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28 apr 2024

'Pater's Space - Romantic Plastic': molto più che musica per "anime"!

 Interessante il primo brano di questo LP: "Shooting Star". E ci aggiungiamo anche il secondo, che è un jazz-rock dagli effetti fantasiosi, "Space Rendez-Vous".


L'album è Pater's Space - Romantic Plastic

(1978).       #JPop #cosmic #fusion #jazz #pop #rock #jazzrock 


[Il disco contiene ben note melodie che rimandano un po' agli Spaghetti Western, un po' a popolari 'anime': ad es. il brano dall'esotica dolcezza "Metallic Blue City" e i sicuramente ancora più conosciuti "Romantic Plastic" e "Fireworks in the Rain".]

 Il celebre illustratore Pater Sato


È l'unico album musicale prodotto dall'illustratore Pater Sato (vero nome: Yoshinori Sato) (1945-1994), che ad ogni modo con la musica in sé non ha tanto da spartire: come detto, Sato ha ideato e voluto il disco. Con la partecipazione di musicisti della New Age quali Akira Ito e Masataka Matsutoya. Responsabile per gli archi: Nozomi Aoki (Nozomu Aoki, Aoki Mozomi), compositore di colonne sonore di 'anime'.


L'LP uscì in Giappone nel 1978. D'accordo: è più pop che rock ma non per questo deve passare inosservato. Soprattutto, dal nostro punto di vista, per la prima traccia, la "cosmica" "Shooting Star". Ma ci sono, sparse un po' ovunque, delle perle in forma di passaggi tendenti al jazz o allo space rock.

Pater's Space - Romantic Plastic vede gli strumenti classici del rock, anzi del prog rock si può dire visto che ci sono tastiere a volontà, organo Hammond, synthesizer, Mellotron... e in più una fitta presenza di fiati.

Nel dettaglio, la line up è:


  - Bass: Keiju Ishikawa

  - Clarinet: Noboru Kimura

  - Drums: Yuji Tokashiki

  - Electric Bass: Kenji Takamizu

  - Electric Guitar: Masaki Matsubara

  - Flute: Noboru Kimura

  - Guitar: Keiju Ishikawa, Nobuo Hochi

  - Keyboards: Kenji Mishiro, Masataka Matsutoya

  - Mellotron: Akira Ito

  - Organ [Hammond]: Akira Ito

  - Percussion: Keiju Ishikawa, Noboru Kimura, Nobu Saito

  - Saxophone: Noboru Kimura

  - Strings: Nozomi Aoki

  - Synthesizer: Akira Ito

  - Trombone: Eiji Arai

  - Trumpet: Koji Hajima

  - Vocals: Akira Ito, Ako Kunikida, Kenji Mishiro, Noboru Kimura, Nobuo Hochi


  - Producer: Noriyoshi Sato


 Un'illustrazione di Pater Sato per un racconto di fantascienza di Robert Silverberg pubblicato su Playboy (giugno 1983)





1 mar 2024

Uscito oggi: il nuovo dei Gong

 Uscito oggi, 1. marzo 2024:


                                                              Gong - Rejoice! I'm Dead!


(Ascolta su Bandcamp)



Kavus Torabi è tra i musicisti più diligenti che ci siano. Ancora un album dei Gong e, come il titolo suggerisce, questo è un omaggio (l'ennesimo) al mitico Daevid Allen, che volle, fortissimamente volle, che la sua creatura non si spegnesse dopo la propria dipartita, nominando personalmente i suoi successori (Torabi in primis). 


Featuring: Steve Hillage, Didier Malherbe e Graham Clark!!










               I Gong sono:


    - Ian East: soprano/tenor sax

    - Fabio Golfetti: guitar, vocals

    - Cheb Nettles: drums, vocals

    - Dave Sturt: bass, EBow bass

    - Kavus Torabi: vocals, guitars


              Con

    - Graham Clark: violin on "The Thing That Should Be"

    - Steve Hillage: guitar on "Rejoice!"

    - Didier Malherbe: duduk on "Model Village" and "Through Restless Seas I Come"



                        L'album su Bandcamp 

          Articolo sui Gong in occasione del penultimo album Unending Ascending (2023)

                           

2 apr 2023

Il 'Dante' di Nicola Alesini

 

 

L'immagine "in copertina" dell'Inferno di Pieter Huys (seguace di Hieronymus Bosch) introduce Dante: disco uscito non in formato fisico ma solo in quello digitale per la MP & Records. Qui Alesini è con un nuovo collaboratore: Fabrizio Cicero (ai drums).

