24 mag 2023

Addio a Tina Turner

 È morta la leggendaria cantante nota come la "Queen of Rock’n Roll".


#tinaturner #musica #pop



    Ike & Tina Turner - "Nutbush City Limits" (1973)


La fama le arrivò durante la sua turbolenta collaborazione musicale con Ike, genio alquanto... irrequieto della musica nera. Poi Tina Turner scelse la carriera solista e divenne non solo una delle cantanti più famose al mondo ma, a iniziare dagli Anni '80, una vera icona del pop. 




È morta all'età di 83 anni dopo una lunga malattia. Negli ultimi anni aveva sofferto di problemi di salute. Nel 2016 le era stato diagnosticato un cancro intestinale e un anno dopo aveva subito un trapianto di rene.



Tina Turner era un nome d'arte: la cantante e attrice statunitense - naturalizzata svizzera - era nata come Anna Mae Bullock. La data: il 26 novembre 1939. Il luogo: Brownsville, Tennessee, dunque nel profondo Sud degli States. È riuscita ad affermare e ad amplificare l'identità, la personalità delle donne nere nel rock'n'roll. Mick Jagger ha ammesso che, per il suo proprio personaggio per il palcoscenico, ha tratto ispirazione dalle esibizioni dal vivo di Tina Turner, tutte altamente energiche. 





Dopo due decenni trascorsi a lavorare con il marito purtroppo manesco (formavano un duo soul-funk di successo), Tina si è avventurata "fuori" da sola e, dopo alcune false partenze (in quel periodo, molti le consigliavano di rimettersi insieme a Ike Turner), sfondò con l'album Private Dancer. Da lì, non ci furono più limiti.

And I might have been queen

I remember the girl in the fields with no name

She had a love

Oh, but the river won’t stop for me…

                                                                   (da “I Might Have Been Queen”)

 La sua vita è stata raccontata in diversi libri e documentari, in un musical e - nel 2021 - nell'acclamato biopic dal titolo Tina.


Link: La storia di Tina Turner sul sito Rockol.it


 

20 mag 2023

Amazing Blondel... again

Nel 1970 debuttava un gruppo che avrebbe dato un'impronta particolare al folk-rock: gli Amazing Blondel.



Molti non lo sanno o non se ne ricordano, ma John Gladwin e Terry Wincott suonavano entrambi in una band molto "elettrica": i Methuselah. 

I Methuselah erano un gruppo di hard rock tendente al rock progressivo... e al folk. Si inquadrano in un periodo in cui in Inghilterra diventava più forte l'interesse per sonorità rinascimentali (ne sono testimonianza "Lady Jane" dei Rolling Stones o anche alcune canzoni di Donovan). In seguito i Methuselah si trasformarono in Blondel e da lì in Amazing Blondel, producendo un LP in stile rock con influssi blues ed elementi di psichedelia. 

Fu Evensong, del 1970, a segnare la svolta, attraverso la quale gli Amazing Blondel (John David Gladwin, Terence Alan Wincott, Edward Blair) esplorarono il mondo delle ballate e dei madrigali medievali. Il trio familiarizzò con strumenti quali: liuto, oboe, cittern (una sorta di cetra), contrabbasso, organo a canne, armonium, flauti dolci, cromorno, chitarra, ocarina, percussioni. 

Nel successivo Fantasia Lindum (più vicino al rock progressivo) si sarebbero aggiunti la cornamusa, il dulcimer, la ghironda e il clavicembalo. 

Dall’album seguente in poi, gli Amazing Blondel abbandonarono le atmosfere elisabettiane per spostarsi verso sonorità simili a quelle degli Steeleye Span.




       Dal Medioevo: Amazing Blondel


       La dolcezza dei suoni "elisabettiani" degli Amazing Blondel

I più giovani lo ignorano: ad inizio Anni '70 gli Amazing Blondel vennero spesso a suonare in Italia, dove si era formato un accanito gruppo di loro aficionados...

Quando nel 1973 gli Amazing Blondel rimasero in due per l'uscita di John David Gladwyn - che voleva continuare a indirizzarsi soprattutto verso la musica medievale -, pubblicarono, fra il 1973 e il 1976, quattro album con la formazione a due: Blondel ("l'album viola", il nostro preferito, con un certo Steve Winwood al basso!), Mulgrave Street, Inspiration e il pessimo Bad dreams.

