Un album che è uscito nel nov. 2021 ed è stato sottovalutato o addirittura ignorato e che vi invito a riscoprire. La voce soft di Marco Pantozzi si inserisce nel tessuto prog-folk o - appunto - #softprog di queste splendide composizioni (testi molto intriganti; non solo accattivanti melodie!). Canzoni lente, se si vuole, ma che lasciano il segno, nella buona tradizione del miglior cantautorato (anche se la lingua usata - con l'eccezione di un unico brano - è l'inglese). La musica peraltro non è scevra di abbellimenti chitarristici che ci ricordano David Gilmour. Ottime anche le tastiere.
Il progetto, Deception Store, ha le sue basi nell'Alto Adige ma è totalmente "Made in Italy" e dovremmo andar fieri che da noi ci siano artisti di tale livello.
Dunque: se vi va di fare un viaggio nella bellezza delle sette note (senza troppi sperimentalismi cervellotici), date almeno un'ascoltatina a quest'opera e, se ne sarete ammaliati, comprate il CD: ha un layout molto bello. La copertina e la grafica del booklet sono opera di Gigi Cavalli Cocchi, che, come molti di noi sanno, è disegnatore ma anche batterista (dei Mangala Vallis oltre che di Clan Destino, Ligabue, Tazebao, Ambigram...).
Tra le numerose candidature ricevute, una giuria ha selezionato i sei partecipanti alla finale:
🎤 Jetflag
🎤 Aurela Cörta
🎤 Marco Pantozzi (Deception Store)
🎤 Isole Minori
🎤 Brigitte Knapp & Daniel Faranna
🎤 Linda Franceschini
Marco Pantozzi, voce, autore e fondatore del progetto Deception Store, presenterà per l'occasione 3 brani nuovi ed inediti, slegati dallo stile soft-prog proprio del suo progetto, e dall'impronta più intimistica e cantautorale, per l'appunto, realizzati in collaborazione con arrangiatori di grande esperienza quali Max Repetti e Vincenzo Ricca.
È morto Peter Yarrow, dello storico trio folk Peter, Paul and Mary.
Questo trio non era impegnato soltanto musicalmente: partecipò a varie proteste della società civile americana, tra le quali la marcia su Washington in cui Martin Luther King tenne il suo celebre discorso "I Have A Dream".
Peter Paul and Mary ebbero successo anche con una versione di "Blowin' in the Wind", aiutando la celebre canzone di Bob Dylan a divenire un inno dell'America migliore.
Il "progressive alternative" è un sottogenere di rock alternativo che enfatizza strutture complesse e tempi "non convenzionali". È musica sperimentale che incorpora elementi del jazz, della musica classica e dell'elettronica.
I Pure Reason Revolution sono una delle band che rappresentano il #progalt. A settembre 2024 è uscito il loro Coming Up To Consciousness (InsideOutMusic).
L'album è un "concept" che si incentra su tradimento, inganno, paura, dolore, mortalità e sulla questione della sanità mentale.
Il gruppo si formò nel 2003 alla University of Westminster e questo è il loro sesto album in studio. Storiche formazioni ammirate dai membri dei Pure Reason Revolution: Pink Floyd, Porcupine Tree, Nirvana, Justice, Kraftwerk, Fleetwood Mac.
I due fratelli Courtney (Jon e Andrew) avevano formato a Reading il gruppo The Sunset Sound. Con loro era la cantante, polistrumentista e compositrice Chloë Alper. Poi, diversi cambi di nome (The Wow, Pendulum Dawn...) e la decisione finale di battezzarsi Pure Reason Revolution (PRR).
La Alper è rimasta, almeno fino a prima di questo album; chi se ne è andato è Andrew, uno dei due Courtney. Per Coming Up To Consciousnessè stata ingaggiata, alla voce,Annicke Shireen.
Musicisti dell'album:
Da citare per primo è Jon Courtney, che vive a Berlino e che, insieme all"'americano" Greg Jong, ha scritto diverse canzoni di questa e di opere precedenti dei PRR. (Greg Jong in realtà è, anche lui, originario delle verdi sponde dell'Inghilterra, ma residente ormai nel Pacific Northwest.) Un loro hit in passato è stato "The Bright Ambassadors of Morning" (durante il loro terzo anno di studio). E nell'album troviamo inoltre Guy Pratt, musicista di session (il suo strumento è il basso) che ha lavorato tra gli altri con i Pink Floyd. Alla batteria: Ravi Kesavaram (componente di My Vitriol), che era già andato in tour con i PRR nel 2022.