I brani rispecchiano i “quadri” danteschi più noti. L'album è un estratto dalla registrazione live (su due tracce) di cinque concerti settimanali, dal titolo “Viaggi Immaginari tra Inferno e Paradiso”, tenutisi nel luglio 2009 in Piazza dei Ravennati a Roma.

Dante è uscito il 25 marzo 2023... dunque, per Dantedì! (Ascoltalo su Spotify.)



  Nicola Alesini: saxes, loops, loop machines, voce 
  Fabrizio Cicero: batteria


Tracklist
  1 "Nel mezzo del cammin" (4:09)
  2 "Nella città dolente" (6:15)
  3 "Caron Dimonio" (8:09)
  4 "L’Ora che volge" (6:39)
  5 "La bocca sollevò dal fiero pasto" (5:10)
  6 "Amor che…" (4:35)
  7 "Come sa di sale" (7:48)
  8 "La miseria" (4:14)
  9 "Diverse lingue" (7:00)
  10 "Quali colombe (3:14)
  11 "Ombre portate" (5:49)
  12 "Come d’autunno" (2:59)
  13 "A chi più sa più spiace" (5:43)
  14 "Vergine Madre" (3:23)


M.P. & Records
is a branch of G.T. Music Distribution di Antonino Destra
Via Municipio, 5
35019 TOMBOLO (Padova) ITALY Ph. +39 49 9470749
   email:
   mprecords@mprecords.it

                                                Link: Nicola Alesini su Spotify

 Un viaggio molto lungo quello di Nicola Alesini nel mondo della musica. E a un certo punto ecco l'incontro con l'autore della Divina Commedia, opera somma che, risaputamente, tratta proprio di un viaggio: un viaggio a tappe nei Tre Regni Ultraterreni. La musica spesso è come una nebbia blu, è evanescenza. Ma i brani - in questo come negli altri album del sassofonista romano -, avendo un titolo ben preciso, ci fanno collegare le note a un luogo o personaggio definito e, pur navigando nel sogno, l'ascoltatore si rende conto di avere a che fare con un messaggio netto e diretto. 

Qualitativamente, non c'è il minimo dubbio: il sax di Nicola Alesini è una garanzia; e alla qualità si abbina la forza narrativa. Ogni suo album ha un tema, un argomento, un concept centrale. Questo lavoro su Dante assomiglia, nelle risonanze, a Cities (uno degli output più noti di Alesini, registrato insieme a Saro Cosentino). Lì si trattava di passare di città in città; qui il viaggio ci porta da girone a girone. Ciò che maggiormente deve aver affascinato il musicista è il significato di certi canti danteschi, nonché il loro riscontro con la realtà odierna. Nella Commedia, abbiamo inoltre il topos della selva. E l'incanto dell'amore puro...

 Breve bio

Nicola Alesini è nato a Sanremo nel 1947. È ancora un bambino quando la sua famiglia si trasferisce a Roma. E, nella caput mundi, Nicola prenderà la laurea in Fisica.

Ancora adolescente, si appassiona per la musica: a tredici anni acquista un Melodica Honer e inizia lo studio del pianoforte. Sempre in età adolescenziale, si mette ad ascoltare dischi dei Soft Machine, Ornette Coleman, Gunter Shuller, Modern Jazz Quartet, i Nucleus di Ian Carr, Traffic, Weather Report. Proprio in questi ultimi, scopre l’amore verso il sassofono grazie a Wayne Shorter.



Le sue prime apparizioni pubbliche sono nel 1979 con il contrabbassista Gianluca Taddei. Parte poi una lunghissima discografia dove ogni contaminazione globale si fonde al jazz e alla musica elettronica: tale connubio (jazz + elettronica) diventa la cifra stilistica di Alesini ed è alla base della sua concezione di far musica.

Il musicista si muove sia nelle tradizioni, usufruendo delle atmosfere del Mediterranean Sound, sia nelle sperimentazioni, con riferimenti alla scuola jazzistica nord europea. Esordisce discograficamente nel 1988 con Mediterranea, insieme al pianista Andrea Alberti e al già citato Taddei. Suggestioni oniriche, introspezione, recupero della cantabilità e delle armonie del passato, oltre alla ricerca tecnica, sono gli ingredienti fondamentali delle sue composizioni, in una discografia già vasta e che si estende fino a oggi.

Nicola Alesini è stato anche sassofonista e storico collaboratore di fiducia di Claudio Lolli, nell'ultimo decennio di vita del cantautore bolognese. La cooperazione tra lui e Lolli ebbe inizio con l'album La scoperta dell'America, 2006, dove Alesini è presente nell'ultima traccia; dopodiché Lolli lo chiama a divenire suo arrangiatore e musicista anche per il futuro. 

