6 ott 2024

Dopo la catastrofe: gli Alphataurus

Buona Domenica da Topolàin!

Che cosa ne pensate del nuovo album degli Alphataurus, 2084: Viaggio nel Nulla?



Ascoltarlo è come guardare un film o leggere un romanzo distopico. La storia del 'concept' dunque regge!

Lo storico gruppo milanese ha festeggiato la nuova, attesissima uscita anche inaugurando/rinnovando la sua homepage: https://alphataurus.it/

Formazione attuale
    • Pietro Pellegrini (membro fondatore): Hammond, sintetizzatore
    • Franco Giaffreda: voce solista, chitarra
    • Andrea Guizzetti: pianoforte, tastiere, voce
    • Diego Mariani: batteria, percussioni, voce
    • Tony Alemanno: basso, voce

     Hanno suonato nell'album:
                Guido Wassermann: chitarre elettriche e acustiche, synth, campionatore e cori
                Pietro Pellegrini: organo Hammond, synth e campionatore
                Franco Giaffreda: voce, chitarra elettrica, chitarra acustica, flauto
               Andrea Guizzetti: pianoforte, synth, cori
                Diego Mariani: batteria, glockenspiel, cori
                Tony Alemanno: basso

Mi interessa sentire il vostro parere sulla parte musicale di 2084: Viaggio nel Nulla. Scrivete i commenti sotto questo post!
Ascoltate/ordinate 2084... su Bandcamp ! (click!)


L'album su La Feltrinelli 



La storia degli Alphataurus su Wikipedia.it

Gli Alphataurus su 'Prog Archives'

La band "personalmente" su Facebook

11 set 2024

'Floret Silva'

Un album ispirato dai Carmina Burana (poesie religiose medievali dell'Europa Centrale)


Sembrerebbe un disco di musica religiosa ma è di più: è un'opera che rientra nel folk-rock d'avanguardia, nel Krautrock, nel rock progressivo, nel folk medievale, nello psych folk.

Di "psych" si deve assolutamente parlare, giacché l'iniziatrice del progetto è in seguito diventata celebre come autrice di libri di terapia di danza, trance, estasi, ipnosi, esperienze mistiche. Nata a Basilea ma di nazionalità americana, Kay Hoffman ha compiuto studi di musica, filosofia e ipnosi e si è dedicata alla programmazione neurolinguistica. Ha insegnato danza, sviluppando il suo personale sistema di terapia del movimento.



Disco stranissimo ma per noi interessante questo Floret Silva, in quanto la Hoffman (nel ruolo di compositrice e musicista) si servì anche di alcuni nostri vecchi conoscenti del progressive rock per realizzarlo: i Pierrot Lunaire, più segnatamente Gaio Chiocchio e Jacqueline Darby (quest'ultima, la conosciamo per aver partecipato all'album Gudrun).


   Tracks: 

1.  Iste Mundus
2.  Floret Silva
3.  Exorcisms
4.  Intermezzo (Chume Chume)
5.  Ich Will Truren
6.  Rondo
7.  Mai Tanz
8.  Quot Sunt Horae
9.  Tot
10.  Sonus Dulcis Lyrae
11.  Ouverture Zum Fest
12.  Intermezzo (Fagott Sommer Nacht Promenade)
13.  Tempus Instat
14.  Langueo (Vacilantis)
15.  Chume Chume
16.  Nummus
17.  Post Communio Sancti Cyrilli



     Musicisti e altri fautori del Floret Silva:

- All: Choir/Chorus


- Mark Armstrong: Reissue Coordination

- Carlo Bardi: Bassoon

- Gaio Chiocchio: Arranger, Guitar (Electric)

- Jonathan Coleclough: Design

- Renato Cordovani: Clarinet, Clarinet (Bass), Sax (Tenor)

- Jacqueline Darby: Laughs, Siren, Vocals, Voices

- Christoph Heemann: Tape Transfer

- Kay Hoffman: Arranger, Clavinet, Composer, Percussion, Piano, Primary Artist, Voices

- Michele Losappio: Arranger, Clavinet, Composer, Engineer, Fender Rhodes, Piano, Trombone, Vocals

- Tolmino Marianini: Trumpet

- Maurizio Pieri: Engineer

- Sandro Raimondi: Drums, Engineer, Percussion, Sax (Alto)

- Gianni Salaorni: Guitar (Acoustic), Guitar (Electric)

- Kevin Spencer: Audio Restoration

- Simo Valzania: Arranger, Bass, Bass (Electric), Bouzouki, Composer, Effects, Engineer, Flute, Glockenspiel, Guitar, Guitar (Acoustic), Harp, Harpsichord, Organ, Recitation, Toy Piano, Violin, Vocals, Water Effects

- Nicola Vernuccio: Bass, Bowed Double Bass, Double Bass


 Chi lo ha recensito (pochi) ha accostato questo disco allo stile di Dr. Strangely Strange, Gong, Stone Angel, Incredible String Band... Comus. diciamo che appartiene a un sottogenere dell'IPR (Italian Progressive Rock) - allo psych folk underground.