Altri collaboratori: Lewin Krumpschmid (Rhodes & piano), Bruce Soord (guitars: sì, il famoso il fondatore e frontman del gruppo musicale rock progressivo The Pineapple Thief!), Jon Sykes (bass).
Attualmente la line up fissa comprende solamente:
Jon Courtney – vocals, guitars, keyboards
Greg Jong – vocals, guitars (2003–2005, 2021-current)
ma è sempre fluttuante. Vecchi componenti dei Pure Reason Revolution:
Chloë Alper – vocals, bass guitars, keyboard
Jamie Willcox – vocals, guitars (2005–2011)
Paul Glover – drums (2006–2011)
Jim Dobson – keyboards, bass guitar, violin, guitars, vocals (2003–2006)
Andrew Courtney – drums (2003–2006)
Chloë Alper(1)
Chloë Alper (2); tornerà mai nei PRR?
"The Bright Ambassadors of Morning" (da The Dark Third, 2006)
Le quattro foto sottostanti ritraggono l'olandese Annicke Shireen
Discografia dei Pure Reason Revolution (studio albums)
Abbiamo trattato spesso di progressive rock su queste pagine e un paio di volte abbiamo rischiato di sconcertare i nostri amici lettori con astrusità sperimentali e prodotti avanguardistici adatti solo a pochi. Passiamo oggi a qualcosa di decisamente più leggero e di chiara ispirazione beatlesiana!
Una volta, a proposito di "Mr. Blue Sky", uno dei brani di maggior successo della Electric Light Orchestra, Paul McCartney disse a Jeff Lynne: "I know where you took the melody from!"
------- > E.L.O.
Genere: rock-sinfonico melodico (nella band è presente anche un terzetto d'archi) con evidenti influenze - appunto - marca Fab Four.
Quello a Wembley fu un concerto spettacolare, strepitoso addirittura, al di là di ogni aspettativa.
(Alla band i critici rimproveravano un certo altalenante 'score' qualitativo...)
Nuovo exploit dei cavalieri del prog rock "gentile", che dal vivo avevano già spopolato qualche anno prima in un altro megaconcerto - in Hyde Park.
Gli E.L.O.: band composta da ben 13 elementi, tra i quali una tastierista donna e il suddetto trio di archi (pure femminile). 23 canzoni che raccontano (quasi) l'intera storia del celebre ensemble originario di Birmingham, città nel cuore dell'Inghilterra.
Wembley or Bust è stato registrato durante l' "Alone in the Universe Tour" nell'arena più famosa di Londra: Wembley, appunto. In Inghilterra, l'album si piazzò in alto nelle varie classifiche di vendita…
Lynne
Come accaddeUn paio di anni prima, Jeff Lynne aveva deciso di riformare l'Electric Light Orchestra praticamente coram populo, dopo che il DJ della BBC Chris Evans e molti ascoltatori della sua trasmissione espressero giusto questo desiderio. Lynne convocò Richard Tandy, ex componente del gruppo, insieme a nuovi musicisti. I riformati E.L.O. diedero un concerto a Hyde Park davanti a circa 50.000 spettatori. Era il settembre 2014. Il successo convinse Lynne a realizzare un nuovo album. Uscì dunque Alone in the Universe (nov. 2015). Il gruppo partì in tournée per promuovere il disco. Il clou si ebbe allo stadio di Wembley il 24 giugno 2017, con 60.000 biglietti venduti (tutto esaurito).
Quell'esperienza straordinaria viene descritta nella canzone "Time of Our Life", contenuta nel successivo album degli E.L.O.: From Out of Nowhere.
Wembley or Bust fu reso disponibile su CD, LP, DVD e in digitale. Tutte le canzoni fanno parte della discografia "storica" degli E.L.O., con l'eccezione del brano dei Traveling Wilburys dal titolo "Handle with Care". Jeff Lynne, com'è risaputo, era stato uno dei membri di quel leggendario supergruppo che comprendeva Tom Petty, Bob Dylan, George Harrison...