Tornarono insieme, in tre, nel 1997, com'è testimoniato dall'album Restoration, che di nuovo tendeva più verso la musica delle origini della band.  

Poi nel 2010 arrivò The Amazing Elsie Emerald, di nuovo senza Gladwin, e quell'album fu una cattiva idea (lo mettiamo quasi al livello del deludente Bad dreams). Dopo, fu la fine definitiva.




>> Nessuno, ascoltandoli la prima volta, si sognerebbe di catalogare gli Amazing Blondel come gruppo rock, né tantomeno "progressive". Eppure [...] <<

           Un ricordo degli Amazing Blondel su Zerovirgolaniente



      Amazing Blondel - Fantasia Lindum (1971) 



Chitarre acustiche più strumenti antichi quali il liuto, il clavicembalo, l’harpsichord, l’oboe, il dulcimer, la cetra, il cromorno, l'harmonium, la ghironda...: ecco i tre musicisti degli Amazing Blondel che ci invitano nel loro salotto medieval-elisabettiano. 

Apre l'LP la suite "Fantasia Lindum", che occupa tutto il lato A. La voce di John Gladwin, leader della band, si svolge attraverso melodie e atmosfere rese ancora più suggestive dai cori degli altri due membri (anche loro polistrumentisti), Terence Wincott ed Eddie Baird.

Parte la seconda facciata e constatiamo che, pur restando fermo  l'orientamento folk-britannico, i brani si arricchiscono di spunti di influenza West Coast, con accenti un po' à la Crosby Still & Nash. 

Chiude il disco “Seige Of Yaddlethorpe", marcia militare con cornamuse e soprattutto con rullate di batteria ad opera di Jim Capaldi, batterista dei Traffic, gruppo anch'esso sotto contratto con la label Island.



Articolo su Prog Bar Italia

(con vari video e foto):

"Quando gli Amazing Blondel rimasero in due"




            Amazing Blondel - England (1972)  





"L'album viola" è forse il capolavoro degli Amazing Blondel, anche se la critica e molti fans non sono d'accordo. Secondo noi, è proprio qui, qui che i menestrelli inglesi si allontanano un po' dalle atmosfere medievaleggianti, pur restando in ambito di "musica antica", "tradizionale", quella musica che risalta l'arte, l'anima stessa del loro progetto. Canzoni dolci, bucoliche. Suoni pacati, voci "mellow" e, soprattutto, la bellezza delle melodie.

Certo: non erano più gli "Amazing Blondel": ora erano i "Blondel" e basta... Ma sapevano - e sanno - ben avvolgere l'ascoltatore e trasportarlo sulla piazza e nelle viuzze di un borgo inglese di 400, 500 anni prima!

'The Purple Album' è progressive folk, sicuramente. Con questo disco si lasciano alle spalle il sound elisabettiano pur gradevole e intraprendono lo stesso percorso che intrapresero i Gryphon già a partire dal secondo album per arrivare a destinazione con il quarto  Treason.




               La defaillance di Eddie Baird

Un vecchio giornale musicale: Sounds. Un articoletto  a pagina 3 del numero del 30 novembre 1974. Vi si parla dei (molti) concerti degli Amazing Blondel successivi all'uscita dell'album Mulgrave Street. Sul palco: i Roxy Music e i Blondel (questi ultimi accompagnati da un'orchestra): strano abbinamento, anche se si pensa che i Roxy Music erano sotto contratto presso Island Records mentre gli Amazing Blondel erano passati a un'etichetta minore, la DJM (Dick James Music Records, che venne poi chiusa nel 1986).



Da tempo gli Amazing Blondel avevano - parzialmente - rinunciato alla musica antica, cercando di produrre brani più "accessibili". Sarebbe stato questa scelta a causare vari strappi all'interno del terzetto, come sappiamo. Il conflitto maggiore era tra il desiderio dei manager, i quali premevano per organizzare un numero maggiore di concerti, e quello del gruppo, che invece voleva passare più tempo in studio di registrazione a produrre nuovo materiale. Alla fine, tale situazione portò, nel 1973, alla partenza di John Gladwin, colui che aveva scritto la maggior parte dei loro brani. I rimanenti due membri decisero di continuare come duo, accorciando il nome del gruppo in "Blondel" ed esibendosi  in compagnia di formazioni orchestrali.

