17 giu 2023

David Bowie - 'Nothing Has Changed'

L'antologia per i 50 anni di attività

Dopo il box set Sound + Vision (1989, rielaborato nel 2003), nel 2014 uscì la raccolta Nothing Has Changed: un altro tentativo di abbracciare una carriera pluridecennale. Non è necessariamente un "Best Of" (di quelli ne girano già parecchi!), ma una retrospettiva di cui la versione su 3 CD ha una track list in ordine cronologico inverso: si inizia dal pop jazz-sperimentale di "Sue" per terminare con i primissimi successi dell'"alieno" David Bowie.

Se Topolàin dovesse compilare un'ideale Hit Parade dello "White Duke", simbolicamente inizierebbe con "Heroes" e finirebbe con "Absolute Beginners". (E non è detto che non lo abbia già fatto, per piacere personale.) Davvero niente è cambiato? È cambiato tanto invece...

     "Sue (Or In A Seson of Crime)"


>>> L'intera playlist di Nothing Has Changed su Youtube <<<

[L'eclettismo tipico di Bowie è sempre ad alto livello. Molti dei brani, soprattutto quelli recenti, hanno una bella impronta jazz e non disdegnano lo sperimentalismo, tanto da farli avvicinare all'ambito "prog".]

 

 David Bowie, original name David Robert Jones, (born January 8, 1947, London, England—died January 10, 2016, New York, New York, U.S.) was an English singer-songwriter and actor.


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 Recensione di Nothing Has Changed su "Sentire Ascoltare"

        "Moonage Daydream", il docufilm

David Bowie, alieno perfetto: L'uomo che cadde sulla Terra

2 giu 2023

Ricordando Alberto Radius

 Ieri si è celebrato il genetliaco di Alberto Radius, storico leader dei Formula 3 e noto anche per essere "la memoria storica del rock italiano".



Nacque a Roma il 1° giugno 1942. Suo padre era il giornalista e scrittore Emilio Radius.
Appassionato di musica fin da ragazzo, Alberto iniziò la carriera sul finire degli anni Cinquanta in una banda da sale da ballo. Dopo la "naja" (il servizio militare), si esibì nei club della Penisola insieme ai Campanino, complesso che arrivò a fare da apripista per gli Equipe 84. Trasferitosi a Milano, suonò nei Quelli (poi noti come Premiata Forneria Marconi), al posto di Franco Mussida, impegnato a sua volta nel servizio di leva.
Con il rientro di Mussida, Radius lasciò il gruppo e si unì a Tony Cicco e Gabriele Lorenzi, formando i Formula 3. Con la Formula 3 debuttò nella Numero Uno, l’etichetta fondata da Lucio Battisti, e lì cominciarono i grandi successi. Dopo lo scioglimento del trio, avvenuto nonostante i riconoscimenti e le importanti collaborazioni, Alberto Radius formò un altro complesso di discreto successo negli Anni Settanta: Il Volo, insieme a Mario Lavezzi, Vince Tempera, Gianni Dell’Aglio, Bob Callero e Gabriele Lorenzi.
Dopo la fine di quest’altra esperienza, nel 1976 tornò a dedicarsi alla carriera solista. Iniziò per lui anche un'intensa carriera da 'session man' al fianco di Lucio Battisti, Marcella Bella, Franco Battiato e altri importanti artisti del pop nostrano. Divenne quindi anche uno dei principali produttori discografici italiani.
È scomparso il 16 febbraio di quest'anno, ottantenne, dopo avere a lungo combattuto contro un brutto male.
In un’intervista al Corriere della Sera, Albert Radius ha raccontato di avere imprestato gli strumenti a Jimi Hendrix per un’esibizione a Milano, negli anni Sessanta.
Poi, polemicamente, ha dichiarato che i talent show "hanno ucciso la musica" e che Ligabue è "bravissimo" ma ha scritto una canzone e poi ne ha fatte cento uguali!



Celebrando Alberto Radius (1. giugno 1943 - 16 febbraio 2023)
Il Volo. Fondato nel 1974 su iniziativa di Mogol e della Numero Uno come evoluzione della Formula 3, era composto da Alberto Radius (Formula 3) e Mario Lavezzi (i Camaleonti e Flora Fauna Cemento) alle chitarre e voce, Vince Tempera alle tastiere e, sempre alle tastiere, ancora un componente dei Formula 3, Gabriele Lorenzi, poi Bob Callero (Osage Tribe e Duello Madre) al basso e Gianni Dall'Aglio (I Ribelli) alla batteria.


Il Volo collaborò con Lucio Battisti negli album Anima Latina del 1974 - in particolare con il contributo di Callero e Dall'Aglio - e Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso eccetera del 1975; però, forse anche per il deteriorarsi dei rapporti tra Radius e Mogol, il risultato venne considerato insoddisfacente e la formazione venne cambiata, mantenendo comunque la registrazione originale con gli elementi de Il Volo del brano "Io ti venderei".
Il gruppo produsse due dischi con musiche proprie e (almeno sul primo) testi di Mogol, nel 1974 e nel 1975: Il Volo e Essere o non essere? Essere! Essere! Essere! e si esibì al Festival del Proletariato Giovanile al Parco Lambro di Milano, organizzato da Re Nudo, e al Festival Pop di Villa Pamphili. Nel 1975 accompagnò Francesco De Gregori in concerto e suonò nell'album di Fausto Leali Amore dolce, amore amaro, amore mio, per poi sciogliersi alla fine dell'anno.



Il Volo - Essere O Non Essere? Essere, Essere, Essere!
(album, 1975)
In questo secondo full-lenght del gruppo, Mogol firmò i testi di un solo brano. Pare che avesse litigato con Alberto Radius. E, anche in qualità di capo delegato della label Numero Uno, lasciò "cadere" Il Volo, nonostante i buoni riscontri in campo nazionale.

- Alberto Radius: voce, chitarra acustica, chitarra elettrica, sitar
- Mario Lavezzi: voce, chitarra acustica, chitarra elettrica, chitarra a 12 corde, mandolino
- Vince Tempera: tastiere, pianoforte, clavinet
- Gabriele Lorenzi: tastiere, organo Hammond, sintetizzatore
- Bob Callero: basso
- Gianni Dall'Aglio: batteria
Label: Numero Uno

 




       Formula 3 - Sognando e risognando (1972) 



    "Alberto Radius in concerto" (Rai 2, 1979)



Uno dei tanti elogi funebri (La Provincia, Cremona)