14 dic 2024

Jeff Lynne's E.L.O. - 'Live at Wembley'

 Jeff Lynne's E.L.O.

(Electric Light Orchestra) - Wembley or Bust (2017)

Abbiamo trattato spesso di progressive rock su queste pagine e un paio di volte abbiamo rischiato di sconcertare i nostri amici lettori con astrusità sperimentali e prodotti avanguardistici adatti solo a pochi. Passiamo oggi a qualcosa di decisamente più leggero e di chiara ispirazione beatlesiana!

Una volta, a proposito di "Mr. Blue Sky", uno dei brani di maggior successo della Electric Light Orchestra, Paul McCartney disse a Jeff Lynne: "I know where you took the melody from!"


------- > E.L.O.
Genere: rock-sinfonico melodico (nella band è presente anche un terzetto d'archi) con evidenti influenze - appunto - marca Fab Four.


Quello a Wembley fu un concerto spettacolare, strepitoso addirittura, al di là di ogni aspettativa.
(Alla band i critici rimproveravano un certo altalenante 'score' qualitativo...)

Wembley or Bust. Su Amazon


Nuovo exploit dei cavalieri del prog rock "gentile", che dal vivo avevano già spopolato qualche anno prima in un altro megaconcerto - in Hyde Park.
Gli E.L.O.: band composta da ben 13 elementi, tra i quali una tastierista donna e il suddetto trio di archi (pure femminile). 23 canzoni che raccontano (quasi) l'intera storia del celebre ensemble originario di Birmingham, città nel cuore dell'Inghilterra.

Wembley or Bust è stato registrato durante l' "Alone in the Universe Tour" nell'arena più famosa di Londra: Wembley, appunto. In Inghilterra, l'album si piazzò in alto nelle varie classifiche di vendita…

Lynne
Come accadde Un paio di anni prima, Jeff Lynne aveva deciso di riformare l'Electric Light Orchestra praticamente coram populo, dopo che il DJ della BBC Chris Evans e molti ascoltatori della sua trasmissione espressero giusto questo desiderio. Lynne convocò Richard Tandy,
ex componente del gruppo, insieme a nuovi musicisti. I riformati E.L.O. diedero un concerto a Hyde Park davanti a circa 50.000 spettatori. Era il settembre 2014. Il successo convinse Lynne a realizzare un nuovo album. Uscì dunque Alone in the Universe (nov. 2015). Il gruppo partì in tournée per promuovere il disco. Il clou si ebbe allo stadio di Wembley il 24 giugno 2017, con 60.000 biglietti venduti (tutto esaurito).
Quell'esperienza straordinaria viene descritta nella canzone "Time of Our Life", contenuta nel successivo album degli E.L.O.: From Out of Nowhere.






Wembley or Bust fu reso disponibile su CD, LP, DVD e in digitale. Tutte le canzoni fanno parte della discografia "storica" degli E.L.O., con l'eccezione del brano dei Traveling Wilburys dal titolo "Handle with Care". Jeff Lynne, com'è risaputo, era stato uno dei membri di quel leggendario supergruppo che comprendeva Tom Petty, Bob Dylan, George Harrison...




22 ott 2024

Quanah Parker - 'Nel Castello delle Fate'

Un'affascinante fiaba prog


Ispirazione e profondità caratterizzano gli album dei Quanah Parker. Anche Nel Castello delle Fate ha potenzialità di successo grazie a musica non ostica ma accessibile, raffinata, ben suonata.

L’idea del concept e le sue musiche sono di Riccardo Scivales, i testi di Meghi Moschino. Arrangiamenti: Quanah Parker.
Scivales Music SM007. Distribuzione internazionale: MaRaCash Records.

L'opera racconta con una sorta di allegoria un percorso catartico, in un teatro ristretto ma con linguaggio planetario. Scivales e i Quanah Parker usano gli stilemi del progressive rock, però con un'apertura crossover necessaria dati i tempi. Se è caduto il Muro di Berlino, non c’è da meravigliarsi che cadano anche gli steccati tra scene e generi musicali...