Quello del 1974 fu un tour vario, sia in Europa che sull'Isola, con viaggi qui e là; a macchia di leopardo.

Nell'articolo si dice:

>> Eddie Baird ha avuto un mancamento poco prima di salire sul palco al Politecnico di Newcastle, la scorsa settimana. Trasportato all'ospedale, gli è stato riscontrato 'un esaurimento'. Sembrava essersi ripreso e difatti si è fatto trovare pronto, venerdì scorso, per esibirsi con la band al Goldsmiths College di Londra. Ma lunedì purtroppo è collassato nuovamente. << 

Al di là di questa "curiosità": spulciando i vari articoli d'epoca sugli Amazing Blondel, si nota l'atteggiamento altezzoso, a volte arrogante di tanta critica musicale, atta a seguire i generi alla moda ed escludere dai propri favori gli artisti che producevano suoni alia. Era quasi già un miracolo trovare qualcosa circa gli Amazing Blondel su una qualche rivista rock della metà degli Anni Settanta. Ricordiamoci tra l'altro che furoreggiava il punk...


#medieval #folkrock #progfolk 



Annie Barbazza at Club Giardino.

Covers di:

Amazing Blondel, Genesis, King Crimson, Yes.



 Il prog-folk acustico) degli Amazing Blondel sul palco del "Folkest" di Spilimbergo (Pordenone) nel 1998

Ci sono tutt'e tre i membri: John David Gladwin,Terry Wincott ed Eddie Baird. E la musica che a quel punto loro producono è ancora bella come lo era quasi 30 anni prima!



15 mag 2023

'L'Eliogabalo'

 L'unico album di Emilio Locurcio (torinese, 1953-2021). 

 Uscì nel 1977, anno di rivolte giovanili in Italia. La stessa label lo considerò troppo "hot", pericoloso per via dei testi e per quel che stava succedendo nel Paese; e non venne perciò propagandato.

Album rock dalle virate prog che è in sintonia con il periodo della sua pubblicazione. (Contestationi studentesche, cultura underground, Indiani metropolitani: pacifisti contro violenti...)

"Eliogabalo fece ridisegnare tutti i cimiteri da Walt Disney e da quel momento fu molto divertente andare a trovare i Morti..."

Tanta fantasia, tanta cinica ironia. La RCA lo "mise a tacere"...

Vi partecipano Claudio Lolli, Lucio Dalla, Rosalino Cellamare (poi Ron), Teresa De Sio. Musicisti dei Pierrot Lunaire e dei Crash...

 Ordina! (MP Records)




Dalle viscere della terra si sprigionavano degli strani vapori

e come per incanto apparvero le roulottes dei comici e degli attori (...)


Sono due versi da 


L'Eliogabalo


operetta iperrealista

di Emilio Locurcio


personaggi e interpreti

   rosalino cellamare (uno studente medioborghese)

   lucio dalla (un contadino ancora puro)

   teresa de sio (una ragazza metropolitana)

   claudio lolli (un dolce narratore)


Negli Anni '70 uscirono diverse opere rock che erano "favole", "fantasie", "operette" e una delle più originali è senz'altro questo L'Eliogabalo. L'album raffigurava in scala 1:1 il momento che si stava vivendo, caratterizzato da una rivolta portata avanti dai "fricchettoni", dagli "Indiani metropolitani" che avevano ripreso lo slogan anarchico-dadaista "Una risata vi seppellirà!" Testi ben scritti e certamente irriverenti, quelli di L'Eliogabalo, ma non tanto da giustificare l'operazione boicottaggio che fece la stessa etichetta musicale che aveva finanziato e stampato il prodotto (la IT; l'ostruzionismo ebbe luogo comunque per mano dell'azienda madre, la RCA).

La copertina-poster del CD (noi teniamo tra le mani l'edizione del 1997, pubblicata da MP Records a 20 anni dall'uscita dell'originale) è un foglio pieno di disegni, come un caotico, ricco fumetto; per la precisione: come una serie di vignette non dissimili da quelle che riempivano i giornali satirici dell'epoca (Il Male su tutti). E porta anche testi poetici, osservazioni, oltre a un'Ultima Cena con le caricature dei politici italiani dell'epoca, e in questa precisa vignetta si vede un Pasolini insanguinato sotto il tavolo e, tra i gaudenti che stanno seduti al desco, un inconsolabile Berlinguer; con Agnelli, Craxi e Andreotti in bella vista. Insomma: l'Who's Who della Prima Repubblica. 

