27 ago 2016

Brano del giorno: "If I Had a Rocket Launcher"

...di Bruce Cockburn






Here comes the helicopter -- second time today
Everybody scatters and hopes it goes away
How many kids they've murdered only God can say
If I had a rocket launcher...I'd make somebody pay

I don't believe in guarded borders and I don't believe in hate
I don't believe in generals or their stinking torture states
And when I talk with the survivors of things too sickening to relate
If I had a rocket launcher...I would retaliate

On the Rio Lacantun, one hundred thousand wait
To fall down from starvation -- or some less humane fate
Cry for guatemala, with a corpse in every gate
If I had a rocket launcher...I would not hesitate

I want to raise every voice -- at least I've got to try
Every time I think about it water rises to my eyes.
Situation desperate, echoes of the victims cry
If I had a rocket launcher...Some son of a bitch would die 





Tra tutti i cantautori canadesi della generazione che comprende Leonard Cohen, Neil Young, Joni Mitchell, questo Bruce Cockburn si merita un posto d'onore. Iniziò anche lui a fare musica intorno al '68, eppure il successo gli arrise un po' tardi...
La sua trilogia di album  In The Falling Dark, Further Adventures e Dancing In The Dragon's Jaws (1976-79) lo avvicinò al grande pubblico. Atmosfere intimiste con testi ancora non necessariamente socialmente impegnati, anzi: ci sono odi alla natura e riflessioni mistiche. Arrangiamenti spartani ma non troppo, con una sbirciatina al jazz. Punti di riferimento? Il britannico John Martyn, ma un John Martyn più dolce e riflessivo. 
L'uomo è imperfetto e distrugge la natura e se stesso. Questo pensiero è espresso dalle canzoni "Gavin's Woodpile" (dove si denuncia un caso di polluzione ambientale nell'area dell'Ontario) e "Red Brother, Red Sister" (che parla del genocidio dei pionieri canadesi nei confronti dei Nativi Americani). 

Nel 1979 esce Dancing in the Dragon's Jaws, che grazie al brano "Wondering Where the Lions Are", consacra la sua fama crescente negli Stati Uniti. "Wondering Where the Lions Are" raggiungerà nel 1980 il 21simo posto della Billboard Hot 100, e Cockburn verrà invitato nella celebre trasmissione Saturday Night Live.

Bruce Cockburn non perderà mai la fede (educato secondo parametri agnostici, aveva scoperto da sé e per sé la cristianità). Tuttavia, nel corso degli anni il tono delle sue canzoni si farà più cupo e tagliente, e l'impegno sociale e gli inni antiguerra/anticrimini si moltiplicheranno..
In Stealing Fire, 1984, mise a frutto un viaggio in Nicaragua per scoprire la drammatica realtà delle popolazioni centroamericane sfruttate dai governi autoritari e dalle multinazionali americane.
Cockburn è tuttora attivo. Pluripremiato (è pieno tra l'altro di lauree ad honorem), le sue canzoni sono state usate in diversi film.






21 ago 2016

'Dreams', di Gábor Szabó

Benvenuti su Topolàin con la rubrica "Sunday - jazz day" !


Oggi proponiamo un album del chitarrista Gábor Szabó, nato a Budapest nel 1936 ed emigrato in America nel 1956, a vent'anni di età, dopo che i carri armati sovietici repressero la rivolta popolare ungherese.

Tra i tanti suoi album, Dreams è sicuramente uno dei migliori. Qui vengono tra l'altro ripresi temi classici ma con un fraseggio e un ritmo che rispecchiano i canoni della modernità. Stupendi i contrappunti e le armonie semplici (particolarmente i raddoppi di note).



Il seguente è un mio commento in inglese di Dreams.

Impressive music indeed from one of the greatest legends of guitar playing! Besides this --- the album cover (I like it very much: it caught the spirit of those years) has some similarities with Beatles' Revolver cover, made by German artist Klaus Voormann. Revolver came out in the year 1966. Sure, we must put Dreams on a different shelf, but it, too, owes the character of timelessness.
 'Dreams' su Amazon  


Szabó si spense nel 1982 nella sua città natale.





    Tracks:

1. Galatea's Guitar (0:00)
2. Half the Day is the Night (5:40)
3. Song of Injured Love (10:05)
4. The Fortune Teller (14:12)
5. Fire Dance (18:43)
6. The Lady in the Moon (24:24)
7. Ferris Wheel (29:47)


18 ago 2016

Addio a Gai Bennici, un maestro della sei corde

Il musicista agrigentino, da tempo alle prese con una grave malattia, era conosciuto soprattutto in ambito blues / blues-rock


Clicca qui per sentire un bel medley di Gai Bennici e della sua band



E' morto Gai Bennici, talentuoso chitarrista agrigentino
Originario di Licata, Bennici è spirato in seguito ad una grave malattia.

Da decenni calcava i palcoscenici dei principali festival siciliani e nazionali. Ha inciso numerosi dischi e ha formato tanti giovani chitarristi siciliani. Ha inoltre fondato diverse band, che si sono imposte nel panorama musicale siciliano.