Protagonista del concept è un uomo che si è smarrito e giunge a un misterioso castello abitato da avvenenti Dame Fatate. Dapprima spaventate per la nuova presenza, esse fuggono e si disperdono su per lo scalone del castello, per poi invitare l'uomo ognuna nella propria stanza e sedurlo con la loro Bellezza ed Arti Magiche.

«Vagando ferita per strade sconosciute, l’Anima si imbatté magicamente in un Castello Fatato. Luci, voci e suoni magnetici lo abitavano. Era giunto il momento di varcare quella soglia... “Entra, e i tuoi mali guarirò... In ogni stanza c'è la speranza, segui l'istinto che è in te: troverai braccia che ti cullano e ti poseranno in alto, dove la leggerezza ti permetterà di spiccare il volo. E poi, con il Magico Carillon, dipingerai la tela dei tuoi sogni. Le Fate ti aspettano.”» 
 


Foto di Francesca Barriviera. Tante altre le troverete nel booklet del CD.


Ascoltiamo l'opera passo dopo passo.
Dopo l'ingresso, veniamo introdotti in un'atmosfera intrigante. Ben presto ci rendiamo conto che non siamo in ambito ostile. Il contesto ci incuriosisce. Vediamo una mano che si tende attraverso il velo: non è minacciosa ma vuole accompagnarci a un luogo, a un punto d'arrivo riservato a noi.
Procediamo tra buon rock "teso" (sostenuto ma non hard) e arie magiche. L'incanto della voce, delle voci, con i loro echi e richiami del passato parlano e cantano di occulto, ma è magia bianca, nulla di cui temere. Levitiamo tra  carillon e gocce di cristallo, inebriandoci alla bellezza dell'ignoto.
Tutto ciò non è fine a se stesso e ha un significato doppio. Il CD ci racconta di un'avventura che ha a che fare con la Guarigione, nel vero senso della parola: Riccardo Scivales, colpito dal Covid, ha dovuto a lungo lottare contro le conseguenze della malattia. E cosa ti può guarire? La Musica; soprattutto se il dono ti viene recato dalle mani di una Donna.


La line-up della band vede, accanto a Scivales, a Pirrotta, a Ongaro e a Simeoni, la splendida vocalist Meghi Moschino. E come ospite speciale c’è anche una figlia di Riccardo, Martina.



  - Riccardo Scivales: tastiere
  - Meghi Moschino: voce, assorted percussion
  - Giovanni Pirrotta: chitarre
  - Alessandro Simeoni: basso elettrico
  - Paolo Ongaro: batteria

        Special Guest 
  - Martina Scivales: voci aggiuntive e improvvisazione al piano in "Giochi di Fate al Piano"


                        Disponibile su    Ma.Ra.Cash Store



Meghi Moschino (che è anche insegnante di canto): oltre ad essere la cantante dei Quanah Parker, forma, insieme a Riccardo Scivales, il duo Magico Carillon.


Alla fine del viaggio il protagonista si sente un  uomo nuovo; esce dal Castello e si ritrova bambino a camminare tra l’erba alta di un meraviglioso prato luminoso, dove sua madre lo attende e lo prende per mano.

   

Il CD è uscito per le edizioni Scivales Music (numero di catalogo SM007). Si può ordinare sia scrivendo a riccardo.scivales@gmail.com (15 euro + spese spedizione e tasse) che al suo distributore mondiale Ma.Ra.Cash Records



La nostra prima reazione:

"Sono senza parole. Pensando al tema, mi dicevo (a priori) che forse oggi il 'pubblico' (d'accordo, è un concetto astratto, in fondo) ha bisogno di altro, testi realistici ecc. Ma già fin dalle prime battute sono stato avviluppato dalle atmosfere e peraltro con questi suoni maturi, avanzati, e con questa voce solista ammaliante, non c'è da poter rimanere indifferenti. Grandissimo prog rock, rock sinfonico di alto livello."


