Con Ihre Kinder, Ton Stein Scherben (= "argilla, pietra, frantumi"), Kafka K.e altri gruppi, il rock in Germania si politicizza.
Poi sopravviene Udo Lindberg che canta un tedesco "strascicando le sillabe" e crea una nuova forma di poesia in forma di rock. Ben presto, il Deutschrock, che si pone a metà strada tra il cantautorato impegnato e il Krautrock, si plasma in una musica più accessibile a tutti e decisamente commerciale. Nascerà così la NDW, Neue Deutsche Welle, una forma di canzone sì di protesta ma non più tanto politicizzata, che vede nella band Ideal e nella cantante Nena le sue vette forse più significative.
Il gruppo Spliff, con la canzone "Carbonara" ("io voglio viaggiare in Italia, il paese dei limoni"... citazione liberamente tratta da Goethe), gioca sui cliché riguardanti la nostra terra e, in un italiano ovviamente raffazzonato, ottiene grande e duraturo successo.
Si avverte benissimo che intanto non siamo più negli Anni Settanta bensì negli Ottanta, quando ogni cosa viene banalizzata e il pubblico è spinto a divertirsi senza troppo pensare. Per fortuna ci sono complessi punk e tardo-punk che mantengono alto lo stendardo dell'impegno serio...
Nel 1988, Die Toten Hosen riescono a realizzare una gemma in forma di concept album, riprendendo immagini e temi di Arancia meccanica (il film di Stanley Kubrick, dal romanzo di Anthony Burgess) e adattandoli alla Germania odierna. In Ein kleines bisschen Horrorschau, gli "Hosen" raccontano dei disagi della gioventù, con accenni neanche troppo velati al rifiorire del nazismo.
Musicalmente e per quanto riguarda l'intelligenza dei testi, qui siamo già a livelli stratosferici rispetto alla NDW.
Al suo nascere il "Deutschrock" era decisamente di sinistra e sapeva ben celebrare anche la vita e l'amore. Certo, c'erano già i cantautori impegnati (Hannes Wader, F. J. Degenhardt, Konstantin Wecker...) ma gruppi come Ihre Kinder e Ton Steine Scherben (oltre all'eccentrico e celebre Udo Lindenberg) furono importantissimi, dal 1970 ca. in poi, poiché coniugavano il "Politfolk" con l'anarchia e la voglia di sperimentare del "Krautrock" (CAN, Amon Düül II, Ashra Ra Tempel...) nonché con il rock angloamericano.
Ihre Kinder: per molti, gli "inventori" del Deutschrock
Riuscirono a "piegare" l'ostica lingua tedesca per poter lanciare, in forma di musica, un messaggio diretto e di protesta. In questo modo anticiparono, e di molto, Udo Lindenberg e tutti gli altri "ribelli" più o meno autentici che sarebbero arrivati a scalare la hit parade. (Vedi NDW, Neue Deutsche Welle, cioè "Nuova Ondata Tedesca", una forma di canzoni per la massa con lyrics su argomenti attuali: una categoria del pop che avrebbe spopolato a iniziare dalla fine degli Anni Settanta.)
La Germania aveva perduto la guerra con demerito e, ancora negli Anni Sessanta, molte band preferivano cantare in inglese, riprendendo, dal pop britannico e americano, anche le sonorità e la forma strutturale tipica della canzone d'intrattenimento, costituita da un "intro", eventualmente da un "ponte", e dal ritornello.
Il Krautrock servì a lanciare gruppi rivoluzionari i cui brani spesso erano tutt'altro che orecchiabili, ma che avevano un alto valore creativo ed esecutivo. Le loro songs nascevano spesso da jam sessions e improvvisazioni, e tra i punti di riferimento culturali c'erano Schönberg (dodecafonia) e Stockhausen (musica elettronica). Il modo di vivere di questi musicisti anarchici e colti rispecchiava la loro arte: in diversi casi vivevano all'interno di "comuni" (la Kommune 1 di Berlino e la "Highfisch-Kommune" di Monaco di Baviera: residenze di Amon Düül e Amon Düül II...). Molti esponenti di queste band si ribellavano nel sentire catalogare la loro musica come "Krautrock". "Kraut", "crauti", era la denominazione offensiva data dagli anglosassoni ai tedeschi. Loro stessi preferivano chiamarlo "spacerock in lingua tedesca", "Deutscher Jazzrock" o usare denominazioni simili. Eppure, "Krautrock" divenne, nel mondo, una etichetta che serviva anche a vendere più dischi.
Dal Krautrock e dal cantautorato derivò il Deutschrock.