In quello che risulterà essere il disco finale del rimpianto poeta-cantante, ossia Il Grande Freddo (2017), nella title track e poi nella riproposizione a chiusura del disco (la traccia n. 9: "Raggio di Sole [Il Grande Freddo Reprise]"), Nicola Alesini lascia la sua doppia firma, suonando magistralmente il tema e chiudendo l'album con una malinconica coda. Saranno anche le ultime note registrate da Claudio Lolli...

"Poesia senza parole": come tutti i brani del sassofonista. E come in Dante.



Ci sentiamo obbligati ad associare questo suo album sul celebre Vate a un altro suo prodotto, un prodotto recente: l'EP Un amore partigiano. E ciò perché siamo vicini al 25 aprile, in cui si celebra la liberazione dal nazifascismo, e non ancora lontani dallo scorso 25 marzo, che è appunto Dantedì.

Dante, già. In Dante stesso, il senso di giustizia e l'impegno civile sono ideali continuamente presenti, condizionandone le scelte di vita. L'Alighieri combatté persino in battaglie violente e sanguinose, rinunciando - sia pur involontariamente - alla libertà, dovendo subire la condanna dell'esilio...

Per Alesini la dedizione al bene comune è decisivo, come del resto testimoniato dalla sua partecipazione e presenza in manifestazioni e concerti di lotta; eppure, la sua musica risulta essere magia sonora, i suoi motivi, le arie, gli intercalari, non sono raffiche di mitra! L'impegno di Nicola Alesini si traduce nel sortilegio dei suoni.






            


Nicola Alesini usa i sassofoni attraverso gli effetti elettronici e, come detto, cerca di portare questi suoni anche alle ricorrenze e agli happenings di rilevanza sociale. (Per e con Articolo 21 per il giornalismo, Ossigeno per l'informazione, o l'ANPI.) Alesini è figlio di un partigiano (i suoi genitori si conobbero in Liguria durante la Resistenza: c'erano i rastrellamenti nazisti e sua madre, con l'aiuto delle suore, nascose il combattente Alesini nel "Castillo" di Sanremo). Proprio in ricordo dei suoi, nel 2022 il sassofonista ha pubblicato il suddetto Un amore partigiano: curiosamente, è lo stesso titolo del libro di memorie di Iole Mancini ("staffetta" delle Brigate Garibaldi), uscito nel medesimo anno; ma in realtà questo EP del musicista romano è nato come commento sonoro per il libro (e audiolibro) La ragazza nella foto - un amore partigiano, di Donatella Alfonso e Nerella Sommariva. Poi il lavoro di Alesini ha assunto una dimensione autonoma, divenendo un disco tutto suo sul tema della Resistenza. In Un amore partigiano, il sassofonista evoca, in maniera a tratti onirica, le gesta del padre in lotta contro fascisti e tedeschi. La fluida narrazione (che ricorda il flusso di coscienza nelle opere letterarie) riepiloga i racconti del genitore.

Nell'album Dante, la coscienza civile è ancora più arricchita di suggestioni e visioni. Anzi tale coscienza - com'è di fatto nella Divina Commedia - serve a traslare le visioni profetiche fino ai nostri giorni.
Letteratura, teatro, danza: Nicola Alesini spesso integra la sua musica con altre forme d'arte. Parola, gestualità e immagine si incontrano e si fondono nelle sue creazioni pentagrammate. Che, non per caso, sarebbero e sono ideali soundtrack cinematografici.


Dante, album in digitale, MP & Records. Su tutti gli stores digitali. Maggiori infos: qui

Alesini ha lavorato con musicisti del calibro di Glen Velez, Hans Joachim Roedelius, David Sylvian, Roger Eno, David Thorn, Harold Budd, Steve Jansen, Richard Barbieri. Sylvian ha inserito due brani di Alesini nel suo doppio album antologico Anything and Nothing.




     Recenti collaborazioni

  Tim Bowness - Butterfly Mind  (Inside Out Music, Sony Music 2022)
   Nicola Alesini e Saro Cosentino - The Road To Now (Cat Sounds, 2022)
  Nicola Alesini e Theo Allegretti - In Search Of Light (Dodicilune Dischi, 2022)  

E poi c'è F.D.A., del 2006, dedicato a Fabrizio De André ed edito da il manifesto.  
Accolto con entusiasmo dalla critica, F.D.A. è un incontro con le musiche del grande artista genovese... senza voler per forza essere un disco di rielaborazioni di canzoni di De André. F.D.A. è un lavoro personalissimo di Nicola Alesini, in cui emerge il suo tipico stile a base di melodie e fraseggi che trasudano vita, passioni, sentimenti. In F.D.A., Alesini ha preso, di Faber, la nostalgia, l’ironia, l’amore e l’impegno, inserendovi  elementi della propria visionarietà compositiva. 12 pezzi, di cui 8 appartenenti al repertorio più conosciuto del primo De André: "Bocca di Rosa", "Amore che vieni amore che vai", "Il Testamento di Tito"... 4 sono i brani originali. Uno di questi, "Per F. & L.", ispirato all’incontro tra Fabrizio De André e Luigi Tenco, riesce particolarmente romantico e struggente, grazie anche alla straordinaria complicità dei Radiodervish, che con Alesini firmano il pezzo.