   

Da notare che i brani sono stati composti nella maggior parte  già nel 2021 e sono pure stati suonati con successo in vari concerti dei Quanah (e del Magico Carillon di Meghi e Riccardo). 
L'annuncio per un nuovo album era stato dato già un paio di anni faPoi la pandemia con i suoi lockdown - insieme ad altri fattori - hanno rallentato la realizzazione su disco. 
E finalmente... Rinascita e gioia!


***


LINK


             Web: www.quanahparker.it         
                      www.facebook.com/parker.quanah.7         
                      www.riccardoscivales.com

Contatti: Riccardo Scivales         
  • Cell.: 338-3178693              
  • Email: riccardo.scivales@gmail.com











20 ott 2024

Le più famose "lucciole" del prog italiano

Indubbiamente un pezzetto di storia della vera musica italiana


"È strano sai / avere tanta voglia di correre / e muover piano i passi / per non sciupare l'attimo di libertà..."



Una creatura angiolesca, affranta e disperata in posizione fetale al cospetto del gelido oceano: la copertina di Forse le lucciole non si amano più, album di debutto (1977) della Locanda Delle Fate, ne rispecchia bene il contenuto.


L'opera partorita dal gruppo astigiano è l’istantanea sonora di una generazione - quella cresciuta tra gli Anni '60 e '70 - perduta tra ideali martoriati e sogni infranti. Le tracce sono tenute insieme dal filo rosso della memoria di una persona vecchia che guarda alla sua gioventù. Ma il disco è anche una riflessione, velata ma non troppo, sulle vicende sociopolitiche che hanno coinvolto i ventenni di allora.

Musicalmente, Forse le lucciole non si amano più ci offre un connubio tra il progressive inglese (Jethro Tull, Genesis) e quanto di migliore era emerso fino a quel momento nella scena italiana.


"Il canto di un vecchio... / ubriaco e scontento, / disinfetta le ansie, / che straripano già..."



  - Leonardo Sasso: voce

  - Ezio Vevey: chitarra solista, voce

  - Luciano Boero: basso, hammond

  - Giorgio Gardino: batteria, vibrafono

  - Alberto Gaviglio: flauto, chitarre, voce

  - Michele Conta: pianoforte, tastiere

  - Oscar Mazzoglio: tastiere



        Lato A

"A volte un istante di quiete" 6:31

"Forse le lucciole non si amano più " 9:48

"Profumo di colla bianca" 8:25


         Lato B

"Cercando un nuovo confine" 6:41

"Sogno di Estunno" 4:41

"Non chiudere a chiave le stelle" 3:34

"Vendesi saggezza" 9:37


Traccia bonus vers. CD (1995)

"New York" 4:35




L'LP della Locanda delle Fate è un mix di poesia e melodie che ci fanno viaggiare tra passato, presente e futuro della nostra vita. Fantastico e reale nel contempo. Brani come la title track (senza dubbio una delle più emozionanti canzoni prog), come "Sogno di Estunno" e soprattutto "Vendesi saggezza", dopo tutti questi decenni fanno ancora venire la lacrimuccia!

Venne pubblicato alla fine del glorioso periodo del prog italiano (Le Orme, Balletto di Bronzo, Rovescio della Medaglia, Metamorfosi, Banco, P.F.M., giusto per citarne qualcuno). E fu, allora, quasi snobbato. E ciò nonostante un concerto mandato in onda dalla RAI nello stesso anno. (La RAI ha nei propri cassetti delle vere perle dei gruppi prog [pop] italiani, però se le tiene strette, trasmettendo invece perlopiù immondizia musicale.)
Il progressive comunque non era affatto morto: sempre nel 1977 uscivano Anto/Logicamente degli Area, Rain Dances dei Camel, il primo di Peter Gabriel e Seconds Out dei Genesis, The Quiet Zone dei Van der Graaf Generator, Going for the One degli Yes, Jet Lag della P.F.M., Come un'Ultima Cena del Banco e Storia e Leggenda delle Orme. Ce n'era quindi, ancora, di prog rock! L'opera prima della Locanda non venne troppo pubblicizzata e fu riscoperta soltanto dopo. Il disco è ben suonato e con degli arrangiamenti studiatamente "contorti", come si confaceva al prog classico degli anni '70, ma alquanto orecchiabili e di facile assimilazione. 