La Hoffman si è sforzata di mettere in musica parti dei Carmina Burana, come già fece il tedesco Carl Orff nel 1935-36 (sua la celebre cantata intitolata appunto 'Carmina Burana'). Si tratta di un'antologia medievale (dell'XI-XIII sec.) di 253 componimenti poetici a tema mistico-religioso in Altdeutsch e in francese antico.


Aiutata dai Pierrot Lunaire (in primis dalla cantante classica gallese Jacqueline Darby), Hoffman realizzò dunque il suo Floret Silva, che ha una genesi tumultuosa per causa di tempi non rispettati e altri ostacoli, cosicché l'opera non vide la luce nel 1977 e neppure nel 1978, come era previsto (e doveva uscire per la RCA), ma soltanto nel 1985, grazie a una piccola etichetta giapponese (Belle Antique). Tre decenni dopo la sua nascita, il disco venne finalmente pubblicato in un'edizione degnissima: da Robot Records.  






A tratti sembra di sentire una protoversione dei Dead Can Dance... se questi sapessero cantare il latino (la Darby, a quanto possiamo giudicare, l'antico idioma lo conosceva bene). Gli strumenti principali sono il flauto, l'arpicordo o clavicembalo, fiati e strumenti a corde. La musica tradizionale dalla coloratura medievale presenta inserti avanguardistici (con risate, sirene, aggiunte vocali à la Luigi Nono o Luciano Berio) e ornamenti di sonorità rock stile Anni Settanta. Ad un certo punto non si sa più cosa sia più anacronistico: le melodie pastorali e a sfondo religioso (ma a tratti sembra piuttosto un prendersi gioco di tanto trasporto di fede!) oppure i passaggi modernistici.

È un album davvero strano e intrigante, che piace e cattura chi sul serio vuole essere catturato. E che ci impone di riascoltarlo più volte.


Links correlati:


  Tony Pagliuca - Rosa Mystica


  Pierrot Lunaire




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22 lug 2024

"Core 'grato" in jazz e altre uscite "avventurose"

 Avventurose o, come direbbe qualcuno, "fuori di testa"? 

In realtà si tratta qui di tre opere che vogliono stendere le antenne in direzione musica sperimentale, con uno dei tre lavori (il primo) che può avere - e ha - anche un alto valore di intrattenimento.

[Articolo da Faust's Look.]

3 uscite "avventurose"
Jazz / avanguardia

Nuove uscite "diverse".
La prima è Core 'ngrato, del Guarino Savoldelli Quartet. Piacerà a tanti! Gli altri due album solo per cultori e amanti dell'elettronica.



Uscito in associazione con Moonjune Records:

Core 'ngrato

by Guarino Savoldelli Quintet


itinerario eccentrico nella canzone napoletana


Peter Thelen, su Exposé, ha scritto:
Corrado Guarino è un nome noto nella scena jazz italiana, nonostante le sue pubblicazioni non siano numerose. Per Core 'ngrato ha collaborato con l'acclamato cantante Boris Savoldelli, già conosciuto alla maggior parte dei lettori di Exposé per la sua associazione con Moonjune Records e per svariate uscite su quell'etichetta. A completare il quintetto ci sono Guido Bombardieri al sax alto e clarinetto, Tito Mangialajo Rantzer al contrabbasso e il batterista Stefano Bertoli: tutti loro hanno tutti suonato in precedenti dischi di Guarino (Chi? del 2004, una serie di cinque album-tributo dal nome Le Fiabe del Jazz pubblicati tra il 2008 e il 2011, e Si Vede Che Era Destino (2011), nonché probabilmente in alcuni altri di cui non sono a conoscenza. La band era dunque ben affiatata già prima dell'arrivo di Savoldelli, ma sono le sue vocalizzazioni camaleontiche e le alterazioni vocali elettroniche che rendono questo album così avvincente e unico.
Savoldelli e Guarino hanno composto solo due dei dieci brani dell'album. Tre canzoni sono tradizionali (risalgono al XVII e XIX secolo), il resto è di altri compositori. La maggior parte dei pezzi sono leggermente rilassati, alcuni allegri e aggressivi - come ad es. "Ciceranella", che sono certo di aver già ascoltato prima [...] “So' Le Sorbe e Le Nespole Amare” è un altro pezzo potente e melodico dal sapore decisamente folk, che offre al sassofonista Bombardieri spazio per brillare. Ogni traccia qui è eccezionale e offre una gamma di idee jazzistiche e vocali che stupiranno l'ascoltatore. 

 




3​+​3

by Tomeka Reid Quartet   Cuneiform Records

 


Tomeka Reid, cello
Jason Roebke, bass
Mary Halvorson, guitar
Tomas Fujiwara, drums
 

La cellista Tomeka Reid (sue tutte le composizioni) ha licenziato nel 2023 questo album di "musica avventurosa", esplorando nuova matematica sperimentale con il suo quartetto stellare, che è così giunto alla terza pubblicazione.