Dante, album in digitale, MP & Records. Su tutti gli stores digitali. Maggiori infos: qui


Recensione di Cities (con Saro Cosentino)






9 apr 2022

Alfa Mist

 Well my real name is actually Alfa. Mist was a name I used for a while in secondary school, no real reason...




 Già da adolescente produttore hip-hop, l'interesse di Alfa Mist per il campionamento lo ha portato a scoprire il jazz e, alla fine, a imparare da solo a suonare il piano, dopo aver visto il suo insegnante di musica eseguire "Ordinary People", di John Legend.

Nato a Newham, East London, Alfa voleva inizialmente diventare calciatore, ma sua madre lo ha costretto a completare il college. Dove ha studiato composizione musicale.

Ha pubblicato il suo primo EP da solista - Nocturne - nel 2015. La sua musica mescola hip-hop e ritmi da club con l'improvvisazione jazz. Nelle sue parole: Dark, alternative jazz with elements of hip-hop and soul.


 Ha collaborato con diversi musicisti, tra i quali Jordan Rakei, Yussef Dayes, Kaya Thomas-Dyke, Emmavie e Tom Misch.


Nel 2021 ha pubblicato un album intitolato Bring Backs per l'etichetta musicale indipendente americana Anti-.


 Si è anche esibito al We Out Here Festival 2021 ed è stato uno dei candidati ai MOBO Awards 2021.



#piano #Klavier #pianoforte #jazz


   Alfa Mist - Bring Backs


                  Brani in Bring Backs

1. Teki 0:00​ 

2. People (Feat. Kaya Thomas-Dyke) 5:59​

3. Mind The Gap (Feat. Lex Amor) 8:58​

4. Run Outs 12:24​

5. Last Card (Bumper Cars) 17:13​

6. Coasting 21:39​

7. Attune 26:25​

8. Once A Year 33:28​

9. Organic Rust 34:49


                         Collaboratori

Kaya Thomas-Dyke - Bass (1-7), Vocals (2)

Jamie Leeming - Guitar (1-7, 9)

Junior Alli Balogun - Percussion (1-6)

Jamie Houghton - Drums (1-4, 6,7)

Johnny Woodham - Trumpet/Flugel (1,3-7)

Sam Rapley - Sax/Bass Clarinet (1,4-7)

Peggy Nolan- Cello (2,5,6,8)

Richard Spaven - Drums (9)

Rocco Palladino - Bass (9)




 #beat #grime #hiphop

#beatgrime hip-hop

#jazz #soul #neosoul                Homepage di Alfa Mist: https://alfamist.co.uk/




    On My Ones (EP, 2020)





        Beautiful, melodious and timeless jazz: Antiphon (2017) by Alfa Mist




   "Galaxy" 

(from Blue Note Re:imagined, a project including contributions by Shabaka Hutchings, Ezra Collective, Nubya Garcia, Mr Jukes, Steam Down, Skinny Pelembe, Emma-Jean Thackray, Poppy Ajudha, Jordan Rakei, Fieh, Ishmael Ensemble, Blue Lab Beats, Melt Yourself Down, Yazmin Lacey, Alfa Mist, and Brit Award-winning Jorja Smith.)

        https://www.bluenote.com/artist/blue-note-reimagined/





   "Run Outs"


25 dic 2020

Neil Ardley

 Cosa doveva essere la scena jazzistica inglese negli Anni Sessanta e Settanta! Un interscambio di esperienze, amicizie che esistevano per la durata di un concerto e altre che duravano per tutta la vita, "ospitate" nei dischi dei colleghi, il portare a spasso il proprio talento anche in generi musicali diversi e poter arricchire così di continuo le proprie conoscenze e il proprio repertorio... 

Un amalgama interessante - a Londra e dintorni - fu quello tra il jazz e il rock, con il vento che soffiava da Canterbury. Musica immaginifica, piena di colori, a volte meditativa, quasi sempre capace di sorprendere.



