31 ott 2021

Genesis, discografia e note varie

Discografia

From Genesis To Revelation (Decca, 1969) 
Trespass (Charisma, 1970)
Nursery Crime (Charisma, 1971) 
Foxtrot (Charisma, 1972)  
Genesis Live (Charisma, 1973, live)   
Selling England By The Pound (Charisma, 1973) 
The Lamb Lies Down On Broadway (2 LP Charisma, 1974)       
  
Rock Roots (Decca, 1975, anthology, with unpublished tracks)
A Trick Of The Tail (Charisma, 1976) 
Wind And Wuthering (Charisma, 1976)                          
Seconds Out (2 LP Charisma, 1977, live)                       
...And Then There Were Three (Charisma, 1978) 
Duke (Charisma, 1980) 
The Story Of Genesis (2 LP Charisma, 1980, anthology)
ABACAB (Charisma, 1981) 
Three Sides Live (Virgin, 1982, live + studio)
Genesis  (Vertigo, 1983) 
Invisible Touch (Charisma / Virgin, 1986)
We Can't Dance (Virgin, 1991) 
Live - The Way We Walk Vol. 1 (Virgin, 1993, live) 
Live - The Way We Walk Vol. 2 (Virgin, 1993, live) 
Calling All Station (Virgin, 1997)                           
Genesis Archives Vol. 1, 1967-75 (Virgin, 1998) 
Turn It On Again: The Hits (Atlantic / Wea, 1999)            
Platinum Collection (Rhino / Wea, 2005) 



Io sono un aficionado del gruppo inglese ormai da una vita, ovvero da quando un mio cugino mi fece ascoltare Selling England By The Pound - allora su supporto magnetico; leggi: su audiocassetta. Le opere precedenti (Trespass, Nursery Cryme e Foxtrot, oltre all'album "black" - loro debutto - From Genesis To Revelation) arrivarono per me solo successivamente; ma confermarono la mia prima, immediata impressione: i Genesis erano la "mia" band. Comunicavano direttamente col mio cuore - o con la mia anima, se volete - e riuscivo a recepirli anche a livello di cerebro. Furono loro che dischiusero per me i cancelli dell'universo prog.
Il contesto musicale in cui Tony Banks utilizzava pianoforte, Hammond e Mellotron era qualcosa di unico. Ma tutt'e cinque (poi rimasero in quattro... infine in tre) lavoravano per un unico scopo: stupire, inebriare l'ascoltatore. La magia risultava dalla creatività, dalle melodie armonizzate, dall'evidente bellezza delle soluzioni musicali.
E non solo la loro musica sofisticata: anche i loro testi mi risultarono, fin da subito, assai accattivanti. Certo, diverse cose bisognava interpretarle (e non bastava un comune dizionario italiano-inglese per capirle!), ma a quell'epoca c'era il buon Armando Gallo (il più grande esperto italiano [o addirittura mondiale] di questo gruppo) che forniva puntualmente la traduzione con tanto di "note a pie' di pagina" su ogni involucro dei dischi "genesiani" destinati al Belpaese.



Tutto ebbe inizio esattamente nel 1968, con From Genesis To Revelation: un gioiellino di musica pop con influenze R&B e soul. Melodie struggenti che già rivelano la qualità eccelsa del songwriting, sostenuta dall'urgenza emotiva. Alcune canzoni di From Genesis To Revelation sono talmente belle e senza tempo che sarebbero capaci ancora oggi di scalare le hit parade di mezzo mondo.
Due pezzi esclusi dalla prima edizione (il celebre "album nero") e aggiunti in molte delle successive ristampe, cioè "One Eyed Hound" e "The Silent Sun (single mix)", lasciano capire la voglia di "rockare" che avevano i quattro ragazzi inglesi, voglia inibita da una produzione troppo "morbida" di cui è responsabile Jonathan King. King era uno sfegatato fan dei Bee Gees prima maniera (tutti coretti e arrangiamenti di archi) e, a sua volta, un cantante melodico.
Le edizioni più recenti dell'album sono state arricchite da due demo di quell'epoca: "Image Blown Out" e "She's So Beautiful".