Occorre ripensare a ciò che significò per l'Italia il compromesso storico (voluto o agognato da Berlinguer, capo del Partito Comunista Italiano), nonché ai motivi dell'efferato omicidio dello scrittore e regista Pier Paolo Pasolini, che scosse il mondo culturale nostrano e non solo (lo scrittore bolognese, di madre friulana e "naturalizzato" romano, aveva ficcanasato un po' troppo in certe faccende sporche, sporchissime, di petrolieri e affaristi vari, che lui riteneva responsabili di complotti internazionali e anche dello stragismo italiano).

Tutte le illustrazioni sono opera di Emilio Locurcio.



Il concetto di L'Eliogabalo prende il via con un evento quasi allegro, carnascialesco:


Hanno eletto Eliogabalo imperatore.

Ah cavoli, ma allora si fa subito la rivoluzione?

Sì, dài, vatti a vestire, altrimenti arriviamo tardi. 


(Così si legge nel primo "quadro" della storia grafica...)


    


Se scorriamo i testi di L'Eliogabalo, ci ritroviamo de facto con un bel manoscritto tra le mani, un lavoro letterario-teatrale. Che Claudio Lolli, Dalla, Ron ossia Rosalino Cellamare e Teresa De Sio abbiano partecipato alla realizzazione di quest'opera rock in veste di album progressive è garanzia di qualità, oltre che di... urgenza sociopolitica.

La poesia moderna dei testi è un toccasana e può benissimo essere apprezzata dagli ascoltatori odierni. Versi quali:


Dal finestrino del treno ora decifrano la mia vita

ad ogni galleria mi aggrappavo al vetro con le dita

andavamo attraverso scompartimenti devastati

inciampando sopra bagagli ormai dimenticati

alberi gelati dalla neve scivolavano via dal finestrino

poi qualcosa di caldo e tenero mi venne vicino

qualcuno che mi toccava con la mano per capire chi ero (...)

                               ("Uno studente medioborghese")

 Emilio Locurcio, l'autore di tale "operetta iperrealista", un po' si rifà al cantautorato impegnato (Giovanna Marini, Leo Ferrè) ma ancor più sta ad eseguire un'azione teatrale. La rappresentazione scenica è tra i massimi interessi della sua vita. Tant'è vero che, dopo aver lavorato come attore di teatro e cinema, nel 1989 arriverà a fondare a Torino 'Maigret Magritte', scuola di Teatro e "casa" di molti aspiranti mimi e individui dagli interessi affini. 

           Ecco un video di presentazione del disco:


Le canzoni sono suddivise in quattro parti: 

La Veglia, Il Viaggio, La Visione, L'Attesa

anticipate da un "Monologo d'Apertura".


    Full album


Il CD dell'edizione/ristampa M.P. Records è comodamente ordinabile qui.

Dopo la M.P., altre etichette si sono impegnate a ristampare il disco: la giapponese Marquee nello stesso anno 1997 (CD, Papersleeve), Akarma nel 1999 (LP, Gatefold), la BMG, Dischitalia, nel 2003 (CD, Album, Remastered, Limited Edition, Gatefold Papersleeve) e infine la RCA, Sony Music nel 2011 (CD, Album, Remastered, Limited Edition, Gatefold Papersleeve).

  Chi era Eliogabalo

Un ragazzo arabo il cui nome vero risultava essere Marco Aurelio Antonino, noto anche come Heliogabalus. Costui venne proclamato imperatore all'età di 14 anni. Regnò dal 218 al 222 d.C. In questo breve lasso di tempo, l'imberbe regnante si distinse per la sua condotta immorale. Organizzò feste e spettacoli scandalosi e incoraggiò pratiche religiose poco... ortodosse.

Fu uno dei pochi imperatori romani ad aver adottato il culto di una divinità orientale: il dio Sole siriano El-Gabal (che gli diede il nome). Ciò suscitò l'indignazione dei senatori e del popolo, che lo accusarono di eresia.

Frequenti ribellioni e complotti caratterizzarono il suo regno. Venne assassinato da una congiura militare, nel 222 d.C., quando aveva 18 anni. 