Neil Ardley (1937-2004) fu una figura singolare, nel senso di interessantissima, della musica jazz inglese. Suonava il piano (partì dalla tradizione, amava Duke Ellington e Gil Evans) ma era anche uno scrittore che compilò diversi manuali e guide divulgative per ragazzi: di tecnica e scienza. Persino libri di ornitologia, e ovviamente di musica. Si contano oltre 100 volumi scritti da lui! 

 Illustrazione di World of Tomorrow, dove Neil Ardley prospettava un futuro del mondo alquanto... glaciale


Era laureato in chimica ma fin da bambino aveva questo interesse per la musica che lo avrebbe portato dapprima a dirigere la New Jazz Orchestra (celebre ensemble nato nel sud di Londra) e poi a pubblicare album che tendevano verso la sperimentazione. Il suo era un misto di jazz e classica con l'impiego dell'elettronica. 

Nei dischi di Ardley suonarono gli amici che aveva conosciuto nella New Jazz Orchestra: il trombettista scozzese Ian Carr (Nucleus), il batterista Jon Hiseman (John Mayall's Bluesbreakers, Colosseum, Barbara Thompson's Paraphernalia...), la moglie di Hiseman, ovvero la sassofonista Barbara Thompson (Colosseum, Keef Hartley Band, i propri Paraphernalia ecc.), Dave Gelly (critico musicale e presentatore radiofonico, nonché sassofonista), il trombonista e tastierista Michael Gibbs, il sassofonista, flautista, clarinettista Don Rendell e il batterista Trevor Tomkins (ex membro dei Gilgamesh, poi anche lui Nucleus).


Prendiamo uno di questi album: Kaleidoscope Of Rainbows, del  1976. L'elenco dei musicisti che hanno partecipato alla sua realizzazione si legge come il Who's Who della fusion britannica e del prog canterburiano.



- Synthesizer: Neil Ardley * (Nucleus, Jon Hiseman, John Martyn)
- Tromba, flicorno: Ian Carr (Nucleus)
- Piano elettrico, synth – Dave MacRae (Matching Mole, Nucleus, Soft Machine)
- Basso: Roger Sutton (Nucleus,B rian Auger)
- Percussioni, vibrafono: Trevor Tomkins (Gilgamesh, Nucleus)
- Chitarra: Ken Shaw
- Batteria: Roger Sellers (Nucleus)
- Sax, flauto: Barbara Thompson 
- Sax: Bob Bertles (Nucleus)
- Violoncello: Paul Buckmaster (3rd Ear Band)
- Tastiere: Geoff Castle (Nucleus)
- Sax, clarinetto: Tony Coe (Nucleus)
- Sax, flauto, flauto alto (soprano): Brian Smith (Nucleus)


Armonia delle sfere

La musica di Ardley ha in sé un quantum di ingenuità voluta, con i tempi e il ritmo mantenuti abbastanza semplici ma con la libertà di improvvisare. Ardley cerca l'approccio etereo a questa variante moderna del jazz, con l'aggiunta di synth polifonici. È una musica che "bazzica" nell'universo di note tradizionale ma che presenta dissonanze ed effetti spaziali. Conseguenza: i suoi dischi sono "aldilà" dell'ascolto normale. Non possono accontentare i puristi del jazz né gli amanti del rock progressivo sinfonico, ma solo coloro che sono aperti a nuovi suoni (in quegli anni, sì, erano abbastanza nuovi) e che sono pronti a lasciarsi trascinare in una dimensione dove il tempo e lo spazio sono distorti.



Don Rendell, Ian Carr, Neil Ardley
Greek Variations & Other Aegean Exercises



21 dic 2020

Frank Zappa. Nell'80simo anniversario della nascita

 Zappa appartiene al Parnaso. Al Pantheon dei migliori musicisti di sempre.



Come chitarrista sicuramente tra i più bravi in assoluto, vanta una discografia sconfinata (60 e più album) che comprende i più disparati generi musicali (dal rock al vaudeville, dal jazz alla fusion). E non scordiamoci che le basi di Frank erano "classiche", con conoscenza anche della musica lirica e una predilizione per la dodecafonia...

Figlio di un italiano, Frank Zappa si dimostrò fin da tenera età ribelle e provocatore, sviluppando un disgusto verso la gastronomia italiana (come se volesse in quel modo antagonizzare o ripudiare suo padre) e più tardi verso il cattolicesimo, come denotano i testi delle sue canzoni.




La sua verve ironica e dissacrante non era - né ancora è - roba per tutti. Purtuttavia, fin dagli esordi fu un "faro" per tanti musicisti. Basti pensare che Freak Out! (tra i primissimi doppi album della storia) fu di fondamentale influenza nel concepimento e nella stesura di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, dei Beatles.



