27 apr 2019

1969: gli Audience

Magico anno il 1969! Molta della musica prodotta in quel torno di tempo ha, ancora oggi, enorme valore; e si pone come pietra di paragone per i musicisti attuali.



50 anni fa (nel 1969, appunto), il direttore della Charisma Records, Tony Stratton-Smith - che sarebbe divenuto famoso soprattutto per aver dato fiducia ai Genesis -, prende sotto contratto gli Audience e li designa "spalla" dei Led Zeppelin.
Gli Audience avevano appena realizzato un album per la Polydor. Si erano costituiti solo pochi giorni prima della firma del loro primo contratto discografico: tutta la loro esperienza come band, fino a quel momento, era consistita in una settimana di prove! Eppure, fin da subito risaltava la loro bravura. Il loro sound centrava alla perfezione lo spirito del tempo. Sebbene inglesi, c'erano echi del rock psichedelico californiano in diversi loro brani e a renderli speciali era quel quid di progressivo che, via via, sarebbe arrivato ad alterare, infiorandolo, il soul/soul jazz di base.









Produssero, dal 1969 al '72, un album all'anno. Il primo - come detto - per la Polydor e i restanti per la Charisma:

1969 - Audience
1970 - Friend's Friend's Friend
1971 - The House on the Hill
1972 - Lunch






Howard Werth (voce e chitarra acustica), Keith Gemmell (sax), Trevor Williams (basso, voce) e Tony Connor (drums) riuscirono addirittura a entrare nell'americana Billbord Hot 100 con il single "Indian Summer". Gemmell lasciò il gruppo dopo il tour negli States in compagnia di Rod Stewart, dei Faces e dei Cactus. Questo abbandono fu fatale agli Audience. L'album Lunch venne concluso con l'aiuto di altri musicisti e poco dopo la band si sciolse. Senza il loro sassofonista, in effetti, il gruppo non era più lo stesso.




Ci fu una reunion nel 2004, con Howard Werth, Keith Gemmell e Trevor Williams che si esibirono in Germania, Italia, Canada e Gran Bretagna insieme al batterista-cantante John Fisher (1960-2008) a sostituzione di Tony Connor che intanto era entrato negli Hot Chocolate. Ne uscì fuori un album dal vivo: Alive & Kickin' & Screamin' & Shoutin'. In quel periodo Gemmell registrò anche due propri dischi:  The Windhover, che si ispirava a un poema di Gerard Manley Hopkins, e Unsafe Sax, un richiamo alle sue radici soul, risalenti ai primi anni 60; le stesse radici su cui erano cresciuti e si erano formati gli Audience.  






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