 

 Foto dell'ultimo concerto (o di uno degli ultimi) di questa band che è "Big in Japan"

La Locanda delle Fate su BTF: Lucciole per sempre,  (CD + DVD + 64 pages book) in offerta! 


6 ott 2024

Dopo la catastrofe: gli Alphataurus

Buona Domenica da Topolàin!

Che cosa ne pensate del nuovo album degli Alphataurus, 2084: Viaggio nel Nulla?



Ascoltarlo è come guardare un film o leggere un romanzo distopico. La storia del 'concept' dunque regge!

Lo storico gruppo milanese ha festeggiato la nuova, attesissima uscita anche inaugurando/rinnovando la sua homepage: https://alphataurus.it/

Formazione attuale
    • Pietro Pellegrini (membro fondatore): Hammond, sintetizzatore
    • Franco Giaffreda: voce solista, chitarra
    • Andrea Guizzetti: pianoforte, tastiere, voce
    • Diego Mariani: batteria, percussioni, voce
    • Tony Alemanno: basso, voce

     Hanno suonato nell'album:
                Guido Wassermann: chitarre elettriche e acustiche, synth, campionatore e cori
                Pietro Pellegrini: organo Hammond, synth e campionatore
                Franco Giaffreda: voce, chitarra elettrica, chitarra acustica, flauto
               Andrea Guizzetti: pianoforte, synth, cori
                Diego Mariani: batteria, glockenspiel, cori
                Tony Alemanno: basso

Mi interessa sentire il vostro parere sulla parte musicale di 2084: Viaggio nel Nulla. Scrivete i commenti sotto questo post!
Ascoltate/ordinate 2084... su Bandcamp ! (click!)


L'album su La Feltrinelli 



La storia degli Alphataurus su Wikipedia.it

Gli Alphataurus su 'Prog Archives'

La band "personalmente" su Facebook

11 set 2024

'Floret Silva'

Un album ispirato dai Carmina Burana (poesie religiose medievali dell'Europa Centrale)


Sembrerebbe un disco di musica religiosa ma è di più: è un'opera che rientra nel folk-rock d'avanguardia, nel Krautrock, nel rock progressivo, nel folk medievale, nello psych folk.

Di "psych" si deve assolutamente parlare, giacché l'iniziatrice del progetto è in seguito diventata celebre come autrice di libri di terapia di danza, trance, estasi, ipnosi, esperienze mistiche. Nata a Basilea ma di nazionalità americana, Kay Hoffman ha compiuto studi di musica, filosofia e ipnosi e si è dedicata alla programmazione neurolinguistica. Ha insegnato danza, sviluppando il suo personale sistema di terapia del movimento.



Disco stranissimo ma per noi interessante questo Floret Silva, in quanto la Hoffman (nel ruolo di compositrice e musicista) si servì anche di alcuni nostri vecchi conoscenti del progressive rock per realizzarlo: i Pierrot Lunaire, più segnatamente Gaio Chiocchio e Jacqueline Darby (quest'ultima, la conosciamo per aver partecipato all'album Gudrun).


   Tracks: 

1.  Iste Mundus
2.  Floret Silva
3.  Exorcisms
4.  Intermezzo (Chume Chume)
5.  Ich Will Truren
6.  Rondo
7.  Mai Tanz
8.  Quot Sunt Horae
9.  Tot
10.  Sonus Dulcis Lyrae
11.  Ouverture Zum Fest
12.  Intermezzo (Fagott Sommer Nacht Promenade)
13.  Tempus Instat
14.  Langueo (Vacilantis)
15.  Chume Chume
16.  Nummus
17.  Post Communio Sancti Cyrilli



     Musicisti e altri fautori del Floret Silva:

- All: Choir/Chorus


- Mark Armstrong: Reissue Coordination

- Carlo Bardi: Bassoon

- Gaio Chiocchio: Arranger, Guitar (Electric)

- Jonathan Coleclough: Design

- Renato Cordovani: Clarinet, Clarinet (Bass), Sax (Tenor)