Nato nel 1940 a Baltimora, nel Maryland, nelle sue vene scorreva sangue non solo italiano ma anche francese, arabo e greco.

La sua famiglia si trasferì in California e lui a dodici anni iniziò a interessarsi alle percussioni. Nel 1956 suonava già la batteria in un gruppo chiamato Ramblers. Ma, per via dei suoi ampi interessi, gli stavano stretti il rock’n’roll e il rhythm&blues (anche se furono Howlin’ Wolf, Muddy Waters, Johnny “Guitar” Watson e Clarence “Gatemouth” Brown ad accendergli la passione per la chitarra elettrica). 




Dopo un oscuro apprendistato come autore di canzoni e arrangiatore e qualche 45 giri a proprio nome che ebbe scarsa risonanza, nel 1964 fondò le Mothers Of Invention. Come rivela il nome della band, l'idea di fondo era quella di "aguzzare l'ingegno", di proporre qualcosa di nuovo. Ray Collins, Jim Black, Roy Estrada ed Elliot Ingber erano gli altri membri. Il loro primo disco (il già citato Freak Out!, del '66) sconvolse molti ascoltatori per l'avventato mix di doo wop e sperimentazione, rock psichedelico e teatro di varietà.





Anche i successivi dischi per la Verve sono sulla medesima falsariga: Absolutelly Free (contenente la celebre “The duke of prunes”), We're Only In It For The Money (che prende in giro la controcultura e il Sgt. Pepper beatlesiano) e Lumpy Gravy (con la partecipazione di una grande orchestra). Frank Zappa intanto è un nome noto e, pronunciandolo, si pensa subito a un talento incontenibile, enciclopedico, iconoclasta. Nonché scomodo: è uso criticare i moralisti, i fanatici religiosi e l'“American Way of Life”.





Fondò una propria etichetta insieme al manager Herb Cohen e le diede il nome "Bizarre". La libertà acquisita non poteva che essere benefica: arrivarono i capolavori di jazz-rock e fusion Uncle Meat e Hot Rats. Quest'ultimo, primo disco senza le Mothers Of Invention e dove spicca il violino di Jean-Luc Ponty, conta cinque "instrumental" e vi si segnala l'apparizione di un altro singolare ed eccentrico personaggio della musica americana: Captain Beefheart.




Di lì in poi, non ci furono più freni per la creatività di Zappa. A volte Frank si lasciò pure sviare, intraprendendo la via delle canzoni easy... 
Ringo Starr fece una comparsa nel film 200 Motels (interpretando lo stesso Zappa)... La colonna sonora del film (pubblicata su doppio album) include, insieme al solito miscuglio di generi, alcune composizioni orchestrali di Frank Zappa - ispirate da Stravinskij, Edgard Varèse e Anton Webern.






 
Dopo avere collaborato con John Lennon e Yoko Ono (nel concerto del giugno 1972 al Fillmore East documentato nell’album Sometime in New York City), Zappa tornò al jazz-rock con Waja/Jawaka e The Grand Wazoo (con il tastierista George Duke e il batterista Aynsley Dunbar a rinforzare la line-up). Poi, siglato un accordo con la Warner Bros, incassò con Apostrophe (), nel 1974, l’unico disco d’oro della sua carriera. Il single trainante della raccolta entrò nella Top Ten: “Don’t eat the yellow snow”. 
Vi furono beghe legali con la Warner, ma ciò non riuscì a frenare la forza e l'energia dell'estroso musicista, che continuò a fare la spola tra ironia irriverente, critica sociale (neppure tanto velata) e musica orchestrale di sponda dodecafonica. Collaborò con il direttore d'orchestra Kent Nagano e poi con Pierre Boulez, chiamato a dirigere "The Perfect Stranger" e altri due brani dell'album omonimo. Questo The Perfect Stranger è un'altra curiosità musicale, dove Zappa non suona la chitarra ma siede al synclavier - sintetizzatore digitale collegato a un campionatore musicale -, strumento che suonerà anche in seguito. 






Ultimo evento orgasmatico nel 1993 con The Yellow Shark, disco dal vivo inciso in Germania con l’aiuto di una formazione tedesca di musica classica e di avanguardia contemporanea, l’Ensemble Modern. L'Ensemble Modern aveva già suonato in maniera straordinaria diversi brani di Zappa e fu ciò a convincere l'artista americano ad accettare il progetto.
In quel torno di tempo Zappa soffriva già di un tumore alla prostata che lo costringeva a sedute di chemioterapia, tanto che, durante le plauditissime presentazioni dal vivo di Yellow Shark in terra germanica - tutte seguite da standing ovations -, poté dirigere l'orchestra soltanto poche volte. Morì il 4 dicembre 1993, mentre ancora lavorava: era impegnato nel recupero dei nastri delle sessions di Lumpy Gravy. Tale lavoro, uscito postumo, avrebbe portato il nome Civilization Phaze III


4 ott 2020

Daniele Sollo - 'Order and DisOrder'

Domenico Cataldo, l'imprescindibile, impegnatissimo Zuffanti, il cantante Alessandro Corvaglia, e altri musicisti di spicco hanno collaborato con Daniele Sollo al suo album di esordio Order and DisOrder, che sarà disponibile dal 12 ottobre! Per altri particolari: homepage su FB del bassista napoletano.


