11 ago 2020

I Genesis nel 1980

Dopo la dipartita di Peter Gabriel e, soprattutto, di Steve Hackett, i Genesis cambiarono volto. Pur continuando ad offrire concerti straordinari. Notevole quello al Lyceum Theatre di Londra (due dates: 6 e 7 maggio 1980). Notate il carisma di Collins e l'apporto preziosissimo alla chitarra e al basso di Daryl Stuermer (già famoso per aver suonato con Jean Luc Ponty e George Duke). Stuermer fu chiamato a sostiture Hackett e poi seguì Collins nella sua carriera solista. 
Alle pelli d'asino: Chester Thompson... 

Solo quaranta minuti di quelle due magiche serate al Lyceum vennero registrate: per la celebre trasmissione della BBC The Old Grey Whistle Test. Il video qui presente (durata: 2 ore e 20 minuti!) cerca di riprendere - sulla base di spezzoni vari, non pertinenti necessariamente ai concerti al Lyceum - l'atmosfera e i suoni di quell'epoca, creando l'illusione di continuità. I 40 minuti registrati per il The Old Grey Whistle Test vi sono integrati. 






Quelli sottostanti sono i 40 minuti originali (scarsi) registrati dalla BBC. 



Vedi anche: Storia dei Genesis (su Prog Bar Italia)



3 ago 2020

The Moody Blues





Pongono le loro radici nel rhythm and blues per poi giungere al rock psichedelico e a quello progressivo, grazie anche all'uso del mellotron (Michael Pinder). Fu questo il marchio di fabbrica di The Moody Blues nel periodo aureo, dal 1967 al 1974. Rispetto ad altri gruppi definiti progressivi, loro prediligono però la forma "canzone", con melodie ad ampio respiro. Esempio calzante è il loro più grande successo, "Nights in White Satin" del 1967. 



A tutt'oggi è una delle rock band più longeve della storia, con oltre 50 anni di attività live e 70 milioni di dischi venduti.

Ah, eccola: "Nights In White Satin"!
Quando si parla dei Moody Blues, si pensa subito a questo pezzo.
La lunghezza, 7 minuti e 37 secondi, che eccedeva di molto la lunghezza media di un singolo, fece sì che il brano non divenisse popolare subito. Esistono due versioni denominate 'single edit', entrambe senza la partecipazione dell'orchestra, elemento invece predominante nella versione dell'album.






"I’m a melancholy man, that’s what I am, 
All the world surrounds me, and my feet are on the ground. 
I’m a very lonely man, doing what I can, 
All the world astounds me and I think I understand 
That we’re going to keep growing, wait and see." 

     "Melancholy Man"

I primi sette LP sono quasi un'esperienza religiosa per i fan del gruppo. Per via dei testi e delle atmosfere musicali completamente nuove. È un approccio poetico all'esistenza - poetico e per certi versi misticheggiante, pur se in maniera laica.

    Questo è il disco del 1971, il sesto: Every Good Boy Deserves Favour


Già l'artwork era alquanto speciale



     Video che spiega (quasi) tutto: The Moody Blues live at the Isle Of Wight Festival 1970

Facciamo un momentino un salto quantico e diamo una sbirciatina ai Moody Blues del 1999. Strange Times (ultimo album con il flautista e cantante Ray Thomas) vede l'aggiunta di un musicista italiano: Danilo Madonia — tastiere, organo, orchestrazione - e qui anche sound engineer.
La formazione è: Justin Hayward — vocals, guitar; John Lodge — vocals, bass guitar, guitar; Ray Thomas — vocals, flute, tambourine; Graeme Edge — drums, percussion, vocals. 
Madonia, genovese, e in Italia molto noto nell'ambito della musica leggera, collaborò con i Moody Blues durante un suo soggiorno londinese di due anni e mezzo.



... mentre quella seguente è una loro canzone amata dai fans della prima ora. Pensiamoci bene: fu scritta prim'ancora dell'uscita di Sgt. Pepper, dei Beatles.




"Now you know that you are real,
Show your friends that you and me
Belong to the same world..."

    Un altro capolavoro, tra i loro "standard". Per molti, un'esperienza trascendentale!