Ispirazione e profondità caratterizzano gli album dei Quanah Parker. Anche Nel Castello delle Fate ha potenzialità di successo grazie a musica non ostica ma accessibile, raffinata, ben suonata.
L’idea del concept e le sue musiche sono di Riccardo Scivales, i testi di Meghi Moschino. Arrangiamenti: Quanah Parker.
Scivales Music SM007. Distribuzione internazionale:MaRaCash Records.
L'opera racconta con una sorta di allegoria un percorso catartico, in un teatro ristretto ma con linguaggio planetario. Scivales e i Quanah Parker usano gli stilemi del progressive rock, però con un'apertura crossover necessaria dati i tempi. Se è caduto il Muro di Berlino, non c’è da meravigliarsi che cadano anche gli steccati tra scene e generi musicali...
Protagonista del concept è un uomo che si è smarrito e giunge a un misterioso castello abitato da avvenenti Dame Fatate. Dapprima spaventate per la nuova presenza, esse fuggono e si disperdono su per lo scalone del castello, per poi invitare l'uomo ognuna nella propria stanza e sedurlo con la loro Bellezza ed Arti Magiche.
«Vagando ferita per strade sconosciute, l’Anima si imbatté magicamente in un Castello Fatato. Luci, voci e suoni magnetici lo abitavano. Era giunto il momento di varcare quella soglia... “Entra, e i tuoi mali guarirò... In ogni stanza c'è la speranza, segui l'istinto che è in te: troverai braccia che ti cullano e ti poseranno in alto, dove la leggerezza ti permetterà di spiccare il volo. E poi, con il Magico Carillon, dipingerai la tela dei tuoi sogni. Le Fate ti aspettano.”»
Foto di Francesca Barriviera. Tante altre le troverete nel booklet del CD.
Ascoltiamo l'opera passo dopo passo.
Dopo l'ingresso, veniamo introdotti in un'atmosfera intrigante. Ben presto ci rendiamo conto che non siamo in ambito ostile. Il contesto ci incuriosisce. Vediamo una mano che si tende attraverso il velo: non è minacciosa ma vuole accompagnarci a un luogo, a un punto d'arrivo riservato a noi.
Procediamo tra buon rock "teso" (sostenuto ma non hard) e arie magiche. L'incanto della voce, delle voci, con i loro echi e richiami del passato parlano e cantano di occulto, ma è magia bianca, nulla di cui temere. Levitiamo tra carillon e gocce di cristallo, inebriandoci alla bellezza dell'ignoto.
Tutto ciò non è fine a se stesso e ha un significato doppio. Il CD ci racconta di un'avventura che ha a che fare con la Guarigione, nel vero senso della parola: Riccardo Scivales, colpito dal Covid, ha dovuto a lungo lottare contro le conseguenze della malattia. E cosa ti può guarire? La Musica; soprattutto se il dono ti viene recato dalle mani di una Donna.
La line-up della band vede, accanto a Scivales, a Pirrotta, a Ongaro e a Simeoni, la splendida vocalist Meghi Moschino. E come ospite speciale c’è anche una figlia di Riccardo, Martina.
- Riccardo Scivales: tastiere
- Meghi Moschino: voce, assorted percussion
- Giovanni Pirrotta: chitarre
- Alessandro Simeoni: basso elettrico
- Paolo Ongaro: batteria
Special Guest
- Martina Scivales: voci aggiuntive e improvvisazione al piano in "Giochi di Fate al Piano"
Meghi Moschino (che è anche insegnante di canto): oltre ad essere la cantante dei Quanah Parker, forma, insieme a Riccardo Scivales, il duo Magico Carillon.
Alla fine del viaggio il protagonista si sente un uomo nuovo; esce dal Castello e si ritrova bambino a camminare tra l’erba alta di un meraviglioso prato luminoso, dove sua madre lo attende e lo prende per mano.
Il CD è uscito per le edizioni Scivales Music (numero di catalogo SM007). Si può ordinare sia scrivendo a riccardo.scivales@gmail.com (15 euro + spese spedizione e tasse) che al suo distributore mondiale Ma.Ra.Cash Records.
