29 gen 2012

Brano del giorno: "Rosso Pomigliano"...

della Marco Zurzolo Band



Il titolo dell'album è 7 e mezzo

I brani:


1. Torno a sud (M. Zurzolo) 4.27
2. Cinque e un po' (M. Zurzolo) 4.07
3. E duje piscature (M. Zurzolo) 4.39
4. Vient 'e mare (M. Zurzolo) 4.56
5. Sette e mezzo… (M.Zurzolo) 3.34
6. Napoletana a coppe (M. Zurzolo, G. Tafuto) 4.18
7. Notte a Bayamo (M. Zurzolo) 4.45
8. Rosso Pomigliano (M. Zurzolo) 3.59
9. Sofia (M. Zurzolo) 4.53
10. ...E sto bene (M. Zurzolo) 4.02

Marco Zurzolo - sax alto
Gabriella Grossi - sax baritono
Alessandro Tedesco - trombone
Carlo Fimiani - chitarre
Giuseppe Timbro - contrabbasso
Erasmo Petringa - violoncello e oud
Claudia La Gatta - violoncello e oud (8-10)
Vittorio Riva - batteria e percussioni

ospiti:
Marc Johnson - contrabbasso (1,4,7,8,9)
Gabriele Mirabassi - clarinetto


27 gen 2012

Brano del giorno: "Every Time We Say Goodbye"...

... del John Coltrane Quartet



Coltrane morì a soli 40 anni con il fegato spappolato, lasciando un numero considerevole di capolavori: Coltrane Plays The Blues e A Love Supreme
in primo luogo; pietre miliari (caratterizzate da toni abbastanza "gentili", com'era del resto il carattere di "Trane") da cui il neofita del jazz può partire per spaziare in tutte le direzioni: verso Charlie Parker (be-bop) e verso il più recente Wynton Marsalis.
Nelle note di copertina di Ballads viene spiegato che il musicista si mostra sorpreso quando lo chiamano "the best of angry tenors". In effetti, di "rabbioso" nel suo suono c'è ben poco. "Forse" presume lo stesso Coltrane "lo dicono 'because I play the horn hard'".
Ricordando che John Coltrane fu chiamato da Miles Davis a suonare in quello che è sicuramente il disco di jazz più celebre, Kind of Blue, ci piace segnalare i lavori del John Coltrane Quartet. Il quartetto, composto da 

John Coltrane, tenor saxophone
McCoy Tyner, piano
Jimmy Garrison, bass
Elvin Jones, drums,

influenzò la scena jazzistica degli Anni Sessanta fino al momento in cui "Trane" non abbracciò il free jazz, o comunque forme anticonvenzionali, praticamente mistiche - a iniziare da Ascension, 1965.







26 gen 2012

Rolling Stones, live. Austin 2006 (video completo)

Ecco il sensazionale concerto degli Stones tenutosi nel 2006 ad Austin, in Texas, davanti a oltre 40 mila fans. Il filmato dura ca. un'ora e mezzo... Buon divertimento!


21 gen 2012

Brano del giorno: "Everything For Love"...

... di Chuck Mangione




Chuck Mangione, compositore e cornettista di rango internazionale, è nato nel 1940 a Rochester, New York. Le sue origini possono essere definite italiane ed ebree. Praticamente appena finito il conservatorio, arrivò a suonare nei "Jazz Messengers" di Art Blackey. Dopo una vita di successi con il suo stile orecchiabile o smooth jazz (numerosi i brani di Chuck Mangione inseriti nelle colonne sonore di film), smise di esibirsi dal vivo nel 1989, a chiusura di un quarto di secolo di vita da girovago... per riprendere nel 1994, dopo la morte di Dizzie Gillepsie, da lui venerato.