Nel corso di tre motivi/pezzi che confluiscono insieme (proprio come un set che il gruppo suona in concerto), l'album cattura il meglio di questo ensemble d'avanguardia. Il quartetto della Reid si muove con grazia, senza fretta, calibrando costantemente - evolvendola - la conversazione in corso.



Mother Mallard's Portable Masterpiece Co. 

Un progetto "storico", essendo stato fondato nel 1969! 50 anni di musica elettronica su un CD (click!)

Nella primavera del 1969 David Borden era compositore-pianista alla Cornell University (ambito: Danza), ma per due anni aveva anche lavorato - preminentemente nottetempo - presso la Moog Company di Trumansburg, NY, a breve distanza da Ithaca, cercando di comprendere le funzioni del sintetizzatore Moog (allora in fase di sviluppo) e cercare possibilità per usarlo in performance dal vivo.
All'inizio Mother Mallard era un media per eseguire nuova musica alla Cornell, poiché nessun altro lo faceva. Steve Drews fu il primo a unirsi a Borden. David aveva 30 anni, Steve 23. Mother Mallard presentava nei suoi concerti composizioni di Robert Ashley, Morton Feldman, Daniel Lentz, Jon Hassell, Terry Riley, John Cage, Philip Glass, Steve Reich...
Con il MiniMoog e altri sintetizzatori e con l'aiuto della tastierista Linda Fisher, nonché grazie al patrocinio di Bob Moog, il progetto prese davvero vita... 

Gli ultimi concerti e le ultime registrazioni di Mother Mallard's Portable Masterpiece Co. risalgono al 2019, e in quei frangenti vennero usati gli strumenti originali degli Anni Settanta.

  Elettronica /sperimentazione. David Borden e Steve Drews dal vivo insieme a Judy Borsher, dall'album Like a Duck to Water (Cuneiform Records)

12 lug 2024

"Abitare il suono", jazz italiano per le terre del sisma

 Il jazz torna all'Aquila e nelle altre località colpite dal terremoto del 2009


🎶 "𝐀𝐛𝐢𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐨𝐧𝐨" è il tema della decima edizione del 𝑱𝒂𝒛𝒛 𝒊𝒕𝒂𝒍𝒊𝒂𝒏𝒐 𝒑𝒆𝒓 𝒍𝒆 𝒕𝒆𝒓𝒓𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒔𝒊𝒔𝒎𝒂, la manifestazione che, dal 2015, ha portato e continua a portare nella città dell'Aquila e nelle regioni colpite dal terremoto del 2016 la più importante e numerosa rappresentanza del jazz italiano. 




Per questa edizione saranno oltre 𝟑𝟎𝟎 𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐢𝐧𝐯𝐨𝐥𝐭𝐢, oltre 60 eventi e concerti complessivi, 15 piazze, 20mila spettatori attesi. 

Scopri tutto sulla nuova edizione diretta da 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐨 𝐃𝐢𝐨𝐝𝐚𝐭𝐢, 𝐆𝐚𝐛𝐫𝐢𝐞𝐥𝐞 𝐌𝐢𝐭𝐞𝐥𝐥𝐢 𝐞 𝐔𝐠𝐨 𝐕𝐢𝐨𝐥𝐚. 


Jazz all'Aquila - Federazione Nazionale Il Jazz Italiano 

5 lug 2024

Oh No, It's Prog! - il secondo album

Those about to Prog 
We salute you

Beh accidenti, che dire? È un piacere ascoltare la musica sfornata da questo progetto di Gianni Nicola.

È uscito ufficialmente il 5 luglio 2024: il secondo lavoro di Oh No, It's Prog!.

Those about to Prog we salute you - questo il titolo, che ha un suo perché - è un output ancora più coraggioso dell'eponimo Oh No, It's Prog! (vedi nostra recensione), e presenta varie parti "dark". Il chitarrista/ compositore Gianni Nicola si è servito anche stavolta di alcuni turnisti della provincia di Torino, dove risiede.

La prima prova era stata un successo nel suo piccolo, riconfermando la validità di certe autoproduzioni che riescono bene se vi si investe in cuore, energia e pazienza, arrivando finanche a sorprendere gli appassionati più scafati

 Ordini: gianninicola@alice.it


Those about to Prog we salute you salta fuori dopo uno iato che, per i fan di Nicola e del suo prog intenso e sentito, è durato finanche a lungo. Ma si sa: il secondo lavoro è sempre il più problematico (si tratta o di confermarsi oppure di deludere chi ha gradito il debutto) e, alla fine, il tempo impiegato ha ripagato l'attesa. 

Il CD è stato realizzato anche grazie al crowdfunding. La grafica è sobria ma efficiente.

Il titolo dell'opera (per alcuni forse può risultare uno scioglilingua) vuole essere un omaggio a due gruppi che Gianni Nicola ha sempre amato e ammirato: gli AC/DC e i Colosseum (quest'ultimo, come noi aficionados sappiamo, è stato tra i capostipiti dell’ondata prog e jazz-rock). 

