Il grande Chick al pianoforte il 28 luglio 2018 al Festival Internazionale di Jazz di San Javier (Spagna), accompagnato da John Patitucci al basso e Dave Weckl alla batteria.
Si tratta sicuramente di divulgazione di alto livello, cultura musicale con le maiuscole (cioè "with the balls") e dunque... Cultura Musicale. L'appuntamento del venerdì sera è ormai un "must" storico per tutti gli appassionati.
Molto belle le puntate a tema. Esiste una serie di documenti - vera e propria piccola antologia - dedicata al jazzrock italiano. Poiché la trasmissione è stata ribattezzataProg 2.0 & Dintorni, a sottolineare quindi una specializzazione sui gruppi degli ultimi decenni, si incontrano qui (vedi gli ultimi quattro video in questo post) non solo nomi come gli Area, i Perigeo e gli Arti & Mestieri, ma anche DFA (Duty Free Area), Accordo dei Contrari, Gli Ingranaggi della Valle, i Möbius Strip, gli Aliante, Il Rumore Bianco ecc., ovvero le nuove realtà della fusion e del jazz-rock.
Turiya Sings apparve originariamente su musicassetta autoprodotta, nel 1982. Alice Coltrane qui è alla voce e all'organo, mentre gli arrangiamenti di archi sono di Murray Adler.
La prima label a pubblicare questi canti fu l'Avatar Book Institute, di appartenenza della stessa Alice Coltrane. La quale intanto era diventata una santona - un guru o guida spirituale.
00:00 Jagadishwar 06:32 Jai Ramachandra 12:43 Krishna Krishna 17:55 Rama Katha 29:51 Yamuna Tina Vihari 36:00 Charanam 42:21 Govinda Hari 47:48 Hara Siva 54:15 Pranadhana
Il percorso spirituale della vedova del jazzista John Coltrane la portò a fondare un monastero indù in California. Sulla via della consapevolezza, fiorì una manciata di indimenticabili frutti musicali. Un'opera come Turiya Sings (nata in realtà per l'esclusivo consumo degli appartenenti all'ashram) ci ricorda che noi siamo di questo pianeta e che, pur se piccoli, persino noi contiamo.
Anche chi non è religioso non può non lasciarsi andare a una costruttiva esperienza trascendentale, immergendosi nei suoni di Alice Coltrane (Swamini A.C.Turiyasangitananda). Nessuno ad esempio può negare la bellezza cosmica della seconda traccia. E aiuterebbe, certo, avere cognizioni più precise sui significati dei testi. Prendiamo "Yamuna Tina Vihari" (in realtà è inteso 'Jamuna Teera Vihare'), che inizia a 29:51. Jamuna è il fiume che scorre attraverso Vrindavan (Brindaban), dove Krishna nacque e giocò i suoi giochi da bambino. Jamuna (Yamuna, o Jumna), divinità fluviale della religione indù, è la figlia del Sole e sorella gemella della Morte (Yama; e, in Tibet, Jamuna/Yami, dea della morte e regina sugli spiriti femminili dell'aldilà, è la consorte di Yama, signore dell'oltretomba).
Musica come questa (da ascoltare anche le Divine Songs di Alice Coltrane!) serve da tramite tra la nostra esistenza terrena (irreale nella sua materialità) e la misteriosa concretezza delle galassie.
Si tratta di sicuro di un sublime vettore per l'autoconoscenza e l'Amore.
"Turiya and Ramakrishna" è contenuta nell'album Ptah, the El Daoud.
Alice Coltrane — harp, piano Joe Henderson — alto flute, tenor saxophone Pharoah Sanders — alto flute, tenor saxophone, bells Ron Carter — bass Ben Riley — drums
Alice McLeod, conosciuta come Alice Coltrane (Detroit 1937 – Los Angeles 2007), è stata una pianista, organista e arpista statunitense.
John & Alice
Comincia a studiare musica classica. Poi studiò jazz con Bud Powell in quel di Parigi, dove suonò il pianoforte al Blue Note Jazz Club (1960). Trovò spazio nella tivù francese esibendosi insieme a Lucky Thompson, Pierre Michelot e Kenny Clarke.
Sposò Kenny "Pancho" Hagood, che le diede una figlia: un matrimonio finito troppo presto (Hagood era dipendente da eroina). Alice tornò a Detroit con la piccola e lì, nel principale centro del Michigan, continuò la carriera di musicista professionista con il proprio trio, nonché in duo con il vibrafonista Terry Pollard.
