30 mar 2022

Auguri a Maurizio Vandelli!

 Auguri a Vandelli, frontman degli Equipe 84... e non solo!



Nato a Modena il 30 marzo 1944, Vandelli divenne la voce fissa e la figura-simbolo del celebre gruppo Equipe 84. Suo soprannome: "Principe".

Ecco alcune foto che sintetizzano la lunga e fortunata carriera di questo cantante.




L'altra faccia di Maurizio Vandelli, LP pubblicato dalla Ricordi nel 1970.
La presente raccolta di brani, che rappresenta un tentativo del cantante di dare la stura a una carriera solista (pur senza abbandonare gli Equipe 84), arriva già in un periodo post-beat: si sente l'influenza del pop d'Oltremanica, soprattutto nell'arrangiamento e nelle soluzioni avventate in sala di registrazione (vedi la coda del terzo brano, "Un Giorno Di Più").
Si tratta di canzoni quasi tutte dimenticate e sconosciute (tranne le tre-quattro prese in prestito da artisti inglesi e/o proposte in Italia da altri cantanti), eppure l'LP rappresenta un piccolo capolavoro: testimonia di un lavoro in studio minuzioso, con sovraincisioni che includono partiture sinfoniche ma anche "rumori" e "distorsioni". Le melodie, spesso lievi, ariose, hanno testi abbastanza ispirati, comunque di carattere romantico. (Esempio: "Era Lei", quinta traccia, adattamento della canzone di Elton John "It's Me That You Need".)





17 mar 2022

L'alba della civiltà', degli Odessa



Line-up:

Lorenzo Giovagnoli (voce, tastiere)

Giulio Vampa (chitarre)

Valerio de Angelis (basso)

Marco Fabbri (batteria)


Guest: Gianluca Milanese (flauto)

 

 Il CD si apre e si chiude con due brani "eterei" ("La stanza del figlio" e "Nell'etere") e nel mezzo c'è una cover dei Pooh molto importante: "L'Anno, il Posto, l'Ora" nella versione che i Pooh ne fecero dal vivo nel 1972 (ma sull'album - Parsifal - finì la versione meno rock e meno prog), e impreziosita da adornamenti e richiami molto belli a firma Lorenzo Giovagnoli. Per il resto, L'alba della civiltà offre una gamma di brani hard prog - di ottima fattura compositiva - come li conosciamo dagli altri due dischi della band marchigiana.


Alcuni link:

Odessa su "HearNow"  

           Odessa su Spotify 

  Odessa su Facebook  OdessaZone

   --- e su Youtube



Ritratto di Lorenzo Giovagnoli (Odessa)




L'album era stato già preannunciato sul nostro blog in questi articoli:

      Lorenzo Giovagnoli (Odessa) 

      'Stazione Getsemani' (Odessa)

      Come annunciato... 'L'Alba della Civiltà' (Odessa)

       Odessa: sta per uscire il terzo album! ('L'alba della civiltà')



I brani:

"La stanza del figlio". È un'apertura in tono minore, breve e meditativa, forse a voler introdurre il flauto, elemento importante di questo terzo album degli Odessa: è suonato da Gianluca Milanese, il quale già collaborò all'esordio Stazione Getsemani (1999).


"Invocazione": quasi brusco cambio di atmosfera. Brano sostanzialmente in uptime che a un certo punto ci offre, a sorpresa, una parentesi morriconiana, prima di riprendere quota tra gorgheggi/vocalizzi à la Demetrio Stratos. Ha una bella coda, che si interrompe di botto...


... per lasciare posto alla dolcissima, struggente "Di buio e luce". Trattasi della "parte 2", essendo questa la "continuazione", o meglio la reprise, della "Di buio e luce" già apparsa in Getsemani. Qui Giovagnoli e i suoi sono al meglio delle loro possibilità: melodia in tempo relativamente moderato e abbellita da un flauto in gambissima e una chitarra formidabile, prima di salire di ritmo. Semplicemente stupendo, il tutto. Si merita di essere suonata da tutte le emittenti radio che trasmettono musica di livello alto-altissimo.


"L'alba della civiltà": pezzone! Rock mediterraneo con ascese quasi verticali e vertiginose discese, un buon ritmo, e melodia che si aggancia alla memoria. Interessante, come al solito, il testo. A tratti il brano è jazzato e dunque richiamante anche il suono di Canterbury. Buona inventiva di tutti gli strumenti, flauto e tastiere in primis. Armonie vocali perfette, basso a drums attenti e puntuali.


"L'organista del bosco": sorprendente, bucolico ed eccentricamente folk come possono esserlo i Jethro Tull. Quasi inaspettata passeggiata strumentale in un ambiente e in una situazione semifiabesche. Ma non manca nemmeno qui l'"acidità" e l'hardness - nella giusta dose - degli Odessa. Bellissimo. Gradevole. Intelligente. E complimenti davvero al flautista, Milanese.


"L'Anno, il Posto, l'Ora 1972": il clou, probabilmente, di quest'album; il brano che spingerà L'alba della civiltà fin negli apparecchi riproduttori di molti amanti della musica (e non solo fans dei Pooh!). Il vero colpo di genio di Lorenzo Giovagnoli.


"Rasoi": questo è il pezzo che si sarebbe meritato di aprire l'album. È - di nuovo - un rock mediterraneo che a tratti ricorda la P.F.M. ma che ha anche l'energia hard rock che spesso caratterizza questo gruppo. Possiede le progressioni giuste; e la voce di Giovagnoli è in grande spolvero. Inoltre, all'organo sembra quasi di sentire Jon Lord (Deep Purple)...


