Bob Dylan che re-interpreta canzoni già cantate da Mr. Sinatra è qualcosa che ha fatto un po' imbronciare i fans più incalliti del bardo di Duluth (quelli della sponda hippie). E anch'io, a dir la verità, sulle prime pensavo a una sorta di scherzo; del resto Dylan ogni tanto si diverte a imbastire un tiro mancino...
Robert Zimmermann, in arte Bob Dylan, rende qui omaggio a "The Voice". Lo fa scegliendo canzoni non tutte famosissime. E si sente l'amore con cui le sue versioni vengono rese, con serietà e applicazione. Certo, lui non è un cantante da night club e tanto meno un "crooner", e l'aver sostituito l'orchestra con la pedal steel di Denny Herron non aiuta a creare un'atmosfera da swing. Ma del resto Bob il Genio, usando la sua ormai "vecchia" e collaudata band di cinque elementi, non poteva non rendere personale questo stupefacente tributo (che si snoda per la lunghezza di dieci romanticissimi titoli). Se - a tratti - in Shadows in the Night la sua voce sdrucciola in direzione "stoning", ciò accade perché l'interprete stesso è "stoned" (di natura!), non stonato!
Davvero una grande sorpresa, e gli elogi della critica sono meritati. Dulcis in fundo, lo sapete come si dice, no? "You can't teach the old Maestro a new tune!"
Davvero una grande sorpresa, e gli elogi della critica sono meritati. Dulcis in fundo, lo sapete come si dice, no? "You can't teach the old Maestro a new tune!"
Le canzoni di questo album preferite da Topolàin: "Autumn Leaves" (traccia 4) e "Some Enchanted Evening" (traccia 6).
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