    La title track

È un album ispirato e, come il primo, contraddistinto da un'ironia che a tratti è autoironia, anche se qui - come accennato - il suono ha i suoi momenti "oscuri", di profondità esistenziale: un sano struggimento che a noi richiama a tratti Peter Hammill. Alessandra Turri con la sua voce un po' à la Enya infonde un'impronta particolare, malinconica e lieve, alle composizioni di filigrana. D'altronde si denota anche in questo disco la tendenza di Nicola alla lullaby, alla cantilena, perciò la voce di Alessandra è molto adatta. Lei è stata "riconfermata" nella squadra, così come gli altri musicisti presenti nell'album precedente:  

Paolo Gambino, tastierista di formazione classica diplomato al conservatorio in pianoforte. Ha collaborato per dieci anni in studio e in concerto con Eugenio Finardi. Per quanto riguarda il prog, Paolo è estimatore di Tony Banks e Keith Emerson. 

Luca Pisu, bassista e affermato turnista e insegnante. Luca arriva dal mondo del punk e dello ska (per questo è un po' l'"alieno" dei Oh No, It's Prog!) ma conosce un po' tutta la musica e ha una grande ammirazione per il progressive rock. 

Emanuele Bosco, batterista di comprovata esperienza. Oltre al prog, nel suo background musicale ci sono solidi riferimenti al jazz e al funk. Ha fondato il gruppo jazz-rock Antifona, a non pochi di noi già noto.

 Il laboratorio dei sogni


I brani di Those about to Prog we salute you sono sette, per una lunghezza complessiva di 50 minuti e passa. Suggestivi effetti e grandissime tastiere, con i singoli musicisti in forma eccellente. Le gocce sparse di pianoforte nobilitano gli arabeschi contenuti nell'album, che, fin dal primo ascolto, risulta più maturo del debutto e senz'altro più autoconsapevole. 

    "Julian and the Spider"


            Analisi delle tracce


1) "Julian and the Spider": 

un brano breve, riflessivo e malinconico costruito sull’alternanza di due soli accordi. L’idea testuale nasce dalle similitudini che Nicola ha riscontrato nella vicenda di Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, e il mito greco di Aracne, la fanciulla che, rea di aver messo in mostra su un arazzo tutti i tradimenti e le malefatte degli dei, viene trasformata da Atena in un ragno. All’interno dell’ambasciata ecuadoriana, dove è andato a rifugiarsi, Assange viene osservato appunto da un ragno; un ragno speciale, come ci si può immaginare. Due creature all'apparenza diverse ma con un duro destino comune...


2) "Those about to Prog we salute you": 

in questa canzone Gianni Nicola ha voluto prendere in giro con affetto alcuni dei cliché del progressive rock, come ad es. i tempi dispari, gli accordi poco comuni, la teatralità dei frontmen, i testi composti da elaborati giochi di parole, ecc. Un esempio di quell'(auto)ironia di cui abbiamo parlato su.


3) "Still": 

il brano più vecchio di tutta la selezione, nato come demo strumentale durante il lockdown pandemico. Il testo, che è stato scritto appena successivamente, ha a che fare con la capacità della quiete e dello stallo, della stagnazione, di spingere un essere umano a riflettere seriamente su di sé. Gianni Nicola, abituato allo stile di vita e alla vivacità della provincia torinese a ridosso delle montagne, portando a spasso il cane durante quel triste periodo è rimasto colpito da tanta insolita immobilità e dal silenzio. Il brano descrive l'inquietante emergere del disagio interiore che tutti noi ci portiamo appresso.


4) "The Clothes Horse Sect": 

la 'Setta degli Stendibiancheria' (o 'degli Stendini' che dir si voglia). Insieme a "Those about..." è il secondo brano ironico dell'album. L’influenza viene da The Road of Bones, degli IQ. L’atmosfera cupa e cadenzata creata da Gianni Nicola non aveva ancora un testo, quando...

"Per il testo mi è venuta in soccorso mia figlia Arianna, ormai una giovane donna. Quando era adolescente, le avevo consigliato di leggere la saga della Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams: e le piacque molto. Dopo aver ascoltato la demo, Arianna mi disse che le era venuta un’idea e, da lì a poco, mi presentò una traccia tematica che io misi in metrica. Un uomo, rientrando una sera un po’ alticcio dalla birreria, nota qualcosa di molto strano nella casa dei vicini, persone notoriamente schive e riservate. La scoperta è quantomeno spiazzante: i vicini sono un gruppo di alieni che hanno fondato la Setta degli Stendibiancheria, un culto dedito all’adorazione del Sole, in quanto il Sole è l’unico che può garantire una perfetta asciugatura naturale al bucato. Questa setta si batte senza esclusione di colpi contro la Congrega, 'un mucchio di selvaggi che al Sole preferiscono l’asciugatrice'..." 

La cantilena iniziale con i bambini che cantano la versione inglese di 'Giro giro tondo' è un omaggio che il musicista ha voluto fare a un telefilm di fantascienza degli Anni Ottanta: Sapphire & Steel (in italiano:  Zaffiro e Acciaio). 


5) "Disappear": 

brano che risente molto dell’influenza IQ/Genesis. Vi si possono infatti notare, in maniera molto marcata, le influenze banksiane di Paolo Gambino - soprattutto nell’intro. 

