un suono già tendente agli standard dell'Eurovision Song Contest?

16 lug 2017

PFM in Classic (2 CD)

Sono cresciuto con la PFM. Che dire? Il loro catalogo, per quanto questi straordinari musicisti siano da inquadrare nel progressive rock, è assolutamente ampio ed eclettico. Come ha scritto qualcuno: "Ecco che il sublime si trasforma in musica!" I componenti della PFM hanno una tecnica straordinaria e... esperienza da vendere. Ma, anche a voler dimenticare l'ingegneria sonora, la fatica che ci vuole per acquisire tanta abilità tecnica, e volendo dimenticare le sigle e le facili classificazioni, rimane una cosa sicura e straordinaria: la poesia della mediterraneità. È ciò infatti che la PFM, insieme a qualche altro gruppo italiano, porta nel mondo.










Il doppio CD su Amazon.it:

13 lug 2017

A Bologna c'è (s)Nodi

(ANSA) - BOLOGNA, 13 LUG - Una rassegna di otto concerti che esplorano le suggestioni sonore provenienti da Africa, Medio Oriente, America ed Europa, alla scoperta di tradizioni legate all'uso e al suono degli strumenti e delle analogie tra culture apparentemente lontane tra loro. E' la 7/a edizione di '(s)Nodi: dove le musiche si incrociano', festival di 'musiche inconsuete' organizzato dal Museo internazionale e biblioteca della musica, in programma tutti i martedì dal 18 luglio al 12 settembre (escluso il 15 agosto) alle 21 e inserito nel cartellone 'BEST' del Comune di Bologna.
    Si comincia il 18 con l'intreccio tra world-music e musiche tradizionali etiopi dell'Atse Tewodros Project, creato dalla scrittrice e cantante italo-etiope Gabriella Ghermandi, in un dialogo musicale su memoria storica, futuro e migrazione.
    Protagonisti degli altri appuntamenti di questa edizione di '(s)Nodi' saranno progetti come Timmidwa Walden, As Madalenas, Eloisa Atti Quintet, Robert Bisha, Tangominas e Sasha Karlic & Yefira.

4 lug 2017

Squintaloo - "Animal Privateer"

È uscito Über Bord! degli Squintaloo.


Questa band originaria di Wolfsburg (ma attiva spesso a Berlino) è un progetto "a latere" di Daniel Eichholz (batteria) e Heinrich Schiffers (chitarra, sassofono, tastiere).
Perché nascono tali gruppi ad attività sporadica? Chiaro: per permettere ai loro componenti di sbizzarrirsi, di produrre la musica che più amano. Spingendosi fino ai limiti...




Eichholz e Schiffers collaborano col pop duo 2raumwohnung (alquanto famoso in Germania), rappresentano la metà di Schulz & Söhne (gruppo techno che usa strumenti costruiti con resti di metallo) e, discretamente spesso, sono attivi anche nella celebre orchestra di musica classica dei Berliner Philarmoniker. Squintaloo è la loro forma di evasione, il loro modo di dire: "La musica... è anche questa".
Tra sperimentalismi elettronici, jazz e classica moderna, traspaiono, dalle trame sonore degli Squintaloo, alcuni dei gruppi e artisti da loro amati: Mr. Bungle (cercare anche sotto "Mike Patton"!), King Crimson, Frank Zappa, Soft Machine, Yes (quasi sorprendentemente, direi, facendo parte gli Yes della sponda 'soft' del progressive rock), Mastodon, Miles Davis... e i vecchi Queens of the Stone Age, già osannati anche da Topolàin





Nel loro ultimissimo album Über Bord!, oltre a Eichholz e Schiffers ci sono Enrico Antico (chitarra, mandolino, sintetizzatore) e Klemens Klarhorst (basso). Il risultato è fantastico, come chiunque può giudicare dal video soprastante.




Über Bord! arriva dopo diversi anni di pausa. Come tutti i side projects - è inutile specificarlo -, la produzione degli Squintaloo è discontinua. (Il loro penultimo album risale al 2009.) Pur se l'intento è sempre lo stesso: lo sposalizio tra musica minimale e rock elettrificato, divertendosi... ma senza cadere nella parodia. A proposito: Über Bord! è interamente strumentale.

"Kara Buran", altro brano dello stesso album, è forse persino più rappresentativo di "Animal Privateer".
 Enjoy it!





Facit: per me gli Squintaloo sono una sorta di Popol Vuh meno tibetiani e più metropolitani, meno bucolici, dunque e... tecnicamente all'ennesima potenza!

www.squintaloo.de