Indubbiamente un pezzetto di storia della vera musica italiana
"È strano sai / avere tanta voglia di correre / e muover piano i passi / per non sciupare l'attimo di libertà..."
Una creatura angiolesca, affranta e disperata in posizione fetale al cospetto del gelido oceano: la copertina di Forse le lucciole non si amano più, album di debutto (1977) della Locanda Delle Fate, ne rispecchia bene il contenuto.
L'opera partorita dal gruppo astigiano è l’istantanea sonora di una generazione - quella cresciuta tra gli Anni '60 e '70 - perduta tra ideali martoriati e sogni infranti. Le tracce sono tenute insieme dal filo rosso della memoria di una persona vecchia che guarda alla sua gioventù. Ma il disco è anche una riflessione, velata ma non troppo, sulle vicende sociopolitiche che hanno coinvolto i ventenni di allora.
Musicalmente, Forse le lucciole non si amano piùci offreun connubio tra il progressive inglese (Jethro Tull, Genesis) e quanto di migliore era emerso fino a quel momento nella scena italiana.
"Il canto di un vecchio... / ubriaco e scontento, / disinfetta le ansie, / che straripano già..."
- Leonardo Sasso: voce
- Ezio Vevey: chitarra solista, voce
- Luciano Boero: basso, hammond
- Giorgio Gardino: batteria, vibrafono
- Alberto Gaviglio: flauto, chitarre, voce
- Michele Conta: pianoforte, tastiere
- Oscar Mazzoglio: tastiere
Lato A
"A volte un istante di quiete" 6:31
"Forse le lucciole non si amano più " 9:48
"Profumo di colla bianca" 8:25
Lato B
"Cercando un nuovo confine" 6:41
"Sogno di Estunno" 4:41
"Non chiudere a chiave le stelle" 3:34
"Vendesi saggezza" 9:37
Traccia bonus vers. CD (1995)
"New York" 4:35
L'LP della Locanda delle Fate è un mix di poesia e melodie che ci fanno viaggiare tra passato, presente e futuro della nostra vita. Fantastico e reale nel contempo. Brani come la title track (senza dubbio una delle più emozionanti canzoni prog), come "Sogno di Estunno" e soprattutto "Vendesi saggezza", dopo tutti questi decenni fanno ancora venire la lacrimuccia!
Venne pubblicato alla fine del glorioso periodo del prog italiano (Le Orme, Balletto di Bronzo, Rovescio della Medaglia, Metamorfosi, Banco, P.F.M., giusto per citarne qualcuno). E fu, allora, quasi snobbato. E ciò nonostante un concerto mandato in onda dalla RAI nello stesso anno. (La RAI ha nei propri cassetti delle vere perle dei gruppi prog [pop] italiani, però se le tiene strette, trasmettendo invece perlopiù immondizia musicale.)
Il progressive comunque non era affatto morto: sempre nel 1977 uscivano Anto/Logicamente degli Area, Rain Dances dei Camel, il primo di Peter Gabriel e Seconds Out dei Genesis, The Quiet Zone dei Van der Graaf Generator, Going for the One degli Yes, Jet Lag della P.F.M., Come un'Ultima Cena del Banco e Storia e Leggenda delle Orme. Ce n'era quindi, ancora, di prog rock! L'opera prima della Locanda non venne troppo pubblicizzata e fu riscoperta soltanto dopo. Il disco è ben suonato e con degli arrangiamenti studiatamente "contorti", come si confaceva al prog classico degli anni '70, ma alquanto orecchiabili e di facile assimilazione.
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