Ispirazione e profondità caratterizzano gli album dei Quanah Parker. Anche Nel Castello delle Fate ha potenzialità di successo grazie a musica non ostica ma accessibile, raffinata, ben suonata.
L’idea del concept e le sue musiche sono di Riccardo Scivales, i testi di Meghi Moschino. Arrangiamenti: Quanah Parker.
Scivales Music SM007. Distribuzione internazionale:MaRaCash Records.
L'opera racconta con una sorta di allegoria un percorso catartico, in un teatro ristretto ma con linguaggio planetario. Scivales e i Quanah Parker usano gli stilemi del progressive rock, però con un'apertura crossover necessaria dati i tempi. Se è caduto il Muro di Berlino, non c’è da meravigliarsi che cadano anche gli steccati tra scene e generi musicali...
Protagonista del concept è un uomo che si è smarrito e giunge a un misterioso castello abitato da avvenenti Dame Fatate. Dapprima spaventate per la nuova presenza, esse fuggono e si disperdono su per lo scalone del castello, per poi invitare l'uomo ognuna nella propria stanza e sedurlo con la loro Bellezza ed Arti Magiche.
«Vagando ferita per strade sconosciute, l’Anima si imbatté magicamente in un Castello Fatato. Luci, voci e suoni magnetici lo abitavano. Era giunto il momento di varcare quella soglia... “Entra, e i tuoi mali guarirò... In ogni stanza c'è la speranza, segui l'istinto che è in te: troverai braccia che ti cullano e ti poseranno in alto, dove la leggerezza ti permetterà di spiccare il volo. E poi, con il Magico Carillon, dipingerai la tela dei tuoi sogni. Le Fate ti aspettano.”»
Foto di Francesca Barriviera. Tante altre le troverete nel booklet del CD.
Ascoltiamo l'opera passo dopo passo.
Dopo l'ingresso, veniamo introdotti in un'atmosfera intrigante. Ben presto ci rendiamo conto che non siamo in ambito ostile. Il contesto ci incuriosisce. Vediamo una mano che si tende attraverso il velo: non è minacciosa ma vuole accompagnarci a un luogo, a un punto d'arrivo riservato a noi.
Procediamo tra buon rock "teso" (sostenuto ma non hard) e arie magiche. L'incanto della voce, delle voci, con i loro echi e richiami del passato parlano e cantano di occulto, ma è magia bianca, nulla di cui temere. Levitiamo tra carillon e gocce di cristallo, inebriandoci alla bellezza dell'ignoto.
Tutto ciò non è fine a se stesso e ha un significato doppio. Il CD ci racconta di un'avventura che ha a che fare con la Guarigione, nel vero senso della parola: Riccardo Scivales, colpito dal Covid, ha dovuto a lungo lottare contro le conseguenze della malattia. E cosa ti può guarire? La Musica; soprattutto se il dono ti viene recato dalle mani di una Donna.
La line-up della band vede, accanto a Scivales, a Pirrotta, a Ongaro e a Simeoni, la splendida vocalist Meghi Moschino. E come ospite speciale c’è anche una figlia di Riccardo, Martina.
- Riccardo Scivales: tastiere
- Meghi Moschino: voce, assorted percussion
- Giovanni Pirrotta: chitarre
- Alessandro Simeoni: basso elettrico
- Paolo Ongaro: batteria
Special Guest
- Martina Scivales: voci aggiuntive e improvvisazione al piano in "Giochi di Fate al Piano"
Meghi Moschino (che è anche insegnante di canto): oltre ad essere la cantante dei Quanah Parker, forma, insieme a Riccardo Scivales, il duo Magico Carillon.
Alla fine del viaggio il protagonista si sente un uomo nuovo; esce dal Castello e si ritrova bambino a camminare tra l’erba alta di un meraviglioso prato luminoso, dove sua madre lo attende e lo prende per mano.
Il CD è uscito per le edizioni Scivales Music (numero di catalogo SM007). Si può ordinare sia scrivendo a riccardo.scivales@gmail.com (15 euro + spese spedizione e tasse) che al suo distributore mondiale Ma.Ra.Cash Records.