"Chiesi a Paolo una soluzione simile all’intro di The lamb lies down… e lui mi prese alla lettera, lasciandomi a bocca aperta. La tematica del brano è molto personale e tratta della voglia di sparire da questo mondo, voglia che di tanto in tanto mi pervade. Parlandone in giro, però, ho visto che si tratta di un pensiero alquanto comune a tante persone, specialmente in questi ultimi tempi…"


6) "The OtherSide of the Bed": 

il brano più lungo e personale di tutto il CD. Vent’anni fa, la separazione dalla prima compagna ha rappresentato per l'artista un terremoto dal punto di vista umano ed emotivo. Ma sulle rovine si può sempre costruire e dunque persino quell'evento è finito per rivelarsi decisamente formativo. La struttura del brano è divisa in tre sezioni.

 - Invisible wall: il talamo coniugale, ereditato da lui, è come se fosse diviso da un muro invisibile. Infatti, il protagonista si ritrova a dormire sempre dalla propria parte, mai dalla parte vuota del letto...

 - It’s a sunny day: sogni e psicoanalisi. L'io narrante passeggia un bel giorno per via Roma, strada torinese assai frequentata, tra tanta gente che fa shopping e che, come lui, si gode il bel tempo. È felice, spensierato. Avverte la presenza dell'ex, ma lei è lontanissima alle sue spalle, un puntino indefinibile nella folla. 

 - The crucial question still remains: dopo il sogno, l'uomo si ritrova di traverso sul letto. Dunque, il muro è caduto, la catarsi è avvenuta. Trascorrono due mesi e incontra il suo nuovo amore, oggi sua seconda moglie. Tempo di riflessioni e di rimuginare su qualche rimpianto: come mai la storia precedente si è conclusa in quel modo? Quali responsabilità cadono su di noi quando finisce un amore?


7) "The Curtain Call": 

ovvero, come voler rendere omaggio ai Jethro Tull di Thick As a Brick e finire con lo scrivere un brano con un ritornello dal fortissimo sapore mariachi! Il testo, in breve, parla della necessità di rallentare uno stile di vita troppo frenetico e desensibilizzante e del fatto che non è vero che il treno passi solo una volta. Quel treno passa solo una volta, sì, ma non è certo l’unico!




Informazioni, ordini: Gianni Nicola
mail: gianninicola@alice.it


6 giu 2024

Il Krautrock di "Kosmischer Läufer"

Kosmischer Läufer. Provenienza: Germania. O forse U.K., Regno Unito.

Un momento! Chi o che cosa è "Kosmischer Läufer"?



                                                         Kosmischer Läufer - Volume One  

                 STORIA 1
Per la prima volta da quando furono registrate a Berlino Est 40 anni fa e oltre...
Ecco le opere "segrete" di Martin Zeichnete, sotto lo pseudonimo "Kosmischer Läufer" ("corridore cosmico"). Lo stile: tra Kraftwerk, Neu! e Can. Solo che questa musica non è il "Krautrock" che noi conosciamo, bensì è nata nella Germania comunista, prima della Caduta del Muro! Il comitato olimpico della DDR la utilizzò per fare allenare gli atleti. La pubblicazione è avvenuta soltanto dopo.

STORIA 2
C'è chi sussurra che un compositore di nome Martin Zeichnete non sia mai esistito e che in realtà questi cinque album di musica elettronica / trance / house (cinque come gli anelli olimpici) siano opera dello scozzese Drew McFayden, che vive a Edimburgo e il quale si sarebbe inventata la fandonia del musicista "segreto" della Germania Est.










Un meraviglioso hoax. E anche il prodotto finale, quello sonoro, convince abbastanza. Ascoltate anche il loro EP Live in Graz [click!], in cui la musica - apparentemente del misterioso Herr Zeichnete - viene eseguita dalla band di Yann Tiersen, band che comprende:

    - Robin Allender: electric guitar, bass
    - Ólavur Jákupsson: Malletkat, electric guitar
    - Lionel Laquerrière: Korg MS-20, bass, sampler
    - Drew McFadyen: Roland SH-101, vocoder
    - Yann Tiersen: Minimoog Voyager, Arturia Minibrute
    - Neil Turpin: drums




28 mag 2024

I motori della musica pop

Molti personaggi, sul palco o dietro lo scenario, hanno contribuito all'evoluzione del pop rock. Noi abbiamo individuato una manciata di nomi determinanti. Ecco, secondo il nostro parere, i più importanti. Veri e propri pilastri!

Nel 1929 Robert Johnson inventa il riff e fa nascere il rhythm'n'blues.
Elvis Presley primo bianco a cantare come un nero nell'America Bianca: è tra i cofondatori, nel 1954, del rock'n'roll, sdoganandolo nel mondo. Lo hanno inventato altri ma, senza di lui, sarebbe rimasto circoscritto.