Trespass (1970) segna il passaggio dei Genesis dalla Decca alla Charisma e nel contempo la loro entrata nell'universo prog. In quel torno di tempo, il rock progressivo era considerato "la nuova musica classica", e non a caso fu denominato anche "art rock".
Trespass, prodotto da John Anthony, fu registrato ai Trident Studios.
Da "Looking for Someone" a "The Knife", è un fantastico susseguirsi di madrigali e trascinanti cavalcate guidate dalle tastiere di Tony Banks e dalle chitarre di Michael Rutherford e Anthony Phillips. La band lascia già intravedere in che cosa consiste la sua grandezza: pianissimi strizzacuori si inframezzano a crescendi inattesi dove spesso la chitarra distorta cinge il sintetizzatore in un dolce abbraccio. La voce di Peter Gabriel è brillantemente graffiante, "cattiva".
Durante la tournée per promuovere l'album, Gabriel saltò giù dal palcoscenico del Friar's Inn di Aylesbury (dove il gruppo era praticamente di casa) e si spezzò una caviglia; mentre i suoi compagni continuavano imperterriti a suonare, il cantante fu ritrascinato sullo stage a forza di braccia affinché portasse a termine l'esibizione...
Phillips e il batterista John Mayhew si congedarono dopo la registrazione di Trespass...




Leggi la presentazione e le recensioni degli album (fino a The Lamb...):

From Genesis To Revelation (1969)
Trespass (1970)
Nursery Cryme (1971)
Foxtrot (1972)
Selling England By The Pound (1973)
The Lamb Lies Down On Broadway (1974).


23 ott 2021

Mauro Mulas e... gli Entity

Prima di arrivare a Chiaroscuro (disco di jazz attuale del Mauro Mulas Trio), prendiamo in considerazione la pubblicazione - "tarda", purtroppo - de Il Falso Centro, album degli "storici" Entity, banco di prova progressive del tastierista, compositore e produttore sardo Mauro Mulas e di alcuni suoi accoliti di allora. Lo 'studio album' in questione venne realizzato tra il 2009 e il 2012 e, quando la Lizard (o meglio la Locanda del Vento, sua sottoetichetta) lo pubblicò nel 2013-2014, degli Entity in vero stavano pian piano svanendo le tracce: un altro capitolo assai interessante ma in pratica forse già chiuso di Mauro Mulas, il quale si muove in continuazione... per tornare ancora e sempre al suo grande amore, il jazz.


Il Falso Centro è un prodotto che vale la pena scoprire, un "concept" tipicamente progressive, una serie di brani che formano un'unica storia. La narrazione si accentra sul risveglio di coscienza di un uomo, un uomo che vuole reimpossessarsi della propria vita e, per farlo, sa che occorre abbattere l'ego, che è frutto dell'invadenza di una società che risucchia le persone nei propri meccanismi. Il cantato è in italiano.



Da un'intervista a Mauro Mulas su 'Arlequins' a proposito del progetto "prog" Entity.


"Come musicista hai qualche tastierista a cui ti ispiri, o che ti piace particolarmente?"


"A parte Keith Emerson, sicuramente Jan Hammer. Anche Chick Corea mi piace molto. Per restare in campo progressive, un altro è Rick Wakeman, anche se non apprezzo in particolare il suo modo di restare spesso ancorato a certe soluzioni barocche. Un lavoro che mi piace molto degli Yes è Tales from Topographic Ocean, che contiene a mio avviso molte idee originali."