15 gen 2012

Brano del giorno: Jimi Hendrix - "Red House"


Mentre Jimi Hendrix era nel gruppo Curtis Knight and the Squires (1965-66), il suo interesse per il blues, per la musica delle origini, era forte. Compose "Red House" ispirandosi ai brani tradizionali, ma anche a "Travelin' to California", di Albert King.
Il testo è quello solito dell'uomo abbandonato dal suo amore. Secondo Noel Redding, nella canzone Jimi si riferisce a una sua ex ragazza, Betty Jean Morgan.
"Red House" (un blues lento tipicamente in 12 misure, o 12 battute che dir si voglia) fu uno dei primi brani suonati dalla Jimi Hendrix Experience. Nonostante le proteste di Hendrix, il pezzo venne inserito soltanto nell'edizione britannica dell'album Are You Experienced? e non in quella destinata al mercato americano giacché, secondo la compagnia discografica, "America does not like blues" (!).


"Red House" by Jimi Hendrix
There's a red house over yonder, that's where my baby stays.
There's a red house over yonder, baby, that's where my baby stays.
Well, I ain't been home to see my baby in about ninety nine and one half days,
'bout time I see her.

Wait a minute, something's wrong.
The key wont unlock the door.
Wait a minute, something's wrong, baby.
The key wont unlock the door.
I got a bad, bad feeling that my baby don't live here no more.

I might as well go on back down,
Go back 'cross yonder over the hill.
I might as well go back over yonder
Way back yonder 'cross the hill, (That's where I come from)
'Cos if my baby don't love me no more.
I know her sister will!



13 gen 2012

Brano del giorno: "Ashes To Ashes"...

... di Mike Patton & Faith No More


Non si tratta della canzone di David Bowie. Ha lo stesso titolo ma, a parte la melodia, ha una sua più urgente (più profonda, meno didascalica) drammaticità. Chiunque abbia perso una persona cara, sicuramente non può non avvertire un minimo di corrispondenza metafisica nell'udire questa song e nel guardare il video (che, a proposito, è stato girato nella stessa location del film Se7en).

Al testo vengono date diverse interpretazioni, come ad esempio quella che sarebbe una sorta di testamento della band. (I Faith No More si sciolsero nel 1997, dunque circa un anno dopo l'uscita dell'album... per ricomporsi l'anno scorso tra il tripudio dei fans.)
Altro possibile significato: la canzone parla di una persona morta ("... ceneri alle ceneri..."), forse uccisa dall'io narrante, e questa persona continua a comunicare - e quindi a vivere - attraverso la terra, sorridendo con "la bocca dell'oceano" e salutando con "le braccia della montagna".
Terza interpretazione: l'"io" del testo altri non è che John Doe, sanguinoso psicopatico di Se7en, che si rivolge alla sua vittima (o alle sue vittime) con la promessa-minaccia di unirsi a lei (a loro) nell'Aldilà. Alla fine del film, in effetti, il serial killer coronerà la sua "opera" facendo compiere il settimo peccato capitale, l'Ira, a uno dei poliziotti che lo hanno arrestato; e, con la propria morte, arriva per Doe l'apoteosi.




Ashes To Ashes (Mike Patton)


I want them to know it's me
It's on my head
I'll point the finger at me
It's on my head

Give it all to you
Then I'll be closer

Smiling with the mouth of the ocean
And I'll wave to you with the arms of the mountain
I'll see you

I will let you shout no more
It's on my head
I'll pick you up from the floor
It's on my head
I'll let you even the score
It's on my head

Give it all to you
Then I'll be closer

Smiling with the mouth of the ocean
And I'll wave to you with the arms of the mountain
I'll see you

Give the same to me then I'll be closer, closer
Give the same to me then I'll be closer, closer

Smiling with the mouth of the ocean
And I'll wave to you with the arms of the mountain

Give the same to me then I'll be closer, closer
Give the same to me then I'll be closer, closer

Quando il calypso incontra il jazz

Kaiso, l'album del trombettista Etienne Charles uscito nel 2011, è disponibile qui: www.etiennecharles.com. O (con un po' di fortuna) su Amazon.com .


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Con il suo progetto Creole Soul, il trombettista Etienne Charles esplora le affinità musicali delle tradizioni afrocaribica e di New Orleans.




Che cos'è il jazz lo sappiamo. Ma... il calypso?