La figura di Eliogabalo ha ispirato e ispira scrittori e musicisti di tutto il mondo. Locurcio non fu il primo a dedicarsi a lui, né l'ultimo. Conformemente al personaggio, il disco sembra esaltare l'irrazionalità: l'ordine pubblico viene capovolto, nel cielo appare una primavera feroce e la gente si abbandona a una frenesia dolcissima. A capo dei carabinieri viene posto un ballerino...

In "Eliogabalo Imperatore", traccia 9 dove Lolli e Dalla cantano insieme, il testo fa: 


Dalle viscere della terra si sprigionarono degli strani vapori

e come per incanto comparvero dei comici e degli attori, 

che come grappoli d’uva nera fin troppo fermentata 

zampillavano fuori dai solchi in preda a una gioia scatenata. 

La lotteria degli zingari indicò Eliogabalo come nuovo imperatore.


 Locurcio aveva conosciuto Claudio Lolli, che ammirava, diversi anni prima, organizzandogli un tour in Piemonte. Un'altra sua icona era il drammaturgo Antonin Artaud (Héliogabale ou l'anarchiste couronné, 1934) e, casualmente, proprio nel ’77, uscì il Super Eliogabalo di Alberto Arbasino, il libro più surrealista dello scrittore vogherese. 

A Roma, dove Locurcio era andato in qualità di attore per partecipare a un film con Rosalino alias Ron – Lezioni private, di Vittorio De Sisti -, grazie al suddetto Ron conobbe Lucio Dalla, che aveva appena ottenuto successo (l'ennesimo!) con Com’è profondo il mare

Ai due cantautori piacquero le canzoni che Emilio Locurcio fece loro ascoltare. Noi stessi, vagliando il risultato finale, possiamo definirlo per certi versi un album a metà lolliano, imparentato con gli "Zingari felici" (appunto di Claudio Lolli), e per un po' anche dalliano. Il puntino sulla i viene rappresentato dalla presenza della brava e bella Teresa De Sio.

 Gaio Chiocchio (che nel ’73 aveva fondato con Arturo Stàlteri i Pierrot Lunaire) è tra i musicisti che registrarono il disco, insieme ai Crash, gruppo progressive che accompagnò Rino Gaetano fino alla sua morte.


Purtroppo l'album ebbe un destino sfortunato. 

Ha raccontato lo stesso Locurcio:

Era stato già fatto ascoltare alla stampa [nel 1976, N.d.R.], addirittura Castaldo aveva scritto una bella recensione su Repubblica, una pagina intera divisa tra Eliogabalo e De Gregori, il disco di 'Generale'. Poi ci fu il rapimento Moro e la situazione cambiò. Melis, il patron della RCA [cui la IT era affiliata, N.d.R.], dice: «No, questo disco non esce, è troppo schierato, non possiamo sembrare dei fiancheggiatori delle Brigate Rosse». Allora Micocci disse: «Lo tengo io alla IT, ne stampo un po’ di copie, lo faccio uscire in qualche negozio…». Uscì un anno dopo, in sordina, che nessuno se ne ricordava più.

[...] Ci ero rimasto così male per com’era andata, che smisi con la musica. Avevo cominciato a lavorare con lo Stabile di Roma, poi mi trasferii a Parigi, per fuggire. Vi rimasi due anni...


I tempi cambiarono. L'album di Lolli del 1980, Extranei, segnò questa frattura. Emilio Locurcio rimase amico del cantautore bolognese. Ed era solito parlare bene anche di Giorgio Lo Cascio, altro artista disponibile, generoso. Ma: "Dopo gli anni di piombo, tutto questo è scomparso."





(...) il calice delle ostie stracolmo di cioccolatini e confetti, ma il vino rimase

la gente dichiarò: "Adesso sì che preferiamo le chiese alle nostre case!"

e quando le ballerine presero per sempre il posto dei chierichetti

e sui sacri affreschi del Dugento comparvero dei grandi fumetti

allora la gente, lo giuro, cominciò a divertirsi sul serio (...)


Emilio Locurcio è scomparso nell’aprile del 2021 a causa del Covid. Un’incredibile, tragica vicenda familiare: prima è venuto a mancare un suo fratello. E, nel giro di poche ore dalla morte di Emilio, se n'è andata anche la sua compagna, Luigina Dagostino (attrice e regista teatrale), che, come lui, era stata ricoverata in ospedale tre settimane prima.



Fonti e link per approfondire

         La storia di L'Eliogabalo ben raccontata da 'Rockit'

                                   L'album su Bandcamp

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