 Ordina direttamente!


... o presso GT Music.


Solo per veri appassionati del rock progressivo e della jazz fusion!



Daniele Sollo (Napoli, 1978), comincia a suonare all’età di 7 anni. Passa al basso elettrico a 14 anni studiando sotto la guida del bassista Giuseppe Brandi. Da allora, “si fa le ossa” nei più svariati generi e in diverse formazioni. Le sue esperienze musicali più interessanti sono quelle che riguardano i lavori presso alcuni dei più importanti nomi del progressive rock italiano negli anni 2010. A questo periodo risalgono le collaborazioni con: Luca Scherani (Echoes of Secrets - A Pink Floyd Tribute); Höstsonaten (Symphony n.1: Cupid and Psyche), il celebre ensemble prog di Fabio Zuffanti; Stefano Agnini (Il Cerchio Medianico). È in questo periodo che comincia a lavorare a ciò che sarà il suo primo lavoro da solista: Order and DisOrder, nel quale è evidente – nonostante la “matrice” espressamente di tipo progressive – l’eterogeneità delle influenze musicali che hanno contraddistinto il percorso artistico del bassista. Al progetto partecipano grandi nomi della scena prog italiana, a partire proprio dagli amici con i quali ha collaborato, ed infatti ALESSANDRO CORVAGLIA, FABIO ZUFFANTI e MARCO DOGLIOTTI sono chiamati al canto, STEFANO AGNINI, LUCA SCHERANI e JASON RUBENSTEIN alle tastiere. Completano la band DOMENICO CATALDO alle chitarre, SAMUELE DOTTI alle tastiere, MAURIZIO BERTI e VALERIO LUCANTONI alla batteria. E naturalmente al basso, chitarre e tastiere DANIELE SOLLO.
L'album e' in uscita il 12 Ottobre 2020 con distribuzione G.T. MUSIC DISTRIBUTION ed Edizioni Musicali MICIO POLDO.




Luxury digipack CD - Cod.: DS0001 Etichetta: D.S. - Anno: 2020 Album Teaser : https://youtu.be/Fo5tLirNFgk


 

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Spot: Daniele Sollo suona un basso Biarnel Scorcio



30 lug 2020

Novità Francesco Chiummento

musica #sperimentale #rock #progrock #punk #metal #hardrock




 È uscito Il Viaggio, di Francesco Chiummento


A breve, recensione su Prog Bar Italia


 #musica #Bandcamp produzioni indipendenti


Un piccolo sguardo all'equipe che ha lavorato con Chiummento:

francesco chiummento - voce e flauto
paolo ricca - computer programming. fonico, keyboards
riccardo moffa - guitars electric e acustic tracce 1,4,6,7,8,9,11,13
alex catania - guitars e keyboards tracce 3,5
stefano priola - guitar traccia 5
marco roagna - guitar traccia 12
valter valerio-  tromba traccia 2
 
"the supreme" e' un brano realizzato con ottone pesante.
 "i fiori del mare" scritta con giorgio bonino
 
cover: cosimo malorgio
grafica: gaia chiummento
tracce realizzate tra il gennaio 2019 e il maggio 2o20 negli studi liquid air di torino

 
 

Sullo stesso artista: Recensione di Segnali di pace (Topolàin)




28 lug 2020

Hiromi


Pianista che suona anche le tastiere elettroniche, Hiromi Uehara (nata il 26 marzo 1979), nota professionalmente come Hiromi, è un nome del jazz ormai abbastanza famoso. Proveniente da Hamamatsu, in Giappone, Hiromi possiede una tecnica virtuosistica straordinaria, e sia nelle sue vivaci esibizioni dal vivo, sia nelle sue composizioni, è solita amalgamare generi e sottogeneri musicali come lo stride (una tecnica ritmica del ragtime), post-bop, rock progressivo, musica classica e fusion. 