La nostra prima reazione:
"Sono senza parole. Pensando al tema, mi dicevo (a priori) che forse oggi il 'pubblico' (d'accordo, è un concetto astratto, in fondo) ha bisogno di altro, testi realistici ecc. Ma già fin dalle prime battute sono stato avviluppato dalle atmosfere e peraltro con questi suoni maturi, avanzati, e con questa voce solista ammaliante, non c'è da poter rimanere indifferenti. Grandissimo prog rock, rock sinfonico di alto livello."
Da notare che i brani sono stati composti nella maggior parte già nel 2021 e sono pure stati suonati con successo in vari concerti dei Quanah (e del Magico Carillon di Meghi e Riccardo).
L'annuncio per un nuovo album era stato dato già un paio di anni fa. Poi la pandemia con i suoi lockdown - insieme ad altri fattori - hanno rallentato la realizzazione su disco.
Indubbiamente un pezzetto di storia della vera musica italiana
"È strano sai / avere tanta voglia di correre / e muover piano i passi / per non sciupare l'attimo di libertà..."
Una creatura angiolesca, affranta e disperata in posizione fetale al cospetto del gelido oceano: la copertina di Forse le lucciole non si amano più, album di debutto (1977) della Locanda Delle Fate, ne rispecchia bene il contenuto.
L'opera partorita dal gruppo astigiano è l’istantanea sonora di una generazione - quella cresciuta tra gli Anni '60 e '70 - perduta tra ideali martoriati e sogni infranti. Le tracce sono tenute insieme dal filo rosso della memoria di una persona vecchia che guarda alla sua gioventù. Ma il disco è anche una riflessione, velata ma non troppo, sulle vicende sociopolitiche che hanno coinvolto i ventenni di allora.
Musicalmente, Forse le lucciole non si amano piùci offreun connubio tra il progressive inglese (Jethro Tull, Genesis) e quanto di migliore era emerso fino a quel momento nella scena italiana.
"Il canto di un vecchio... / ubriaco e scontento, / disinfetta le ansie, / che straripano già..."
- Leonardo Sasso: voce
- Ezio Vevey: chitarra solista, voce
- Luciano Boero: basso, hammond
- Giorgio Gardino: batteria, vibrafono
- Alberto Gaviglio: flauto, chitarre, voce
- Michele Conta: pianoforte, tastiere
- Oscar Mazzoglio: tastiere
Lato A
"A volte un istante di quiete" 6:31
"Forse le lucciole non si amano più " 9:48
"Profumo di colla bianca" 8:25
Lato B
"Cercando un nuovo confine" 6:41
"Sogno di Estunno" 4:41
"Non chiudere a chiave le stelle" 3:34
"Vendesi saggezza" 9:37
Traccia bonus vers. CD (1995)
"New York" 4:35
L'LP della Locanda delle Fate è un mix di poesia e melodie che ci fanno viaggiare tra passato, presente e futuro della nostra vita. Fantastico e reale nel contempo. Brani come la title track (senza dubbio una delle più emozionanti canzoni prog), come "Sogno di Estunno" e soprattutto "Vendesi saggezza", dopo tutti questi decenni fanno ancora venire la lacrimuccia!
Venne pubblicato alla fine del glorioso periodo del prog italiano (Le Orme, Balletto di Bronzo, Rovescio della Medaglia, Metamorfosi, Banco, P.F.M., giusto per citarne qualcuno). E fu, allora, quasi snobbato. E ciò nonostante un concerto mandato in onda dalla RAI nello stesso anno. (La RAI ha nei propri cassetti delle vere perle dei gruppi prog [pop] italiani, però se le tiene strette, trasmettendo invece perlopiù immondizia musicale.)
Il progressive comunque non era affatto morto: sempre nel 1977 uscivano Anto/Logicamente degli Area, Rain Dances dei Camel, il primo di Peter Gabriel e Seconds Out dei Genesis, The Quiet Zone dei Van der Graaf Generator, Going for the One degli Yes, Jet Lag della P.F.M., Come un'Ultima Cena del Banco e Storia e Leggenda delle Orme. Ce n'era quindi, ancora, di prog rock! L'opera prima della Locanda non venne troppo pubblicizzata e fu riscoperta soltanto dopo. Il disco è ben suonato e con degli arrangiamenti studiatamente "contorti", come si confaceva al prog classico degli anni '70, ma alquanto orecchiabili e di facile assimilazione.