Calypso - Notizie di approfondimento:

Il calypso nasce a Trinidad agli inizi del '900. Si ritiene che le sue origini vadano ricercate nei metodi di comunicazione usati tra gli schiavi nelle piantagioni. Dopo che i francesi importarono nell'isola il loro Carnevale, il calypso venne utilizzato come elemento folkloristico; ciò aumentò la sua popolarità e nel 1834, dopo l'abolizione della schiavitù, il genere potè esplodere.

La musica calypso fu spesso censurata, soprattutto dai britannici, a causa del suo contenuto politico e di forte protesta: i "Calypsos" infatti denunciavano le tragiche condizioni in cui versavano e la corruzione dei politici. Ma la censura, per quanto rigida, non li fermò; anzi: aumentò nei "Calypsos" il desiderio di ribellione.

A livello mondiale, il calypso ebbe una forte impennata nel 1956, quando Harry Belafonte, utilizzandone una variante meno politicizzata e dunque commerciale, pubblicò nel suo album - intitolato appunto Calypso - una riedizione di "Banana Boat Song", una canzone tradizionale giamaicana che ebbe subito grande successo. [Calypso fu il primo album al mondo a vendere oltre un milione di copie...]










Il kaiso

E' una musica che ha le sue origini nell'Africa Occidentale e che si sviluppò nelle colonie caraibiche al tempo della dominazione spagnola. Il kaiso è, in pratica, il precursore del calypso. Il nome deriva probabilmente dal linguaggio Hausa (West Africa) ed è un termine di incoraggiamento o di plauso corrispondente al nostro "Bravo!".
Per saperne di più vedi: Kaiso Stories (note della cantante Fay Victor).

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12 gen 2012

Muddy Waters

Trent'anni: così tanto c'è voluto per pubblicare questo concerto, apoteosi del Chicago Blues. Ma meglio tardi che mai. Al Festival di Montreaux del 1974 (il DVD, Messin' With The Blues, è del 2004) si esibirono Muddy Waters e i suoi amici, ed ecco il risultato.

Recorded live in 1974 at The Montreux Jazz Festival in Switzerland

Muddy Waters – Guitar & Vocals
Junior Wells – Harp, Vocals
Buddy Guy – Guitar & Vocals
Bill Wyman – Bass
Terry Taylor – Guitar
Pinetop Perkins – Piano
Dallas Taylor – Drums


....Scaletta:
"Messing’ with the Kid"
"Hoodoo Man Blues"
"When You See the Tears from my Eyes"
"Ten Years Ago"
"Hoochie Coochie Man"
"Mannish Boy"
"The Same Thing"
"Got My Mojo Working"
Muddy Waters
Se il blues è "la musica del diavolo" (in quanto arché sonoro ripetitivo e trascinante), chi o che cosa rappresentano musicisti del rango di Robert Johnson, Muddy Waters, Sonny Boy Williamson, Howlin' Wolf, John Lee Hooker...? Gran sacerdoti di Satana? La verità è che, nonostante l'immenso talento tramite cui riuscirono a "esplodere" nel mondo (e in particolare nella società stelle-e-strisce), costoro, essendo di colore, soffrirono le pene dell'inferno: a causa delle manifestazioni di razzismo nei loro confronti - a ogni ora del giorno e in ogni situazione della vita -; e dunque furono, piuttosto, vittime del diavolo, non mandatari.

Muddy Waters rispecchia i canoni del "classico" cantante blues. Da bambino sguazzava nel fango ("mud") del Mississippi e, quando più tardi si stancò di raccogliere cotone per i bianchi, si
trasferì a Chicago. Essendo analfabeta (proveniva, dal resto, da una cultura orale) e non sapendo fare nient'altro che intrattenere la gente con la sua chitarra e la sua voce, fu alla musica che dedicò l'esistenza.
Non a caso viene considerato l'iniziatore del "Chicago Blues", variante urbana - ed elettrizzata - di questo genere: un blues ancora rude ma più elegante di quello delle campagne... pur se la slide di Muddy non dimentica nessuno degli accordi paludosi tipici del luogo dei primordi (il delta del Mississippi, appunto).

