Questo album del 2002 è da intendersi come ricerca sperimentale, similmente a Empire Tracks del 1997: i due unici output solisti di Fabio Liberatori (Roma, 15 giugno 1960).
Liberatori, cofondatore degli Stadio (gruppo pop emiliano che agli esordi affiancò Lucio Dalla), ha scritto colonne sonore per diversi film di Verdone -- e non solo Verdone. Qui, si prende la licenza di presentare una partitura in gran parte fuori dai canoni popolari; di realizzare musica colta, insomma. E ci riesce anche grazie all'apporto di Artuno Stàlteri (pianista di conservatorio come lui e, come lui, amante degli scrittori del fantastico - Tolkien nel caso di Stàlteri) nonché della cantante Sonja Kristina, voce prestigiosa dello storico gruppo prog Curved Air (scuola canterburiana).
Tra new age e jazz, The Asimov Assembly (MP Records) deve inquadrarsi nella categoria "musica elettronica". Liberatori ha utilizzato alcuni sintetizzatori analogici degli anni settanta e ottanta oltre a tastiere di ultima generazione.
Con Stàlteri, l'autore del soundtrack di Borotalco aveva già forgiato il sunnominato Empire Tracks, che come tema aveva la storia e l'archittettura della caput mundi. In The Asimov Assembly ci sono almeno due brani che approdano al modale. Bravissima Sonja Kristina a interpretare la non agevole "Eyes Do More Than See" e la mirifica-stramba "Nightfall" (e in più "Nightfall Reprise", che chiude l'album). Una punta un tantino meno ostica è "The Galaxy Stock Exchange", cantata da Anthony Drago. Canzone, questa, che, con la sua atmosfera ossessiva e il ritmo insistente, incalzante, sarebbe senz'altro utile in ogni odierna discoteca (intesa come sala da ballo / da sballo).
La traccia numero 7, “My Son, The Physicist”, ha trovato spazio nella colonna sonora del film di Verdone L’amore è eterno finché dura.
A Topolàin piacciono "Strikebreaker" e la jazzata "Nobody Here But...", rispettivamente traccia n. 2 e n. 4. Sicuramente suggestive: "The Machine That Won The War" e "The Up-To-Date Sorcerer".