 Chuck Berry

 Elvis


Folk rock. Nel 1961 Bob Dylan non ha pubblicato ancora nessun disco. Il padrone del locale in cui lui si esibiva voleva cacciarlo perché non gradito, ma scopre che in altri tre ritrovi della scena folk altri artisti suonano già le canzoni di Bob. L'uomo pensa che forse il ragazzo ha talento... e diventa suo manager. 
Nel 1964 Robert Zimmerman (questo il nome di Dylan all'anagrafe) scrive la più famosa canzone del rock, "Like A Rolling Stone", con un colpo di rullante che fa sognare molti musicisti. Nel 1965 esce il primo video rap ("Subterranean Homesick Blues"), adorato da rapper, punk, rockers, dai Beatles, dagli Stones, da Hendrix (che ha elettrificato alcuni brani di Bob Dylan). Il "menestrello di Duluth" ha venduto di più con le sue canzoni cantate da altre: i Byrds hanno fatto tante cover dylaniane; e ricordiamo il successo avuto da "Knockin' On Heaven's Door" nella versione dei Guns'n'Roses.

Nel 1962 i Beatles - via George Martin - inventano il beat, raffinano il pop e passano a visioni psichedeliche (Sgt. Pepper), a brani musicali complessi, piccole opere immortali ("Yesterday").


Tra i manager, abbiamo seguito la traccia americana: Paul Butterfield, Tom Wilson, Albert Grossman... Phil Spector... Sam Phillips (Sun Records). Tom Parker detto "Il Colonnello", manager di Elvis Presley. Poi abbiamo, da questa parte dell'Atlantico, i famosissimi Brian Epstein e (vedi su) George Martin (The Beatles), Andrew Loog Oldham (Rolling Stones), Tony Defries e Tony Visconti (David Bowie)... 
E ancora, allargando l'ottica: Otis Williams, Shelly Berger, Malvin Franklin (The Temptations), Berry Gordy fondatore della Motown, Tony Stratton-Smith fondatore della Charisma Records (Genesis, Van Der Graaf Generator...). Ancora: William George Curbishley (The Who, Judas Priest, Jimmy Page - Robert Plant...). 

Sui produttori e tecnici del suono si potrebbero scrivere trattati: Conny Plank (Krautrock), Andy Jackson e Alan Parsons (Pink Floyd)... Geoff Emerick (The Beatles)... 
E ci sono inoltre i membri "segreti" di band famose! Musicisti che sono stati fondamentali per la riuscita di canzoni e album interi e il cui lavoro è noto a pochi. Leggi a questo link: click!


         USA. La traccia americana

    Paul Butterfield
Arpista blues e leader del primo gruppo multirazziale in America. Fu uno dei musicisti che accompagnarono Dylan al Newport Folk Festival del 1965, dove il menestrello di Duluth decise che era giunto il momento di elettrizzare le proprie ballate. Butterfield era un musicista di prim'ordine, un protagonista della scena folk, eppure non esitò a mettersi al servizio di quel giovane e carismatico poeta folle che era presto divenuto un'icona con schiere di ammiratori anche oltreoceano.

    Albert Grossman
Manager di Bob Dylan, di Peter, Paul And Mary, The Band, The Butterfield Blues Band, di Janis Joplin. Fondò l'etichetta Bearsville e contribuì affinché Woodstock diventasse una colonia di artisti.
Morì nel 1986.

    Tom Wilson
Produttore afroamericano, si spostò dal campo jazzistico (aveva curato registrazioni di dischi di Sun Ra e John Coltrane) al business del pop e del rock. Produsse The Times They Are A-Changin, Another Side Of Bob Dylan e Bringing It All Back Home, più White Light/White Heat dei Velvet Underground, Freak Out! e Absolutely Free dei Mothers of Invention (--> Frank Zappa): tutte pietre miliari di una musica solitamente consumata dai bianchi. 

Torniamo agli artisti. Sponda inglese: nel 1964 in piena era beat i Kinks scrivono la prima canzone hard rock ("You Really Got Me") e per farne seguire altre inventano la rock opera prima degli Who. E non tradiscono l'anima soul. Scrivono satire indovinate (e belle) della società inglese (Misfits, The Village Green, "Waterloo Sunset").
Rolling Stones, non "nemici" dei Beatles ma semmai il loro polo più blues, e ancora all'età di 80 anni nei loro concerti suoneranno di tutto facendo cantare e ballare e sognare il pubblico, con versioni anora scintillanti di composizioni che vanno dal blues ("Midnight Rambler") allo shuffle ("Harlem Shuffle"), attraverso ballate immortali ("Angie") e numeri rock ormai scolpiti nella storia della musica popolare ("Satisfaction").
Ancora in Inghilterra, un certo David Bowie, tra quelli che hanno imparato la lezione del Vaudeville. Il glam rock non lo ha certo inventato Bowie (prima di lui, Bolan, Glitter...), ma "l'alieno", "The White Duke", lo ha saputo portare molto bene sul palco. E scriveva canzoni straordinarie. Con "Space Oddity" del 1969 (prima dello sbarco sulla Luna) ha precorso i tempi. 