Gli album più significativi di Muddy Waters: Newport 1960 (1960), Electric Mud (1968; un vero spartiacque nella storia del blues!), Sail On (1969), They Call Me Muddy Waters (1971), The Muddy Waters Woodstock Album (1974), I'm Ready (1978).
 ... 
Numerose le compilations che contengono le sue migliori performances dal vivo e in studio.  Tra queste, basti nominare The Essential Collection, dove ci sono praticamente tutti i successi della sua carriera, da "Got My Mojo Working" attraverso "Mannish Boy" e "I'm Your Hoochie Coochie Man" fino a "Rollin' Stone".
A proposito: indovinate da dove ricavò il nome la band formata da Mick Jagger, Keith Richards e Brian Jones? Esattamente! Fu il verso "I’m a rollin’ stone" nel brano "Mannish Boy" - scritta da Muddy Waters nel 1956 - a ispirare i tre (o il solo Jones; ci sono diverse versioni in proposito). "I'm a rollin' stone" si riferisce al proverbio "A rolling stone gather no moss", ovvero:
"Pietra che rotola non fa muschio".

.............[Prego notare la presenza di Bill Wyman nel concerto di Montreaux.]


Questa biografia a firma Robert Gordon è disponibile su Amazon.it


Nel video sottostante: un'altra versione di "Mannish Boy"
(dal DVD Muddy Waters in Concert 1971)



10 gen 2012

Brano del giorno: "Bach On To This"...

... eseguito da Jon Lord


Il passato si fonde con il presente in questa splendida versione della Toccata e Fuga in re minore di Johann Sebastian Bach (qui l'originale).
La formazione: Jon Lord (ex Deep Purple, ex Whitesnake) all'organo Hammond, Bernie Marsden (ex Whitesnake) alla chitarra, Neil Murray (ex Whitesnake, ex Black Sabbath) al basso e Simon Phillips (ex Toto) ai drums. L'album è un "solo" di Jon Lord del 1982: Before I Forget.



9 gen 2012

Brano del giorno: "These Days"...

... di Ane Brun



“These days I just walk with you. These days, I let you stay. A little further away but I walk with you.”
E' una canzone contenuta in It All Starts With One, il nuovo album della Brun. E' un doppio che mostra il lato più "oscuro" di questa cantautrice norvegese. Più di una volta è stata denominata "l'ennesima artista suicidale del Nord Europa". Ma è davvero così? Se facessimo la conta del numero di suicidi che avvengono tra i seguaci del rock più scatenato e quelli tra i proseliti dei cantori della Sehnsucht, della malinconia, da Leonard Cohen giù giù fino a Maximilian Hecker e - appunto - ad Ane Brun, giungeremmo a un risultato sorprendente.

Di seguito, altri esempi del cosmo sonoro (e di immagini) della Brun.


Ane Brun: dea nordica delle sad songs




6 gen 2012

Rolling Stones - 'Shine A Light'

Nell'ottobre 2006, Martin Scorsese ebbe il compito di filmare due serate degli Stones al Beacon Theatre di New York. Erano concerti di beneficenza, organizzati dall'ex presidente degli USA Bill Clinton in occasione del suo 60° compleanno. Tra gli ospiti: Jack White, Buddy Guy e Christina Aguilera; ma naturalmente i protagonisti assoluti risultano i quattro vetusti britannici, allora nel pieno della loro mastodontica tournée denominata "A Bigger Bang" e capaci come sempre di trasformare un evento musicale in una messa pagana.

Shine A Light documenta quelle due gigs newyorkesi offrendoci circa due ore e mezza di note trascinanti ed entusiasmo contagioso. Mick Jagger, Keith Richards, Ronnie Wood & Charlie Watts appaiono più in gamba e scatenati che mai. Dal documentario di Scorsese, ecco il fenomenale duetto di Aguilera e Jagger.


Brano del giorno: "Kate"...

... dei Ben Folds Five


I Ben Folds Five erano un trio molto interessante - un trio privo di chitarra. Facevano un pop che, per le melodie e i temi trattati, a volte richiama i Kinks; ma ho sentito anche un paio di loro canzoni che potrebbero essere variazioni su celebri titoli di Leonard Cohen.

Dopo lo scioglimento, avvenuto nel 2000,
Ben Folds ha ripreso la sua carriera solista.


