I Rolling Stones compiono
cinquant'anni. Il 12 luglio 1962 la band si esibiva per la prima volta dal vivo. Appena un mese prima, nel giugno del 1962, Mick Jagger, Keith Richards e Dick Taylor avevano iniziato a provare
con Brian Jones e Ian Stewart: furono i germi di quella che sarebbe diventata una delle più importanti rock band al mondo.
Dunque, quel fatidico 12 luglio 1962 il gruppo esordì al
Marquee di Londra a sostituzione dell'Alexis Korner Band che era stata chiamata a fare uno spettacolo per la BBC; la musica degli Stones era ispirata al blues con un'evidente influenza di "hambone" (l'hambone è chiamato anche "Diddley Beat" ed è una specialità di Bo Diddley; i ritmi scatenati di Diddley e le sue bizzarrie sul palco vennero imitati, oltre che dagli Stones, anche da Elvis Presley, The Doors, The Animals, The Who... e poi ZZ Top, Clash, Prince, Run DMC...).
Dal loro esordio al Marquee, tutti gli album delle "Pietre Rotolanti" si sono piazzati ai primi posti
delle classifiche di ogni Paese, le loro canzoni incise su singles hanno trovato posto nella discoteca personale di praticamente ogni amante della musica di entrambi gli emisferi e la loro immagine ha inciso radicalmente
sull'immaginario e sulla cultura popolare. Nati più o meno contemporaneamente ai Beatles, i Rolling Stones si formarono un'immagine più cattiva, più "rockettara" dei Fab Four, anche se i "Glitter Twins" (Mick Jagger e Keith Richards) erano ugualmente capaci di scrivere splendide melodie.
Per celebrare la ricorrenza del mezzo secolo, alla
Somerset House Gallery di Londra si inaugura una mostra fotografica con i momenti salienti della storia della band. Un'occasione per
guardarsi indietro anche per il leader del gruppo, Jagger, il quale rifiuta
l'idea che agli esordi la sua band fosse così scatenata, così indemoniata come si dice.
KEITH RICHARDS
Insieme a Mick Jagger, Keith è l'icona più nota degli Stones. Ha fama di essere un "eterno sballato" e lui stesso non ha difficoltà ad ammettere di essere il primo a stupirsi per essere ancora in vita dopo tutti i veleni di cui ha fatto uso (!). Il suo aspetto - a metà tra il corsaro e l'apache - ha ispirato ai fautori dei Pirati dei Caraibi il look di Jack Sparrow, interpretato da Johnny Depp.
Keith è negli Stones fin dal primo giorno. Ha iniziato come chitarrista ritmico, ma dopo un paio di anni lo troviamo già chitarrista solista... insieme a Brian Jones. Ascoltando alcuni dischi di allora, notiamo che Jones - che tra l'altro cominciava ad avere problemi con il resto del gruppo - passava sempre più spesso a ricoprire la funzione di polistrumentista (in "Paint It Black" suonava il sitar, in "Have You Seen Your Mother Baby, Standing in the Shadow" suonava la tromba, in "Lady Jane" il clavicembalo...).
Il riff più famoso di Keith Richards (e dei Rolling Stones) è senz'altro quello di "(I can't get no) Satisfaction", 1965. Secondo la leggenda, Keith si svegliò una notte con quelle precise note nella testa e le registrò, per poi farle ascoltare ai compagni.
Il riff più famoso di Keith Richards (e dei Rolling Stones) è senz'altro quello di "(I can't get no) Satisfaction", 1965. Secondo la leggenda, Keith si svegliò una notte con quelle precise note nella testa e le registrò, per poi farle ascoltare ai compagni.
Ma diverrà formalmente chitarrista solista nel 1974, dopo l'album It's Only Rock n'Roll, con l'addio al gruppo di Mick Taylor (che aveva sostituito Brian Jones alla chitarra solista nel 1969 dopo la morte di questi) e l'arrivo di Ron Wood, ingaggiato come chitarrista ritmico.
Comunque, qualsiasi chitarra avesse abbracciato, Richards è sempre stato decisivo per l'evoluzione della band, dando la sua impronta al suono degli Stones sia dal vivo che in studio. I riff più famosi, da "Satisfaction" a "Jumpin' Jack Flash", sono accreditati a lui; anche se Bill Wyman, ex bassista, una volta dichiarò che, mentre Mick e Keith componevano, egli improvvisava al basso alcuni giri, giri che a volte venivano presi "abusivamente" dai due.
Comunque, di fatto sono sempre stati soprattutto i "Glitter Twins" a comporre.
A influenzare Keith come chitarista è stato soprattutto il blues, misto al beat che andava diffondendosi negli Anni Sessanta e al rock'n'roll di Chuck Berry & Co. L'elemento "orientaleggiante" dei primi dischi dei Rolling Stones è dovuto all'interesse di Brian Jones per strumenti di certo esotici come il sitar (similmente al "Beatle" George Harrison, dunque). Con Jones nel gruppo, sarebbe di sicuro prevalsa la tendenza "sperimentale" (e il rock psichedelico tipo Pink Floyd prima maniera). Con Mick Taylor, invece, la band ebbe una svolta energetica, più "hard" ("Brown Sugar"), senza tuttavia abbandonare il blues/rock-blues che l'ha sempre contraddistinta ("You gotta move" e l'album Exile on Main Street). La chitarra acustica non è più arpeggiata come in "As Tears Go By" (canzone scritta ai suoi tempi apposta per l'astro nascente Marianne Faithful) o tagliente come in "Street Fightin' Man", ma più melodica ("Angie").
Lo stile chitarristico di Keith è alquanto grezzo: lui non si limita all'uso del plettro, ma pizzica le corde in modo abbastanza brutale (vedi "Honky Tonk Women"). Il tutto ovviamente grazie a una sicurezza, a una maestria, a una tecnica davvero invidiabili.
Il suono degli Stones e le loro apparizioni sul palco sono stati decisivi per il rock, e non poche band sono state influenzate da loro; tra queste, Aerosmith e Guns n'Roses.
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"Music was my first love..."