Sponda stelle-e strisce. In California ci sono i Doors, band simbolo della ribellione (prima di Berkeley e poi di Parigi). È il primo gruppo musicale acculturato, il primo gruppo che sposa musica e video e precede sonorità West Coast (la chitarra di Kroeger suona come gli Eagles) nonché punk. "Break On Through (To The Other Side)" cambiò la musica. 
 Californiani anche i Grateful Dead, per i quali ci vorrebbe un articolo a parte. E grandi, grandissimi anche i Jefferson Airplane. 
Sempre in America, ma stavolta sulla East Coast, i Velvet Underground, che nascono come espressione musicale dell'estetica dell'artista Andy Warhol ("Sweet Jane", tra le altre canzoni iconiche): sono pre-punk, pre-grunge, pre-tutto.
Ramones nel 1974: la comune rock inventa il punk. Ascoltare "My Sharona" e "Tainted Love". Altro che Manson!

Terra di Albione (avanti e indietro nel tempo e nello spazio...): Pink Floyd, tra psichedelia (era Syd Barrett) e invenzioni avanguardistiche fino alle suite progressive; hanno prodotto un rock spaziale e intimista tutto proprio, arricchito da richiami storici e sociopolitici (Roger Waters). Grazie anche all'ingegnere del suono Alan Parsons, sono approdati ad atmosfere ricche, intense (The Dark Side Of The Moon), creando sonorità fino ad allora uniche nel loro genere. 
Gli inglesi Clash, capitanati da John Strummer, contemporanei dei Sex Pistols (aprivano i concerti nei primi tour dei Pistols, suonando 30 canzoni in 50 minuti), hanno realizzato uno dei migliori dischi non solo del punk: London Calling.
Gli irlandesi U2 non sono il gruppo migliore ma si fanno notare per il loro coraggio e impegno politico: nel 1985 eseguono "Sunday Bloody Sunday" a Wembley davanti agli inglesi! Ci vuole fegato, così come ce ne vuole per tenere un concerto a Sarajevo dopo la guerra nel Balcani.
Green Day: hanno "fatto" il post punk.
Negli USA, Pearl Jam: memorabile la loro tournée con Neil Young, basta sentire il rock di "In A Free World".

Attraverso vari momenti-clou della storia moderna del pop, è sempre presente Brian Eno: con i Roxy Music dapprima, poi in "Heroes" di Bowie, con gli U2... 

Importanti anche i gruppi The Who, Led Zeppelin, Iron Maiden, Metallica. Addirittura fondamentali i primi due.



10 (altre) canzoni da ascoltare per approfondire muovendosi in varie direzioni

1. Genesis - "Dancing With The Moonlit Knight", il top in ambito prog rock, feroce satira della società inglese, con un incastonarsi di melodie molto belle.
2. David Bowie - "Heroes". Canzone ispirata da due innamorati sotto il Muro di Berlino, all'epoca in cui Berlino Est era isolata e separata dal mondo occidentale.
3. Bruce Spingsteen - "Thunder Road", immagine ideale della società americana: parla del tanto decantato sogno americano - appunto. Con una musica in crescendo, da sentire possibilmente dal vivo. Meglio nella versione del concerto a Stoccolma del 1975, con finale a tre chitarre, sax, pianoforte ecc.
4. Bob Marley - "Get Up, Stand Up". L'invito della grande leggenda reggae a non rimanere supini e a ribellarsi contro le ingiustizie.
5. Louis Armstrong - "What A Wonderful World": sana filosofia di vita. Poesia essenziale.
6.Talking Heads - "Psycho Killer". Soprattutto nelle versioni dal vivo. Quello dei Talking Heads è un art rock mai scontato e "Psycho Killer" sembra voler ancora portare in alto lo stendardo del rock piacevole e nel contempo capace di suscitare riflessioni.
7. Laibach - "Tanz mit Laibach", tipica Kraut Musik... prodotta da una band slovena fin da sempre in odore di mito.
8. The Allman Brothers Band - "In Memory of Elizabeth Reed", lunghissima ballata, emblema del Southern Rock
9. Dire Straits - "Money For Nothing". Ancora rock chitarristico, testo critico nei confronti della società dei consumi, uno dei brani dei Dire Straits che - insieme ai loro album - scalò le classifiche mondiali, con l'apporto di un video musicale che furoreggiò su MTV.
10. Cat Stevens - "Father and Son". Cat Stevens (poi Yusuf Islam) incarna il cantautorato che racconta storie vere, mai banali. "Father and Son", che come molte delle canzoni di questo menestrello possiede linee melodiche straordinarie, atte a rendere indimenticabile il brano, narra del gap generazionale, delle differenze di credo, intenti e tradizioni all'interno di una stessa famiglia.   