La nostra prima reazione:
"Sono senza parole. Pensando al tema, mi dicevo (a priori) che forse oggi il 'pubblico' (d'accordo, è un concetto astratto, in fondo) ha bisogno di altro, testi realistici ecc. Ma già fin dalle prime battute sono stato avviluppato dalle atmosfere e peraltro con questi suoni maturi, avanzati, e con questa voce solista ammaliante, non c'è da poter rimanere indifferenti. Grandissimo prog rock, rock sinfonico di alto livello."
Da notare che i brani sono stati composti nella maggior parte già nel 2021 e sono pure stati suonati con successo in vari concerti dei Quanah (e del Magico Carillon di Meghi e Riccardo).
L'annuncio per un nuovo album era stato dato già un paio di anni fa. Poi la pandemia con i suoi lockdown - insieme ad altri fattori - hanno rallentato la realizzazione su disco.
Indubbiamente un pezzetto di storia della vera musica italiana
"È strano sai / avere tanta voglia di correre / e muover piano i passi / per non sciupare l'attimo di libertà..."
Una creatura angiolesca, affranta e disperata in posizione fetale al cospetto del gelido oceano: la copertina di Forse le lucciole non si amano più, album di debutto (1977) della Locanda Delle Fate, ne rispecchia bene il contenuto.
L'opera partorita dal gruppo astigiano è l’istantanea sonora di una generazione - quella cresciuta tra gli Anni '60 e '70 - perduta tra ideali martoriati e sogni infranti. Le tracce sono tenute insieme dal filo rosso della memoria di una persona vecchia che guarda alla sua gioventù. Ma il disco è anche una riflessione, velata ma non troppo, sulle vicende sociopolitiche che hanno coinvolto i ventenni di allora.
Musicalmente, Forse le lucciole non si amano piùci offreun connubio tra il progressive inglese (Jethro Tull, Genesis) e quanto di migliore era emerso fino a quel momento nella scena italiana.
"Il canto di un vecchio... / ubriaco e scontento, / disinfetta le ansie, / che straripano già..."
- Leonardo Sasso: voce
- Ezio Vevey: chitarra solista, voce
- Luciano Boero: basso, hammond
- Giorgio Gardino: batteria, vibrafono
- Alberto Gaviglio: flauto, chitarre, voce
- Michele Conta: pianoforte, tastiere
- Oscar Mazzoglio: tastiere
Lato A
"A volte un istante di quiete" 6:31
"Forse le lucciole non si amano più " 9:48
"Profumo di colla bianca" 8:25
Lato B
"Cercando un nuovo confine" 6:41
"Sogno di Estunno" 4:41
"Non chiudere a chiave le stelle" 3:34
"Vendesi saggezza" 9:37
Traccia bonus vers. CD (1995)
"New York" 4:35
L'LP della Locanda delle Fate è un mix di poesia e melodie che ci fanno viaggiare tra passato, presente e futuro della nostra vita. Fantastico e reale nel contempo. Brani come la title track (senza dubbio una delle più emozionanti canzoni prog), come "Sogno di Estunno" e soprattutto "Vendesi saggezza", dopo tutti questi decenni fanno ancora venire la lacrimuccia!
Venne pubblicato alla fine del glorioso periodo del prog italiano (Le Orme, Balletto di Bronzo, Rovescio della Medaglia, Metamorfosi, Banco, P.F.M., giusto per citarne qualcuno). E fu, allora, quasi snobbato. E ciò nonostante un concerto mandato in onda dalla RAI nello stesso anno. (La RAI ha nei propri cassetti delle vere perle dei gruppi prog [pop] italiani, però se le tiene strette, trasmettendo invece perlopiù immondizia musicale.)
Il progressive comunque non era affatto morto: sempre nel 1977 uscivano Anto/Logicamente degli Area, Rain Dances dei Camel, il primo di Peter Gabriel e Seconds Out dei Genesis, The Quiet Zone dei Van der Graaf Generator, Going for the One degli Yes, Jet Lag della P.F.M., Come un'Ultima Cena del Banco e Storia e Leggenda delle Orme. Ce n'era quindi, ancora, di prog rock! L'opera prima della Locanda non venne troppo pubblicizzata e fu riscoperta soltanto dopo. Il disco è ben suonato e con degli arrangiamenti studiatamente "contorti", come si confaceva al prog classico degli anni '70, ma alquanto orecchiabili e di facile assimilazione.