Un album ispirato dai Carmina Burana (poesie religiose medievali dell'Europa Centrale)
Sembrerebbe un disco di musica religiosa ma è di più: è un'opera che rientra nel folk-rock d'avanguardia, nel Krautrock, nel rock progressivo, nel folk medievale, nello psych folk.
Di "psych" si deve assolutamente parlare, giacché l'iniziatrice del progetto è in seguito diventata celebre come autrice di libri di terapia di danza, trance, estasi, ipnosi, esperienze mistiche. Nata a Basilea ma di nazionalità americana, Kay Hoffman ha compiuto studi di musica, filosofia e ipnosi e si è dedicata alla programmazione neurolinguistica. Ha insegnato danza, sviluppando il suo personale sistema di terapia del movimento.
Disco stranissimo ma per noi interessante questo Floret Silva, in quanto la Hoffman (nel ruolo di compositrice e musicista) si servì anche di alcuni nostri vecchi conoscenti del progressive rock per realizzarlo: i Pierrot Lunaire, più segnatamente Gaio Chiocchio e Jacqueline Darby (quest'ultima, la conosciamo per aver partecipato all'album Gudrun).
Tracks:
1. Iste Mundus2. Floret Silva3. Exorcisms4. Intermezzo (Chume Chume)5. Ich Will Truren6. Rondo7. Mai Tanz8. Quot Sunt Horae9. Tot10. Sonus Dulcis Lyrae11. Ouverture Zum Fest12. Intermezzo (Fagott Sommer Nacht Promenade)13. Tempus Instat14. Langueo (Vacilantis)15. Chume Chume16. Nummus17. Post Communio Sancti Cyrilli
- All: Choir/Chorus
- Mark Armstrong: Reissue Coordination- Carlo Bardi: Bassoon- Gaio Chiocchio: Arranger, Guitar (Electric)- Jonathan Coleclough: Design- Renato Cordovani: Clarinet, Clarinet (Bass), Sax (Tenor)- Jacqueline Darby: Laughs, Siren, Vocals, Voices- Christoph Heemann: Tape Transfer- Kay Hoffman: Arranger, Clavinet, Composer, Percussion, Piano, Primary Artist, Voices- Michele Losappio: Arranger, Clavinet, Composer, Engineer, Fender Rhodes, Piano, Trombone, Vocals- Tolmino Marianini: Trumpet- Maurizio Pieri: Engineer- Sandro Raimondi: Drums, Engineer, Percussion, Sax (Alto)- Gianni Salaorni: Guitar (Acoustic), Guitar (Electric)- Kevin Spencer: Audio Restoration- Simo Valzania: Arranger, Bass, Bass (Electric), Bouzouki, Composer, Effects, Engineer, Flute, Glockenspiel, Guitar, Guitar (Acoustic), Harp, Harpsichord, Organ, Recitation, Toy Piano, Violin, Vocals, Water Effects- Nicola Vernuccio: Bass, Bowed Double Bass, Double Bass
Chi lo ha recensito (pochi) ha accostato questo disco allo stile di Dr. Strangely Strange, Gong, Stone Angel, Incredible String Band... Comus. diciamo che appartiene a un sottogenere dell'IPR (Italian Progressive Rock) - allo psych folk underground.
La Hoffman si è sforzata di mettere in musica parti dei Carmina Burana, come già fece il tedesco Carl Orff nel 1935-36 (sua la celebre cantata intitolata appunto 'Carmina Burana'). Si tratta di un'antologia medievale (dell'XI-XIII sec.) di 253 componimenti poetici a tema mistico-religioso in Altdeutsch e in francese antico.
Aiutata dai Pierrot Lunaire (in primis dalla cantante classica gallese Jacqueline Darby), Hoffman realizzò dunque il suo Floret Silva, che ha una genesi tumultuosa per causa di tempi non rispettati e altri ostacoli, cosicché l'opera non vide la luce nel 1977 e neppure nel 1978, come era previsto (e doveva uscire per la RCA), ma soltanto nel 1985, grazie a una piccola etichetta giapponese (Belle Antique). Tre decenni dopo la sua nascita, il disco venne finalmente pubblicato in un'edizione degnissima: da Robot Records.
A tratti sembra di sentire una protoversione dei Dead Can Dance... se questi sapessero cantare il latino (la Darby, a quanto possiamo giudicare, l'antico idioma lo conosceva bene). Gli strumenti principali sono il flauto, l'arpicordo o clavicembalo, fiati e strumenti a corde. La musica tradizionale dalla coloratura medievale presenta inserti avanguardistici (con risate, sirene, aggiunte vocali à la Luigi Nono o Luciano Berio) e ornamenti di sonorità rock stile Anni Settanta. Ad un certo punto non si sa più cosa sia più anacronistico: le melodie pastorali e a sfondo religioso (ma a tratti sembra piuttosto un prendersi gioco di tanto trasporto di fede!) oppure i passaggi modernistici.
È un album davvero strano e intrigante, che piace e cattura chi sul serio vuole essere catturato. E che ci impone di riascoltarlo più volte.
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