- Jacqueline Darby: Laughs, Siren, Vocals, Voices

- Christoph Heemann: Tape Transfer

- Kay Hoffman: Arranger, Clavinet, Composer, Percussion, Piano, Primary Artist, Voices

- Michele Losappio: Arranger, Clavinet, Composer, Engineer, Fender Rhodes, Piano, Trombone, Vocals

- Tolmino Marianini: Trumpet

- Maurizio Pieri: Engineer

- Sandro Raimondi: Drums, Engineer, Percussion, Sax (Alto)

- Gianni Salaorni: Guitar (Acoustic), Guitar (Electric)

- Kevin Spencer: Audio Restoration

- Simo Valzania: Arranger, Bass, Bass (Electric), Bouzouki, Composer, Effects, Engineer, Flute, Glockenspiel, Guitar, Guitar (Acoustic), Harp, Harpsichord, Organ, Recitation, Toy Piano, Violin, Vocals, Water Effects

- Nicola Vernuccio: Bass, Bowed Double Bass, Double Bass


 Chi lo ha recensito (pochi) ha accostato questo disco allo stile di Dr. Strangely Strange, Gong, Stone Angel, Incredible String Band... Comus. diciamo che appartiene a un sottogenere dell'IPR (Italian Progressive Rock) - allo psych folk underground.


La Hoffman si è sforzata di mettere in musica parti dei Carmina Burana, come già fece il tedesco Carl Orff nel 1935-36 (sua la celebre cantata intitolata appunto 'Carmina Burana'). Si tratta di un'antologia medievale (dell'XI-XIII sec.) di 253 componimenti poetici a tema mistico-religioso in Altdeutsch e in francese antico.


Aiutata dai Pierrot Lunaire (in primis dalla cantante classica gallese Jacqueline Darby), Hoffman realizzò dunque il suo Floret Silva, che ha una genesi tumultuosa per causa di tempi non rispettati e altri ostacoli, cosicché l'opera non vide la luce nel 1977 e neppure nel 1978, come era previsto (e doveva uscire per la RCA), ma soltanto nel 1985, grazie a una piccola etichetta giapponese (Belle Antique). Tre decenni dopo la sua nascita, il disco venne finalmente pubblicato in un'edizione degnissima: da Robot Records.  






A tratti sembra di sentire una protoversione dei Dead Can Dance... se questi sapessero cantare il latino (la Darby, a quanto possiamo giudicare, l'antico idioma lo conosceva bene). Gli strumenti principali sono il flauto, l'arpicordo o clavicembalo, fiati e strumenti a corde. La musica tradizionale dalla coloratura medievale presenta inserti avanguardistici (con risate, sirene, aggiunte vocali à la Luigi Nono o Luciano Berio) e ornamenti di sonorità rock stile Anni Settanta. Ad un certo punto non si sa più cosa sia più anacronistico: le melodie pastorali e a sfondo religioso (ma a tratti sembra piuttosto un prendersi gioco di tanto trasporto di fede!) oppure i passaggi modernistici.

È un album davvero strano e intrigante, che piace e cattura chi sul serio vuole essere catturato. E che ci impone di riascoltarlo più volte.


Links correlati:


  Tony Pagliuca - Rosa Mystica


  Pierrot Lunaire




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22 lug 2024

"Core 'grato" in jazz e altre uscite "avventurose"

 Avventurose o, come direbbe qualcuno, "fuori di testa"? 

In realtà si tratta qui di tre opere che vogliono stendere le antenne in direzione musica sperimentale, con uno dei tre lavori (il primo) che può avere - e ha - anche un alto valore di intrattenimento.

[Articolo da Faust's Look.]

3 uscite "avventurose"
Jazz / avanguardia

Nuove uscite "diverse".
La prima è Core 'ngrato, del Guarino Savoldelli Quartet. Piacerà a tanti! Gli altri due album solo per cultori e amanti dell'elettronica.