Ben Folds, compositore, pianista e cantante

5 gen 2012

Brano del giorno: "Land of Confusion"...

... dei Genesis



Una canzone di 25 anni fa capace di anticipare il futuro. Ma ovviamente il futuro non è oggi; il futuro è ieri. Tutto questo ambaradàn che a noi causa tanti grattacapi ebbe infatti inizio negli Anni Ottanta e, essendo "Land of Confusion" del 1986 (è contenuta nell'album Invisible Touch), la videoclip correlata non è che un album di fotografie dell'allora realtà.



Nel filmato - realizzato con le figure di gomma del programma satirico Spitting Image - si vedono il presidente degli U.S.A. Reagan (un cowboy rimbambito che crede di essere Superman) con sua moglie Nancy, il cancelliere tedesco Helmut Kohl, la premier britannica Margaret Thatcher, il leader libico Gheddafi... e a un certo punto si scorge anche Mussolini. Personaggi che hanno fatto del male al loro Paese e, per extenso, al nostro pianeta. O, come canta Phil Collins: "There's too many men, too many people / Making too many problems".



La canzone dei Genesis esprime molto bene, soprattutto, l'ansietà di tutti e ognuno dovuta alla Guerra Fredda. Alla fine del video, la figura di "Ronnie" Reagan vuole premere il pulsante per chiamare l'infermiera (ovvero: "Nurse") e invece preme quello con su scritto "Nuke", scatenando l'olocausto atomico...



Land of Confusion

by Michael Rutherford, Phil Collins, Tony Banks

I must have dreamed a thousand dreams
Been haunted by a million screams
But I can hear the marching feet
They're moving into the street

Now, did you read the news today?
They say the danger has gone away
But I can see the fire's still alight
They're burning into the night

There's too many men, too many people
Making too many problems
And there's not much love to go around
Can't you see this is a land of confusion?

This is the world we live in
And these are the hands we're given
Use them and let's start trying
To make it a place worth living in

Oh, superman, where are you now?
When everything's gone wrong somehow?
The men of steel, these men of power
Are losing control by the hour

This is the time, this is the place
So we look for the future
But there's not much love to go around
Tell me why this is a land of confusion

This is the world we live in
And these are the hands we're given
Use them and let's start trying
To make it a place worth living in

I remember long ago
When the sun was shining
And all the stars were bright all through the night
In the wake of this madness, as I held you tight
So long ago

I won't be coming home tonight
My generation will put it right
We're not just making promises
That we know we'll never keep

There's too many men, too many people
Making too many problems
And there's not much love to go round
Can't you see this is a land of confusion?

Now, this is the world we live in
And these are the hands we're given
Use them and let's start trying
To make it a place worth fighting for

This is the world we live in
And these are the names we're given
Stand up and let's start showing
Just where our lives are going to

4 gen 2012

David & The Dorks


David Crosby - guitar, vocals; Jerry Garcia - guitar, vocals; Phil Lesh - bass, vocals; Mickey Hart - drums.

David & The Dorks suonarono al Matrix di San Francisco il 15, 16 & 17 dicembre 1970. Trattavasi di David Crosby e tre membri dei Greatful Dead (tra i quali Jerry Garcia). Il gruppo si autonominò, alternativamente, David & The Dorks, David & The Ding-A-Lings and Jerry & The Jets, ma nella sua prima apparizione al Matrix venne presentato come Jerry Garcia & Friends. Poco tempo dopo sarebbe nato un fantastico album, un "solo" di Crosby ma al quale collaborarono molti dei protagonisti dell'Estate Californiana: Jerry Garcia, Graham Nash, Joni Mitchell, Bill Kreutzman, Mike Shrieve, Mickey Heart, Phil Lesh, Jorma Kaukonen, Paul Kantner, Grace Slick, Ethan Crosby, Laura Allen, Jack Casady, David Freiberg e Neil Young. Il titolo: If I Could Only Remember My Name.

http://www.lastfm.de/music/David%2B%2526%2BThe%2BDorks ---> David & The Dorks. David Crosby, Jerry Garcia & Friends (the Grateful Dead / Byrds connection!)