Songs / Tracks Listing (album Il Falso Centro)

1. Davanti allo specchio (4:45)

2. Il Desiderio (16:37)

3. Il Tempo (8:41)

4. Il Trip dell'ego (5:26)

5. "ANT" (9:27)

6. L'armatura (12:42)

7. La Notte oscura dell'anima (5:59)


Total Time 63:47


Line-up / Musicians

- Sergio Calafiura / vocals

- Marco Panzino / drums

- Marcello Mulas / guitars

- Gigi Longu / bass

- Mauro Mulas / keyboards


Releases information

Label: Lizard Records/Locanda del Vento (LDV0000007)

Country: Italy

Release date: 1st February 2014


Su etichetta e distribuzione GT Music Distribution

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   Mauro Mulas omaggia Keith Emerson: "Manticore"



Quest'altro progetto (vedi video sottostante) si chiamava KTL, nato dalle idee del musicista e producer Marco Angioni, che con l'aiuto di Mulas e di parte dei componenti degli Entity ha portato quei pezzi nati in studio in concerto.
Nel 2001 KTL ha aperto il concerto dei Jethro Tull al Molo Ichnusa e nel 2006 il gruppo si è esibito nel festival "InProgress One" di Sestu.


A parte le cose con gli Entity e i KTL, Mulas vanta numerosi collaborazioni con artisti e gruppi non solo sardi. Ha partecipato all'album I racconti del mare degli Akroasis di Pierpaolo Meloni, organizzatore del festival InProgress One, rivisitando per pianoforte due loro tracce. Ha partecipato al progetto Colossus Iliad, di Marco Bernard, con due brani per pianoforte di propria composizione (vedi su Spotify: Iliad, a Grand Piano Extravaganza). C'è poi da segnalare l'album del M'Organ Quartet, con il chitarrista Massimo Ferra: un lavoro di jazz-rock con qualche influenza progressiva.

Ha inoltre realizzato una composizione per l'ambizioso progetto Colossus sul Decameron: una suite in quattro parti dove suona pianoforte e tastiere e dove si sentono anche il clarinetto di Marco Argiolas e la batteria di Marcello Mameli. 





1 ott 2021

La Decima di Beethoven

Un gruppo di musicologi e programmatori ha usato l’intelligenza artificiale per immaginare come avrebbe potuto essere la sinfonia che il compositore tedesco lasciò incompiuta




Quando Ludwig van Beethoven morì nel 1827, erano trascorsi tre anni dal completamento della sua Nona Sinfonia, per molti indiscutibilmente la sua opera magna. Beethoven aveva già iniziato a lavorare alla decima sinfonia ma, a causa del deterioramento della sua salute, non era stato in grado di fare molti progressi: tutto ciò che lasciò ai posteri furono alcuni schizzi musicali.

Da allora, i suoi fans così come i musicologi si sono chiesti che cosa avrebbe potuto essere l'ultima sinfonia del Maestro. Oggi, la visione del grande compositore ha preso vita.

Il tutto è avvenuto grazie alla startup Playform AI ("AI" = "Artificial Intelligence"). Un team di storici della musica e altri esperti (tra di loro ovviamente anche diversi esperti di informatica) ha insegnato a una macchina computatrice, a un calcolatore elettronico... sì, a un computer, sia l'intero lavoro di Beethoven che la sua metodologia creativa.




È stato un lavoro di oltre due anni; e per il 9 ottobre 2021 è fissata l'uscita ufficiale (su CD e non solo) dell'opera. Nella stesso giorno in cui è prevista la prima mondiale, a Bonn, città natia di Ludwig van. 



Ovviamente non è la prima volta che si tenta di "ricostruire" la Decima: nel 1988, il musicologo Barry Cooper provò a completare il primo e il secondo movimento (sui quattro complessivi), cercando di restare fedele a quella che pensava fosse stato il progetto di Beethoven. La composizione di Cooper è in realtà "la" composizione di Beethoven: Cooper ha messo insieme i frammenti, unendoli... Un'operazione che ha convinto non pochi ascoltatori, i quali davvero credono di sentire "la mano" di Beethoven in questo spartito. Ma che - ed era inevitabile - ha sollevato anche dubbi e polemiche.



... Ed ecco qui, invece, la Decima "composta" dall'IA, dall'intelligenza artificiale. Questo è solo una breve clip.



Segue una video-documentazione un po' più lunga.