Nel 1969 la musica dei Moody Blues era progredita a tal punto che il primo dei due album di quell'anno, On the Threshold Of A Dream, viene considerato punto di riferimento per i Genesis e i King Crimson. Il tema ricorrente del disco è incentrato sull'"esplorazione dei sogni". La suite finale è composta da un poema e da 4 brani: idea molto innovativa per l'epoca. 



Ecco un brano da Octave (1978), nono album di The Moody Blues. Michael Pinder, il tastierista, qui già è in procinto di lasciare la band (si era fatto una famiglia in California) e presto al suo posto subentrerà l'ex-Yes Patrick Moraz (e il suono dei Moody Blues assumerà connotazioni "moderne"... nel senso di "discotecare"!). Pinder rimarrà nella storia come pioniere del mellotron; tra l'altro introdusse il mellotron al suo amico John Lennon e i Beatles lo avrebbero utilizzato in "Strawberry Fields Forever".



    Moody Blues. Commerciali anche nel primo decennio di attività... ma con quel 'quid' di progressive che attira sempre l'attenzione.

Poche altre parole su questo gruppo.
Ray Thomas (R.I.P. 2018), suonava il flauto e cantava. Ma era soprattutto un bravo compositore. Scrisse, tra il 1967 e il 1972, alcuni classici della band, come "Dear Diary", "Legend of a Mind (Timothy Leary's Dead)", "And the Tide Rushes In" e "For My Lady", tra gli altri, prediligendo spesso uno stile vicino al folk. 

Ray Thomas è in basso a destra


Il gruppo esiste ancora (!). I membri originali tuttora presenti sono: Graeme Edge - batteria, percussioni; Justin Hayward - chitarra elettrica ed acustica, voce; John Lodge - basso elettrico, chitarra, voce. Hayward iniziò a scrivere la maggior parte delle canzoni dei Moody Blues a partire dall'album The Other Side of Life del 1986, dal momento che Ray Thomas diede sempre meno il suo apporto. 

John Lodge






Quello sottostante è un album del 1969 (il secondo in quell'anno) e dunque del periodo d'oro. Disco certamente proto-progressive se non progressive 'tout court'!




 
Discografia (parziale)

Days Of Future Passed (1967)
In Search of the Lost Chord (1968)
On the Threshold Of a Dream (1969)
To Our Children’s Children’s Children (1969)
A Question of Balance (1970)
Every Good Boy Deserves Favour (1971)
Seventh Sojourn (1972)
Caught Live +5 (1977)
Octave (1978)
Out Of This World (1979)
Long Distance Voyager (1981)
The Present (1983)
The Other Side Of Life (1986)
Sur La Mer (1988)
Keys Of The Kingdom (1991)
Strange Times (1999)
Hall of Fame: Live At the Royal Albert Hall (2000)
A Night At Red Rocks (2002)
December (2003)

2 ago 2020

Dove e quando inizia il progressive rock?

Quando iniziò veramente il prog?
Okay, d'accordo. Tutti citano i King Crimson ma...

I primi vagiti del rock progressivo si possono ricercare in Rubber Soul (1965), sesto album dei Beatles, dove vengono utilizzati strumenti atipici quali l’armonium ("We Can Work It Out"), il sitar ("Norvegian Wood"), il bazouki ("Girl") e il mellotron ("In My Life"). Nel successivo Revolver (1966), i Fab Four da Liverpool azzarderanno ancora di più con meticolosi arrangiamenti orchestrali, curati da George Martin, lasciandosi andare a sorprendenti alchimie sonore. Revolver: un 33 giri essenziale –perché non si era mai sentito prima di allora nulla di simile –che modifica alla radice i semplicistici canoni del beat melodico.

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... e... che cos'è il rock progressivo?

Tempi dispari e inconsueti; tastiere e sintetizzatori: queste le principali caratteristiche del rock progressivo. Musica classica, jazz, folk, musica elettronica e musica sperimentale, e sonorità indiane: ecco quelle che sono le fonti ispiratrici - ma non sempre e non per tutti -  degli artisti progressive. 