Uscito in associazione con Moonjune Records:

Core 'ngrato

by Guarino Savoldelli Quintet


itinerario eccentrico nella canzone napoletana


Peter Thelen, su Exposé, ha scritto:
Corrado Guarino è un nome noto nella scena jazz italiana, nonostante le sue pubblicazioni non siano numerose. Per Core 'ngrato ha collaborato con l'acclamato cantante Boris Savoldelli, già conosciuto alla maggior parte dei lettori di Exposé per la sua associazione con Moonjune Records e per svariate uscite su quell'etichetta. A completare il quintetto ci sono Guido Bombardieri al sax alto e clarinetto, Tito Mangialajo Rantzer al contrabbasso e il batterista Stefano Bertoli: tutti loro hanno tutti suonato in precedenti dischi di Guarino (Chi? del 2004, una serie di cinque album-tributo dal nome Le Fiabe del Jazz pubblicati tra il 2008 e il 2011, e Si Vede Che Era Destino (2011), nonché probabilmente in alcuni altri di cui non sono a conoscenza. La band era dunque ben affiatata già prima dell'arrivo di Savoldelli, ma sono le sue vocalizzazioni camaleontiche e le alterazioni vocali elettroniche che rendono questo album così avvincente e unico.
Savoldelli e Guarino hanno composto solo due dei dieci brani dell'album. Tre canzoni sono tradizionali (risalgono al XVII e XIX secolo), il resto è di altri compositori. La maggior parte dei pezzi sono leggermente rilassati, alcuni allegri e aggressivi - come ad es. "Ciceranella", che sono certo di aver già ascoltato prima [...] “So' Le Sorbe e Le Nespole Amare” è un altro pezzo potente e melodico dal sapore decisamente folk, che offre al sassofonista Bombardieri spazio per brillare. Ogni traccia qui è eccezionale e offre una gamma di idee jazzistiche e vocali che stupiranno l'ascoltatore. 

 




3​+​3

by Tomeka Reid Quartet   Cuneiform Records

 


Tomeka Reid, cello
Jason Roebke, bass
Mary Halvorson, guitar
Tomas Fujiwara, drums
 

La cellista Tomeka Reid (sue tutte le composizioni) ha licenziato nel 2023 questo album di "musica avventurosa", esplorando nuova matematica sperimentale con il suo quartetto stellare, che è così giunto alla terza pubblicazione.


Nel corso di tre motivi/pezzi che confluiscono insieme (proprio come un set che il gruppo suona in concerto), l'album cattura il meglio di questo ensemble d'avanguardia. Il quartetto della Reid si muove con grazia, senza fretta, calibrando costantemente - evolvendola - la conversazione in corso.



Mother Mallard's Portable Masterpiece Co. 

Un progetto "storico", essendo stato fondato nel 1969! 50 anni di musica elettronica su un CD (click!)

Nella primavera del 1969 David Borden era compositore-pianista alla Cornell University (ambito: Danza), ma per due anni aveva anche lavorato - preminentemente nottetempo - presso la Moog Company di Trumansburg, NY, a breve distanza da Ithaca, cercando di comprendere le funzioni del sintetizzatore Moog (allora in fase di sviluppo) e cercare possibilità per usarlo in performance dal vivo.
All'inizio Mother Mallard era un media per eseguire nuova musica alla Cornell, poiché nessun altro lo faceva. Steve Drews fu il primo a unirsi a Borden. David aveva 30 anni, Steve 23. Mother Mallard presentava nei suoi concerti composizioni di Robert Ashley, Morton Feldman, Daniel Lentz, Jon Hassell, Terry Riley, John Cage, Philip Glass, Steve Reich...
Con il MiniMoog e altri sintetizzatori e con l'aiuto della tastierista Linda Fisher, nonché grazie al patrocinio di Bob Moog, il progetto prese davvero vita... 

Gli ultimi concerti e le ultime registrazioni di Mother Mallard's Portable Masterpiece Co. risalgono al 2019, e in quei frangenti vennero usati gli strumenti originali degli Anni Settanta.

  Elettronica /sperimentazione. David Borden e Steve Drews dal vivo insieme a Judy Borsher, dall'album Like a Duck to Water (Cuneiform Records)