Inteso è ovviamente il grande chitarrista Gary Moore, e una particolarità del disco in questione (Blues for Gary) è che, per registrarlo, Freischlader ha convocato alcuni ex collaboratori di Moore. Leggiamo i nomi di Vic Martin alle tastiere e Pete Rees al basso.
L'album ha un incedere meno rock quanto più blues e spirituale. A risaltare sono le ballate lente, le note estese. È un blues che tende verso cieli aperti, che ama snodarsi lungo strade sconfinate.
Davvero un bel prodotto, per chi vuole "perdersi" nei suoni, lasciandosi da essi dolcemente accompagnare e abbandonarsi ai pensieri o, ancor meglio, a sensazioni e ricordi.
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"Music was my first love..."