"Nell'etere": la chiusura, tranquilla, è un calare il sipario in maniera rappacificata e rappacificante. Quasi zen.


Per ordinare: Lizard Records

      eMail Loris Furlan:  lizardopenmind@yahoo.it


eMail Lorenzo Giovagnoli: giovlor71@gmail.com




Dell'uscita dell'album avevamo già parlato qui:

 Odessa: sta per uscire il terzo album! ('L'alba della civiltà')

      Lorenzo Giovagnoli (Odessa) 

      'Stazione Getsemani' (Odessa)

                               Come annunciato... 'L'Alba della Civiltà' (Odessa)

       


12 mar 2022

Shake Me, gruppo italiano di 'gothik rock'

La bellezza nella musica è quando tu, ascoltandola, ti senti felice e depresso a un tempo. Lullaby for demons è un formidabile prodotto rock. 


 Un album creato con meticolosità e tanta passione


LULLABY FOR DEMONS

degli SHAKE ME

Editions: M.P. Edizioni Musicali - Distributed by: G.T. MUSIC DISTRIBUTION

Anno 2021

Prodotto da Luka "Shake Me" Albarella

Engineered, Mixed & Mastered by Fabio Calluori @ Sonic Temple Studio (Santa Tecla - Salerno).


Buy here!


Sebbene gli Shake Me (nella persona di Luka Albarella) si autodefiniscano una band di goth'n'roll, noi non ce la sentiamo di inserire questo loro nuovo album in una determinata categoria o sottocategoria musicale. Il disco, pur nella sua omogeneità stilistica, offre tante sfumature. 


Official teaser


Si parte già in quarta con "Alive" e subito si capisce che il target scelto è il mercato internazionale; e non solo per il cantato in inglese. Qui risuonano gli Anni '80 (e più avanti anche i '90). Le chitarre elettriche e la linea melodiosa sanno tanto di epic: tutto è energetico e nel contempo sognante... e stramaledettamente moderno, non soltanto evocativo della stagione d'oro del post punk e della dark wave.

 Un senso di sospensione quasi romantica ce lo offre la seconda traccia, "Savage Love", un hard rock corposo dalle inflessioni dark: l'apice compositivo, forse, del disco in questione. Questa canzone (ispirata al capolavoro di Stanley Kubrick Eyes Wide Shut) è l'autocelebrazione di una solitudine dal carattere lunare. Una possibile hit, arricchita da un meraviglioso video che in questo periodo sta girando sui social e che ci mostra scorci familiari e meno familiari della Serenissima. Sembra un pezzo di film della Gothic culture...


"Savage love"


E si continua con i suoni appartenenti alla gamma che va dal glam allo psychedelic rock. Spesso il tutto condito con effetti (ad inizio e/o in chiusura di ogni brano, a mo' di parentesi) che arricchiscono l'atmosfera sonora. A parte le chitarre (fortissime!), è eccellente il lavoro dei sintetizzatori e del sax. Eh sì: Lullaby for demons è davvero un regalo da fare a se stessi e... e a qualcuno che abbiamo molto a cuore. 


"Geisha"


Il disco è suonato fantasticamente ed è di qualità ineccepibile, dal suono poderoso e ben modulato. Il sassofono, occorre dirlo, nobilita veramente al massimo ogni brano in cui entra in azione. (Lo suona Antonio Farabella.) E la voce di Luka è straordinaria.


     Band:

Luka – Voce

James Castellano, Ricky Portera, Alex De Rosso, Fabio Calluori, Joe Nocerino, Dario Crocetta, Anthes Aliberti, Gabriele Spagnuolo – chitarre

Ricky Portera, Angelo Napoli – basso

Mark Basile, Andrea Barone, Nunzio Bisogno – tastiere

Antonio Farabella – sax

Joey Coppola – batteria


"Lonely cell"   


NOTE:

James Castellano ha suonato per Piero Pelù, Elisa, Gianna Nannini, Raf; Ricky Portera per Stadio, Lucio Dalla, Loredana Bertè, Nek. Ci sono inoltre il prestigioso Alex De Rosso (padovano con un piede in America: ha militato nei Dark Lord e nei Dokken: glam metal), Fabio Calluori (altro apprezzato chitarrista, che ha suonato con gli Heimdall - power metal - ed è titolare del Sonic Temple Studio nei pressi di Salerno) e il tastierista Mark Basile (della band di progressive metal DGM).


“Laid So Low”, la sesta traccia, è una riuscitissima cover dell'omonima canzone dei Tears For Fears.


Luka Albarella, voce e produttore degli Shake Me, diede la stura al suo progetto nel 2009 e Lullaby for demons è il secondo capitolo della saga, dopo il precedente L’inquietudine (con testi in italiano) del 2012. 

 

    Dall'album L'Inquietitudine del 2012: "Ombre" 


"Roses of lies" 


Luka Albarella è anche l'organizzatore del festival rock 'Rock In Flames' nella sua Salerno.

 

                         


        Intervista con Luka Albarella su Allroundmetal 

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Shake Me su Facebook 


Canale Youtube degli Shake Me



"Restless"



Tracklist:


01. Alive (feat Mark Basile) (5:34)

02. Savage Love (feat Giacomo Castellano) (5:00)

03. Shadows (4:41)

04. Lascivious (feat Ricky Portera) (4:27)

05. The Heretical (feat Alex De Rosso) (4:04)

06. Laid So Low (Tears For Fears Cover) (5:12)

07. Evil Road (3:28)

08. Roses of Liess (4:52)

09. Lonely Cell (4:35)

10. Restless (4:44)

11. Geisha (4:29)

12. Shadows (Elettro-lounge-version) (4:13)