    The Nice

Esempi di contaminazione classica sono brani come "A Whiter Shade of Pale" dei Procol Harum, ispirata alla celebre Aria sulla quarta corda dalla Suite nº 3 BWV 1068 di Johann Sebastian Bach; la "Toccata per pianoforte" di Alberto Ginastera eseguita da Emerson, Lake & Palmer, che peraltro nel 1971 registreranno l'album Pictures at an Exhibition, lavoro quasi totalmente orientato all'opera omonima di Mussorgskij; oppure "Rain and Tears" degli Aphrodite's Child, adattamento in chiave pop del celebre Canone in re maggiore di Pachelbel o "The Thoughts of Emerlist Davjack", eseguita nel 1967 dai The Nice di Keith Emerson sull'album di debutto del gruppo, intitolato proprio The Thoughts of Emerlist Davjack. È del 1968 l'omonimo disco degli Arzachel (originariamente noti come Uriel), che resterà il loro unico, e The Aerosol Grey Machine dei Van der Graaf Generator. Il brano "Horizons", dei Genesis, si richiama chiaramente alla Suite per violoncello BWV 1007 di J.S. Bach, e c'è la celeberrima "Bourrée" dei Jethro Tull - dal loro album Stand Up -, composizione originariamente sempre di J.S. Bach. Brani di classica vennero ripresi anche dai Renaissance, dai Focus, dagli Ekseption, da Beggars Opera
E anni più tardi (dal '79 in poi) arrivarono gli anglo-australiani Sky, che entrarono nella hit parade - capitalizzando le esperienze di band precedenti - con la loro "Toccata" ("Toccata and Fugue in D Minor" di J.S. Bach) e altri pezzi di compositori dei secoli andati. 

     "Time Table"



Riguardo alla commistione col jazz, è emblematico il jazz-rock dei Soft Machine, di Hatfield and the North (scena di Canterbury) e dei Nucleus. Ma anche in questo caso andrebbero ricordate molte altre formazioni, tra cui i Caravan (anche loro appartenenti alla scena canterburiana; "Nine Feet Underground") e i King Crimson ("21st Century Schizoid Man").

 Caravan

Su Prog Bar Italia: articolo sui Caravan


Per quanto riguarda il folk, i già menzionati Jethro Tull - che non hanno certo bisogno di presentazioni - hanno sfornato album quali Aqualung, Thick as a Brick e Songs from the Wood: fusione tra la musica popolare e il progressive. Interessanti anche gli Amazing Blondel, i Gryphon, i Pentangle...



     I Nucleus e la loro jazz fusion


    Originariamente da Canterbury: la Third Ear Band, che univa, al rock, elementi attinti dalla musica indiana, da quella sacra medievale, nonché dalla musica psichedelica


Ascoltando "Knots" dei Gentle Giant e "The Gates of Delirium" degli Yes si riscontra l'attenzione agli arrangiamenti con la creazione di articolati intrecci musicali. In questo campo, peraltro, sono imbattibili i Genesis (vedi Storia dei Genesis, su Prog Bar Italia), fuoriclasse soprattutto nello scovare e nel proporre melodie di bellezza insuperabile, madrigali, motivi che si rincorrono armonizzando. 



Cos'altro caratterizza il progressive rock? Predilizione per i brani lunghi, per le suites, e uso di strumenti classici (pianoforte, archi, fiati), etnici (sitar), elettrici o elettronici (organo Hammond, Mellotron e sintetizzatori), insieme al  basso elettrico e alle percussioni.

     "Fountain Of Salmacis"


     I britannici East Of Eden produssero i loro migliori lavori insieme al violinista Dave Arbus - il quale tra l'altro era in grado di suonare pure il flauto e il sassofono


In non pochi casi, si tratta davvero di... musica assoluta! O meglio: ricerca del bello, dell'assoluto, tramite le note del pentagramma.
Ci basti pensare ai Pink Floyd, già esperti in proprio di sperimentazione (A Saucerful of Secrets, More, Ummagumma), i quali, con il supporto di un esperto come Alan Parsons, hanno dato un ancora più accresciuto contributo alla ricerca sonora e compositiva, con Atom Heart Mother (1970). E più tardi raggiungendo il picco assoluto con The Dark Side of the Moon (1973). Ma l'intera opera di questa band (anche dopo il distacco di Roger Waters) è da antologia.

     "Astronomy Domine"

      "The Final Cut"




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