La novità consisteva appunto nell'offrire testi seri e impegnati a un pubblico che finora ea abituato ad ascoltare gli "Schlager" (canzoni per il largo pubblico dalle parole non certo eccelse). Gli "Schlager", ovvio, continuarono ad esistere, a imperversare nelle radio e in TV, e a fare registrare incassi enormi; ma esisteva una gran parte di giovani che se ne erano distaccati e preferivano i cantautori o, ancor meglio, queste nuove band rock... quando non si erano votati direttamente ed esclusivamente alle songs di Bob Dylan, Leonard Cohen e dei gruppi provenienti dal Regno Unito e dagli USA.
Da notare che in Germania e negli altri Paesi di lingua tedesca c'erano già stati tentativi, nella cornice della pura musica di consumo, di creare testi impegnati in direzione del sociale o dell'ecologia. Un esempio è l'hit ed evergreen "Mein Freund, der Baum", di Alexandra (1942-1969), ascrivibile a un tentativo di rottura nel mondo del pop che è paragonabile a quel filone di canzone leggera italiana "di protesta" impersonata dal nostro Adriano Celentano.
È chiaro ovviamente che i cantautori, e band come Ihre Kinder, portavano avanti questi discorsi in maniera più profonda. Innanzitutto, Ihre Kinder erano avanguardistici ed "estremi" anche dal punto di vista puramente musicale. Inoltre, per cantare in tedesco versi degni di novelli Goethe, Schiller e Brecht, occorreva usare la voce in maniera particolare. E rivoluzionare la stessa tecnica da parolieri, inserendo espressioni e vocaboli in slang o presi di peso dai quotidiani e dalla vita di ogni giorno.
Nel 1984 venne pubblicato l'ultimo disco, in cui erano presenti anche Hennig & Schultz, pietre miliari del complesso. Nel 1985 ci fu l'ultimo "Deutschland-Tour" e quindici anni più tardi, nel 2000, il leggendario gruppo si congedò definitivamente nel quadro del 25simo "Bardentreffen" ("incontro dei bardi"), tenutosi in quel di Norimberga.
Nel 2014 venne assegnato a Ernst Schultz e Sonny Hennig un importante premio letterario per aver contribuito ad introdurre la lingua tedesca nella musica rock.
Per chi ama le lunghe sequenze ipnotico-psichedeliche: Liliental, band appartenente al cosiddetto "Krautrock". Con qualche "escapade" space-rock tipo Pink Floyd era Ummagumma.
Non lasciatevi trarre in inganno da chi ve li presenta con la acca dopo la ti: in realtà il nome della band è Liliental.
Lilienthal (gli altri; quelli con 'h') era un gruppo di folkrock attivo nello stesso periodo. Invece Liliental (quelli del video) rappresentavano un "side project" di Dieter Moebius, inaugurato dopo che la band Cluster si era (momentaneamente) sfasciata.
Io li trovo meno sperimentali delle classiche band krautrock, ma non per questo meno coraggiosi nel tentativo di non ricalcare le melodie e i modi di suonare del rock anglosassone. Tuttavia, scriviamo già l'anno 1978 e intanto il prog d'Oltremanica e d'Oltreoceano si era sviluppato in maniera tale da sorpassare sulla corsia di destra anche i gruppi teutoni più avanguardistici e perciò i Liliental appaiono a tanti come meri eponimi di band più famose, mentre chi conosce le vicissitudini e gli intrecci della musica tedesca sa che si meritano un posto d'onore negli annali del rock mitteleuropeo.
Sia pure abbiano realizzato solo questo album.
L'album dura non più di 35 minuti e l'ascoltatore "sente" che manca il brano risolutivo, quello che poteva costituire un degno epilogo. Ma prendere o lasciare. Se si vuole essere liberi, anarchici, occorre esserlo anche nella scelta del finale di un'opera... Così pensavano Moebius e Conny Plank (vedi più giù).
Come detto, non ci saranno purtroppo altri dischi targati "Liliental", ma Moebius riprenderà il discorso nei rinati Cluster...
Ad accompagnare l'artista in questa avventura mono-episodica sono due membri del famoso gruppo jazz-rock Kraan: Helmut Hattler (al basso elettrico) e Johannes Pappert (che suona alcune parti all'alto sax). Ingegnere del suono è Konrad "Conny" Plank. Un personaggio importante per il Krautrock, morto purtroppo a soli 47 anni. Plank, che ha partecipato alla realizzazione di diversi album dei Cluster, qui è presente anche come musicista, suonando la chitarra, il sintetizzatore e con le "voci manipolate".
In generale, l'ascolto di Liliental è piacevole e "relaxed", anche se si avverte il lavoro complicato sui loop elettronici e il tentativo di tenere in equilibrio i (rari) costrutti sperimentali nella struttura generale cool jazz.
Negli ultimi anni, Andy Fairweather-Low, chitarrista e cantante ex leader degli Amen Corner, ha intrapreso alcune tournée mondiali con la sua nuova band, i Low Riders, esibendosi in diversi piccoli venues. Io stesso ho avuto la fortuna di sentirlo dal vivo una volta.
