Sintetizzatore oscillante e splendidi assoli di chitarra, insieme a testi con atmosfere misteriose o "end of the world" (ispirati, a quanto pare, alle opere di certi grandi nomi della letteratura fantastica). È cambiato qualcosa dal loro debutto a oggi? Diremmo che, in concreto, i milanesi Silver Key sono rimasti fedeli a se stessi!
Ora sono al terzo album, che segna il passaggio a una dimensione 'alia' che potremmo chiamare di crescita consapevole, se non fosse che anche nei primi due lavori il gruppo si presentava propositivo nelle idee e tecnicamente già all'apice. Third - questo il titolo del loro nuovo lavoro - vede la band senza più i membri fondatori Yuri Abietti, cantante e compositore principale (Yuri ha lasciato "per inconciliabili divergenze personali e artistiche con gli altri membri"), e Viviano "Vivio" Crimella, batterista. Al termine di un annoso cammino che era iniziato con cover dei Marillon e sfociato in figure ispiratrici della narrativa fantasy e fantascientifica (Lovecraft in primis; tra l'altro il gruppo ha preso il nome proprio dal titolo di un racconto del celebre scrittore visionario... e poi Asimov, Philip K. Dick, Orwell...), gli attuali pilastri sono Davide Manara ai tasti (comunque presente fin dal 1992), Ivano Tognetti - basso - e Roberto "Buc" Buchicchio - chitarra elettrica e acustica - (entrambi dal 2013). E il nuovo cantante è Dino Procopio, che (come Abietti) potrebbe senz'altro far parte di qualsiasi gruppo angloamericano, pur se il suo stile è diverso da quello del predecessore.
Dato che, anche per i fan più affezionati, la mancanza di Yuri Abietti rappresenta una cesura dolorosa, più che parlare di crescita possiamo dire che la band era chiamata a confermare se stessa, a giustificare - quasi - il prolungato dasein.
E c'è riuscita con una mutazione impercettibile, pur se concreta, virando verso un progressive "dark" a tratti rogerwatersiano, poi ancora industrial.
La copertina di Third è una fotografia, debitamente effettata, di una porta dell'ex manicomio di Limbiate. "Ci sembrava giusto fosse pertinente ai contenuti dell'album" spiega Buchicchio.
"Dim Carcosa" (narrazione tratta da "The King in Yellow" di R.W. Chambers)
Percorriamo un po' il divenire discografico del gruppo. Venti anni dopo essersi formati ed essersi fatti conoscere suonando dal vivo, arriva il primo album: In the Land of Dreams (2012; etichetta: Ma. Ra. Cash). Debutto senza dubbio lodevole, che si lascia riascoltare volentieri. 13 tracce in qualche maniera legate tra di esse e dove si fa fatica a trovare sfasature. Diciamo pure che non ce n'è: abbiamo a che fare con un blocco ben solido e dotato di splendidi intarsi. In pratica, Yuri Abietti (vocals, acoustic guitar, sampler), Davide Manara (keyboards, synths, sampler), Viviano Crimella (drums), Alberto Grassi (bass), Carlo Monti (lead, acoustic and classical guitar), con l'aiuto di qualche collaboratore "esterno", sono partiti in quarta, in maniera assai convincente. Suggestivo anche l'artwork curato da Claudio Bergamin (https://www.facebook.com/claudiobergamin.art), che come illustratore ha collaborato, e collabora, con gruppi e artisti del rango di Ayreon, Arjen Lucassen, The Flower Kings, Judas Priest...
I brani si snodano rivelandoci oscure, fantastiche città. Ci viene suggerito un senso di oppressione in cui accettiamo di calarci quale gioco intellettuale e non solo. Sembra quasi di toccare con mano i muri ricoperti da strane muffe... La musica è grandiosa.
"Adrift" (dal secondo album. "Adrift" è la ballata di un astronauta che si perde nello spazio)
Yuri Abietti (vocals, acoustic guitar), Davide Manara (keyboards, synths, samples), Viviano Crimella (drums), Ivano Tognetti (bass), Roberto Buchicchio (lead and acoustic guitar). Il tema: futuro distopico. Solitudine esistenziale e abbondanza tecnologica non necessariamente vantaggiosa per l'umanità. La band suona in scioltezza e la voce di Abietti ha più che mai venature e nuances à la Michael Stipe (quello dei R.E.M., proprio). Lavoro molto valido anche questo. Per non dire superlativo.
Cover art di Daniele Aimasso (https://www.nerogallery.com/tag/daniele-aimasso).
"Ulysses" (da 'Third')
"Last Love" (da 'Third')
Third (feat. Davide Manara keyboards, synths and samples, Dino Procopio vocals e testi, Ivano Tognetti bass, Roberto Buchicchio lead and acoustic guitar) (Ma. Ra. Cash, 2019) è composto da 5 brani lunghi e spiccatamente "prog" e 5 brani meno lunghi, elegiaci e risolutivi. Questi ultimi, considerati insieme, formano una sorta di suite. "5" è del resto la cifra speciale dell'album, che racconta cinque storie umane. L'intreccio è simile a quello di un romanzo animato da svariati protagonisti (un pentagramma esistenziale, appunto) i cui fili, anche se non sembra, sono destinati a intrecciarsi. Ho letto da qualche parte di "volontà schopenhaueriana" a proposito di questo concept, ma a me viene più da pensare ai giochi del caso (o del fato), a coincidenze e necessità di vita. Il tutto ovviamente nella solita cornice di apocalissi incombente.
Musicalmente, l'elemento aggiunto è Mr. Drummer, responsabile anche di "Special effects and Ambience".
Oltre 50 minuti di ascolto soddisfacente e da dover reiterare, come la visione di un film bizzarro e drammatico che si vuole assorbire in toto, fotogramma per fotogramma.
Musicalmente, l'elemento aggiunto è Mr. Drummer, responsabile anche di "Special effects and Ambience".
Oltre 50 minuti di ascolto soddisfacente e da dover reiterare, come la visione di un film bizzarro e drammatico che si vuole assorbire in toto, fotogramma per fotogramma.
Tracks dell'album Third
___________
1. A common soldier (7:16)
2. V.R. (7:00)
3. Ulysses (7:37)
4. I Wish (5:15)
5. Last Love (6:09)
6. A rude awakening (4:13)
7. Back to the present (3:29)
8. Murder (4:07)
9. Endless war (3:06)
10. The door shuts (2:55)
www.silverkey.it (Homepage)
'Third' (ascolto e acquisto): https://maracashrecords.bandcamp.com/album/third
**********
Nessun commento:
Posta un commento
"Music was my first love..."