Momenti cardini della musica popolare moderna

Ci sono sempre stati, e ancora ci sono, eventi profondi – alcuni drammatici, altri semplicemente il classico caso di “posto giusto al momento giusto” – che hanno influenzato il corso della storia. Questo vale anche per la musica e i musicisti che, con i loro album, hanno lasciato un segno indelebile. Elencare tutti i punti di svolta è semplicemente impossibile. Dopotutto, il mondo musicale è in costante evoluzione. Di seguito, alcune delle svolte storiche più significative dell’ultimo secolo. 🎸 

1. Bob Dylan’s e la svolta "elettrica"

Un’icona della scena folk, un artista celebrato come il cantante di protesta più dotato dopo Woody Guthrie, la voce del sottoproletariato: Bob Dylan era ed è un eroe, anche se tipicamente accettato da molti solo con la sua chitarra acustica. È stato in grado di dare vita e riflettere i sentimenti e i pensieri di una generazione nei suoi testi e nella sua musica. Alcuni fan, tuttavia, non gli perdonarono il passaggio alla chitarra elettrica e alla musica elettrica. È stato fischiato dalla scena folk acustica irriducibile. Ma se non avesse imbracciato la chitarra elettrica, non ci sarebbero state pietre miliari significative nella storia della musica, come la rivisitazione di Highway 61 o Blonde on Blonde – due dei più grandi dischi rock-cantautorali degli anni ’60.

 

2. La menomazione di Tony Iommi

La nascita del metal è indissolubilmente legata a un incidente accaduto a Tony Iommi quando aveva appena 17 anni. Il chitarrista dei Black Sabbath rimase incastrato in una macchina mentre lavorava in una fabbrica di lamiere e perse la punta delle dita del medio e dell’anulare della mano destra. Invece di disperarsi, realizzò protesi di plastica con lembi di una giacca di pelle. E, dato che non sentiva i polpastrelli artificiali e aveva una sensibilità diversa, iniziò ad abbassare la tonalità delle corde per facilitare l’esecuzione. Ciò condusse ai powerchords e alla nascita del suono metal con le accordature ribassate.

 

3. Quando Jimi distrusse “Dio”

Jimi Hendrix cambiò tutto. Era il 1966 e la reputazione di Eric Clapton era cementificata: i fan lo reputavano un dio. Il 'guitar hero' per eccellenza, l’icona suprema del blues e del rock. Poi, dal nulla, un giovane e sconosciuto chitarrista americano chiese di "jammare" con i Cream a Londra. Fu una serata storica. Il nome? Jimi Hendrix. Clapton aveva impostato nuovi standard, Hendrix li infranse, superandoli. L’inizio di una nuova era!

 

4. I Beatles pubblicano Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band

Non fu solo una questione di cambio genere, quella di Sgt. Pepper nel 1967. Fu anche l’approccio psichedelico, la transizione da “boyband” carini e affabili ad artisti rivoluzionari. Da idee e concetti a tecniche di produzione, fu tutta un esplosione di creatività. L’album rese quasi banali i lavori dei colleghi dell’epoca, al punto che aleggiava una sorta di timore reverenziale nei confronti dei Beatles. L’unica persona che non si fece impressionare più di tanto fu, non sorprendentemente, Jimi Hendrix: tre giorni dopo l’uscita del disco dei Fab Four, durante un suo concerto, eseguì una cover della title track dell’album del quartetto originario di Liverpool!

 

5 Ascesa e caduta di Ziggy Stardust

David Bowie stava provando a sbarcare il lunario e affermarsi nella scena musicale in una varietà incredibile di modi per più di 10 anni. Eseguiva spettacoli di cabaret, creò musical per bambini e pubblicizzò il gelato. Poi, nel 1972, inventò il carattere fittizio Ziggy Stardust, un androgino che veniva da Marte e che, arrivato sulla Terra, dispensava messaggi criptici. Bowie non creò solo un personaggio ma, forse, un intero genere: il glam rock nacque proprio in quel momento!

 

6. Quando nacque il punk

Il punk era crudo, diretto, senza filtri, anticonformista e senza fronzoli. A detta dello stesso Joe Strummer dei Clash, l’album di debutto dei Ramones aprì il Vaso di Pandora del punk nel 1976, mostrando la strada a band come i Sex Pistols, i Clash e molti altri. 

 Clash

Le vendite all’inizio erano deludenti, ciò tuttavia non toglieva nulla al fatto che i Ramones, con le loro canzoni da meno di 3 minuti di durata, iper semplici e prive di complessità, rappresentavano appieno lo Zeitgeist. La generazione punk esisteva già prima del punk rock inteso quale musica registrata e universalmente spacciata... Musica consistente in sequenze di accordi rudimentali con zero virtuosità; uno statement musicale minimalista che parlava di ribellione giovane e vita a New York.... e in Inghilterra. Non si trattava più di essere osannati come inarrivabili star, ma di mostrarsi irriverenti e autentici.






 

7. La prima canzone rap entra nella Top 40

Quando Sugar Hill Gang pubblicò "Rapper’s Delight" nel 1979, il brano finì nella Top 40, cosa mai accaduta prima con una canzone di quel genere. "Rapper's Delight" popolarizzò l'hip-hop e, nonostante molte persone vedessero quel tipo di musica come una moda passeggera, diventò assai influente; e lo rimane ai giorni nostri. Rap e hip-hop (soprattutto le produzioni americane) fanno registrare vendite incredibili, che spesso sorpassano di parecchio ciò che gira nel rock e nel pop.

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