I CD e i DVD che vedono come protagonista Fairweather-Law e i suoi fidi sono facilmente reperibili. Se vi piace il pop-rock blueseggiante, e il blues-rock in generale, non mancate di seguire questo straordinario protagonista di circa mezzo secolo di musica!
Link di Topolàin riguardanti (o dove si cita)Andy Fairweather-Low:
Salve e benvenuti di nuovo alla domenica jazzistica di Topoláin! Stavolta abbiamo un po' di atmosfere latine, o forse possiamo definirlo anche jazz-rock. Quella che Topolàin vi presenta stamani è una brillante esibizione di Carlos Santana e del sassofonista Wayne Shorter al Montreux Jazz Festival del 1988. Il concerto durò poco meno di due ore e fu un'apoteosi, una performance davvero con tutti i crismi. Del resto, se si dà un'occhiata alla lista dei componenti del gruppo, si comprende facilmente il perché...
Sul palco erano presenti:
Carlos Santana – chitarra Wayne Shorter – sassofono Alphonso Johnson – basso Chester Thompson – tastiere Patrice Rushen – tastiere Leon “Ndugu” Chancler – batteria Armando Peraza – congas Jose Chepito Areas – timbales
Ultimamente intervistato dal magazine tedesco Eclipsed, Mikael Åkerfeldt, cantante e chitarrista degli Opeth, nonché grande collezionista di dischi, ha affermato che letteralmente ama l'unico album mai realizzato dal gruppo italiano Il Paese dei Balocchi, e che non comprende come mai tali maestri del prog non siano andati avanti con il loro progetto.
"L'album è innaturalmente buono" ha dichiarato "e contiene tutti gli elementi che io apprezzo del progressive rock. È epico, e viene meravigliosamente accompagnato dall'orchestra. Gli archi sono grandiosi, ogni cosa è inscenata in maniera triste e oscura..."
Una conferma ci arriva da Giuseppe Tosi, che su Youtube commenta:
"Decisamente bello anche per l'uso misurato dell'orchestra sinfonica. Alcune parti rimandano a Stravinskij, ma si spazia con grande creatività, con citazioni buttate qui e la (da Morricone ai King Crimson) e un'atmosfera generale pacata e romantica che li rende unici nel panorama prog italiano (qualche similitudine col Museo Rosenbach ,ma il loro Zarathustra arriverà un'anno dopo). E' un peccato che tra le tante, recenti rivalutazioni di molte opere del nostra progressive, questa continui inspiegabilmente ad essere ignorata. Assolutamente da ascoltare e rivalutare."
A quanto pare Mikael Åkerfeldt sta facendo una grande pubblicità per questa perla smarrita del prog italiano: sulla pagina dov'è presente il video, si sono infatti raccolti ascoltatori da ogni parte del mondo, e quasi tutti dicono di essere stati "mandati" da lui...
Allora, ascoltiamo insieme questo capolavoro.
01 Il Trionfo Dell'egismo,Della Violenza, Della Presunzione e Dell'Indifferenza 02 Impotenza Dell'umilta' E Della Rassegnazione 03 Canzone Della Speranza 04 Evasione 05 Risveglio E Visione Del Paese Dei Balocchi 06 Ingresso E Incontro Con I Baloccanti 07 Canzone Della Carita' 08 Narcisismo Della Perfezione 09 Vanita' Dell'intuizione Fantastica 10 Ritorno Alla Condizione Umana
LP cover
Line-up:
Armando Paone (vocals, keyboards)
Fabio Fabiani (guitar)
Marcello Martorelli (bass)
Sandro Laudadio (drums, vocals)
Il Paese Dei Balocchi nacque sui resti della band Under 2000, che si era formata a Roma nel 1965. L'unico loro LP sembrerebbe quasi aver ispirato gruppi come Rovescio Della Medaglia e Museo Rosenbach...
A comprovare ciò ci sarebbe il fatto che un breve brano iniziale de Il Paese Dei Balocchi viene eseguito da un secondo tastierista, nella persona diFranco Di Sabbatino, il quale sarà poi il tastierista del Rovescio Della Medaglia. Tra l'altro in "Evasione" a me pare di riconoscere un po' di Parsifal dei Pooh, che uscirà appena l'anno dopo...
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Il chitarrista del Paese Dei Balocchi, Fabio Fabiani, racconta l'intera storia del disco in questo sito di progressive rock (in inglese), sottolineando che, sebbene le vendite fossero state scarse, c'era addirittura in ballo un secondo album. Il gruppo però non riuscì ad andare al di là del disco d'esordio e finì per sfasciarsi nel 1974, quando il tastierista, Armando Paone, emigrò nel Golfo Persico, guadagnandosi laggiù la vita come pianista di piano bar.
Leggete l'intervista: è un romanzo di amicizia, di delusioni e di emigrazione.