Iniziò a studiare pianoforte classico a sei anni e successivamente fu introdotta nell jazz dal suo insegnante di pianoforte, Noriko Hikida. A 14 anni si esibì con l'Orchestra Filarmonica Ceca (Ceská filharmonie). A 17 incontrò Chick Corea per caso a Tokyo e questi la invitò a suonare con lui la sera successiva. Iscrittasi al Berklee College of Music di Boston negli USA, dove seguì le lezioni di Ahmad Jamal, ancor prima di diplomarsi ottenne un contratto dalla Telarc. Il suo debutto, allo Scullers Jazz Club nel 2003, entusiasmò la platea. Da allora fu ospite gradita in numerosi festival e manifestazioni. È stata sul palco del Newport Jazz Festival l'8 agosto 2009 e su quello dell'Olympia di Parigi il 13 aprile 2010. Seguì, nell'estate del 2010, la tournée con la Stanley Clarke Band.


The Trio Project
Il trio da lei formato comprendeva inizialmente il bassista Mitch Cohn e il batterista Dave DiCenso. Il suo secondo album Brain (2004) lo registrò con Tony Gray al basso e con il drummer Martin Valihora, che era stati compagni di studio al Berklee, e fino al 2009 ha registrato ed è andata in tournée con loro due. Il bassista Anthony Jackson e il batterista Steve Smith, ospiti su due tracce di Brain, sono presenti nel suo album del 2011 Voice. Nel 2012 Smith venne sostituito dal batterista britannico Simon Phillips (che rimarrà negli album Move del 2012, Alive del 2014 e Spark del 2016). A un suo tour relativamente recente (2015) l'hanno accompagnata Anthony Jackson e Simon Phillips. Spark ha raggiunto la prima posizione n. 1 nella Jazz Billboard Jazz per la settimana del 23 aprile 2016. 



Hiromi's Sonicbloom
Il 19 ottobre 2006, al trio si è aggiunto il chitarrista David Fiuczynski in una performance alla Jazz Factory di Louisville, Kentucky, e sono così nati gli Hiromi's Sonicbloom. iuczynski è presente nei due album degli Hiromi's Sonicbloom, Time Control e Beyond Standard. A causa degli impegni di Fiuczynski (insegna a Berklee), spesso, negli spettacoli dal vivo, al suo posto ha suonato il chitarrista John Shannon.
Nel tour del 2009, agli Hiromi's Sonicbloom si è aggregato il batterista Mauricio Zottarelli. 



     Hiromi Uehara, fantastica pianista


01. I Got Rhythm 00:00
02. Sicilian Blue 11:10
03. BQE 21:45
04. Berne, Baby, Berne 30:52
05. Pachelbel's Canon 36:31
06. Choux a la Crème 46:05





Qui sotto, di nuovo Hiromi in "Sicilian Blue", con lo Stanley Clarke Trio.



... all'Heineken Jazzaldia 2010

Jazzaldia, Festival de Jazz de San Sebastián (España), 23 Jul 2010


Stanley Clarke - contrabbasso
Ruslan Sirota - tastiere
Ronald Bruner Jr. - percussioni
Hiromi - pianoforte




Discografia essenziale 

  Album in studio come "Hiromi"

Another Mind (2003)
Brain (2004)
Spiral (2005)
Place to Be (2009)
Spectrum (2019)


  Album in studio degli "Hiromi's Sonicbloom"

Time Control (2007)
Beyond Standard (2008)


  Album in studio di "The Trio Project"

Voice (2011)
Move (2012)
Alive (2014)
Spark (2016)


  DVDs

Hiromi Live in Concert (2009, recorded in 2005)
Hiromi's Sonicbloom Live in Concert (2007)
Solo Live at Blue Note New York (2011)
Hiromi: Live in Marciac (2012)


  Partecipazioni e collaborazioni

Chick & Hiromi - Duet (2008, Japan; 2009, international) - live album recorded with Chick Corea at the Tokyo Blue Note
The Stanley Clarke Trio (featuring Hiromi and Lenny White) - Jazz in the Garden (2009)
Flashback - Triangle Soundtrack (2009)
Tokyo Ska Paradise Orchestra - Goldfingers (2010)[9]
The Stanley Clarke Band - The Stanley Clarke Band ('No Mystery', 'Larry Has Traveled 11 Miles and Waited a Lifetime for the Return of Vishnu's Report', 'Labyrinth' and 'Sonny Rollins') (2010)
Tokyo Ska Paradise Orchestra - Walkin' (2012)
Akiko Yano and Hiromi - Get Together -LIVE IN TOKYO- (2011)
Kelly Peterson - Oscar, With Love ('Take Me Home' and 'Oscar's New Camera') (2015)[10]
Akiko Yano and Hiromi - Ramen-na Onnatachi (2017)
Hiromi & Edmar Castañeda - Live in Montreal (2017)