Nel 1945, insieme a un socio, inaugurò uno studio di registrazione (battezzato J&M Recording Studio) nel retro del negozio di alimentari dei suoi genitori, all'883 della North Rampart Street, Nuova Orleans, Quartiere Francese. Lo studio (che poi si trasferì in altre sedi più comode, sempre nel French Quartier) rimase attivo fino agli Anni Settanta e se ne servirono, tra gli altri, Fats Domino, Little Richard, Professor Longhair, Jerry Lee Lewis, Ray Charles, Lee Dorsey, Ernie K-Doe, Lloyd Price, Smiley Lewis, Dr. John, Sam Cooke.
Nel 1960 Matassa cercò di fare la concorrenza all'industria discografica delle grandi companies e creò l'etichetta Dover Records. Ma il progetto fallì abbastanza presto. L'italo-americano spiegò in seguito di non possedere i requisiti per avere successo "in un mondo di tagliagole". Il tentativo lo lasciò con debiti per circa 200.000 dollari: allora una vera montagna di soldi.
Tuttavia la sua amarezza si mantenne entro certi limiti. Trascorse gli ultimi tre decenni nel negozietto ereditato dai genitori, che ora portava avanti insieme alla moglie, Jennie - all'anagrafe Jennie Marie Maggio -, con la quale convisse per 65 anni, fino alla morte di lei, avvenuta nel 1999.
Nel
drugstore parlava volentieri, con i clienti che lo richiedevano, della J&M Records e della scena musicale di New Orleans.
Ottenne diversi riconoscimenti, a livello locale e nazionale. Nel 2012 fu accolto nella Rock and Roll Hall of Fame.
Niente male per il figlio di un emigrato siciliano! (Suo padre era arrivato in America nel 1910...)
In tutte le sue interviste, anziché sottolineare i propri meriti, Cosimo Vincent Matassa amava esaltare la bravura dei musicisti che erano passati dal suo studio e che avevano buttato un po' della loro luce anche su di lui. "La mia tecnica di registrazione? Semplice: cercavo di riprodurre il loro suono e la loro voce il più fedelmente possibile." Dichiarò inoltre: "Non avevo nessuna idea che quei dischi sarebbero passati alla storia..."
Già; un senso per la "storia" Cosimo Matassa non lo ha mai posseduto. A chi gli ricordava che questa o quella canzone erano state registrate da lui, spesso rispondeva che non ne aveva il minimo ricordo. Matassa fu il primo tecnico del suono di Fats Domino, nel 1949 (la band era diretta da Bartholomew, che produsse anche il disco). In un solo giorno, nel retro del negozietto di alimentari vennero registrati otto brani, tra cui "The Fat Man". Fu l'inizio della carriera musicale di Domino & Bartholomew, che tornarono spesso a usare quello e anche gli altri studi di registrazione di Matassa.
Eh sì, perché l'italo-americano mutò abbastanza spesso l'indirizzo, pur rimanendo nel cuore artistico-musicale di New Orleans; e arrivò a registrare/produrre 21 dischi d'oro e 250 piazzamenti nella
hit parade stelle-e-strisce.
Oltre a dozzine di dischi di Fats Domino, transitarono attraverso le apparecchiature e i microfoni di Cosimo Matassa brani come "Lawdy Miss Clawdy", "Mardi Gras in New Orleans", "Tipitina", "I Hear You Knocking" e "Long Tall Sally".
Tre dei brani considerati come tra i primissimi del rock'n'roll furono registrati da lui: il già citato "The Fat Man" e inoltre "Good Rockin' Tonight" di Roy Brown e il celeberrimo "Tutti Frutti" di Little Richard.
Tra i successi R&B che hanno l'impronta di Matassa e della J&M, si contano "Tell It Like It Is" (Aaron Neville), "Sea Cruise" (Frankie Ford), "Mother-In-Law" (K-Doe) "Barefootin'" (Robert Parker). Ma aggiungiamoci anche "Mardi Gras Mambo" (Art Neville and the Hawketts), "Ain't Got No Home" (Clarence "Frogman" Henry), "Carnival Time" (Al Johnson), "Let the Good Times Roll" (Shirley and Lee) e ulteriori tessere del mosaico sonoro della musica degli Anni 60 (canzoni interpretate da Irma Thomas, Lee Dorsey, Benny Spellman e Chris Kenner).
"Nessun trucco, nessun overdubbing o effetto riverbero: registravo questi artisti così come suonavano in natura."
Gli stessi cantanti hanno confermato le asserzioni di Matassa: aveva una sorta di sesto senso nel saper piazzare i microfoni e regolare i vari livelli di suono e frequenza. Dr. John affermò che, "una volta preparata l'apparecchiatura per la sessione di registrazione, assai raramente Cosimo spostava qualche leva o girava una manopola".
Nel libro di John Broven dal titolo Rhythm and Blues in New Orleans, un altro musicista, Rebennack, parla di un "Cosimo Sound", consistente in batteria "forte", basso "heavy", pianoforte "leggero", chitarra "heavy" e un lieve suono di fiati, con la voce solista che rimaneva dominante.
Fu l'incipit di quello che successivamente sarebbe stato chiamato il "New Orleans Sound".
Se vi interessa, il Matassa's Market a New Orleans esiste ancora e viene gestito dai figli e nipoti di Cosimo...