Nel 1962-63 fece parte del quartetto di Terry Gibbs e, giusto in quel periodo, incontrò John Coltrane. La coppia convolò a nozze a Juárez, Messico. Coltrane adottò la figlia di Alice, Michelle, ed ebbe tre propri figli con la moglie: John Junior (nato nel 1964, un bassista; perì in un incidente automobilistico nel 1982, dunque appena diciottenne); Ravi (nato nel 1965, sassofonista); e Oranyan (nato nel 1967, pluristrumentista e DJ, che per un certo periodo suonò il sax con Santana).
Lavori solisti (1967–1978)
L'interesse per la spiritualità di Alice e John arrivarono a influenzare i lavori di quest'ultimo (vedi A Love Supreme). Nel gennaio 1966 Alice prese il posto di McCoy Tyner nel quartetto del consorte e rimase la pianista del gruppo fino alla morte di Coltrane (17 luglio 1967).
La vedovanza recò ad Alice sofferenza assoluta, e iniziò per lei un periodo ascetico che lei, usando un termine sanscrito, chiamò "tapas".
Continuò a portare avanti la visione musicale e spirituale di John e sua registrando dischi a proprio nome. A Monastic Trio, suo primo album, è del 1967. Con il trascorrere del tempo abbandonò sempre più i canoni jazz per trasporre su pentagramma e su supporto audio impressioni cosmiche, metafisiche. LP come Universal Consciousness (1971) e World Galaxy (1972) mostrano il passaggio dal quartetto standard all'orchestra, con esuberanti arrangiamenti di archi e cascate di note di arpa.
Fino al 1973 pubblicò con Impulse! (la principale etichetta musicale dell'ultimo periodo di John Coltrane) e dal 1973 al 1978 con la Warner Bros. Records. In seguito condusse vita ritirata. Furono gli
Anni dell'Ashram (1975–1995)
Perdita di peso, insonnia, allucinazioni. I primi tempi senza John furono durissimi. Si rivolse al guru Swami Satchidananda, per dopo scegliere, quale guida spirituale, Sathya Sai Baba. Nel 1972 abbandonò la sua vita mondana, laica, per trasferirsi in California, dove fondò - sulle alture di Santa Monica - il Vedantic Center (1975).
Si autoribattezzò Turiyasangitananda e performò bhajans (canti monovocali) e kirtans (canti di gruppo). Basandosi sulle salmodie tradizionali, inventò nuove melodie e sperimentò includendo sintetizzatori (un organo Wurlitzer in primis) e strutture sofisticate. La sua prima cassetta spirituale fu Turiya Sings (1982), che venne realizzata esclusivamente per i membri dell'ashram sotto l'etichetta Avatar Book Institute, di sua proprietà. Fino a metà degli Anni Novanta uscirono tre altre cassette. Nel maggio 2017, la label newyorkese Luaka Bop realizzò una compilation di quei nastri, con il titolo World Spirituality Classics 1: The Ecstatic Music of Alice Coltrane Turiyasangitananda.
Gli ultimi anni e la morte (1995-2007) Negli anni Novanta ci fu un rinfocolare dell'interesse nei confronti della musica di Alice Coltrane. Ciò condusse alla realizzazione di Astral Meditations e, nel 2004, di Translinear Light, il disco del grande come-back.
Si esibì in pubblico dopo un'assenza di ben 25 anni: nell'autunno del 2006, con tre concerti. Il terzo si tenne il 4 novembre nella cornice del San Francisco Jazz Festival, insieme a suo figlio Ravi, a Roy Haynes alla batteria e a Charlie Haden al basso.
L'ashram venne devastato dai terribili incendi del 2018 che imperversarono nella zona di Los Angeles e nelle contee di Ventura.
Ancor prima, nel 2008, c'era stato l'incendio degli Universal Studios, dove, secondo il New York Times Magazine, andarono distrutti 175.000 master tapes dell'UMG - Universal Music Group -. Alice Coltrane fu tra le centinaia di artisti il cui materiale originale ivi conservato andò in fumo.
Sì, sta proprio per cadere una pioggia forte... una pioggia scrosciante.
Scritta durante la crisi dei missili a Cuba (1962: l'isola caraibica puntò testate atomiche sovietiche in direzione USA. Si era seriamente alla soglia di un conflitto nucleare), questa è una delle ballate più apocalittiche di Dylan.
Come in molte sue altre creazioni, vengono qui combinate musica e parole di vecchie canzoni folk, frasi di poeti e/o loro spezzoni di visioni (Rimbaud, William Blake, Dante...) con, in più, richiami biblici e mitologici. Sempre con un occhio ai titoli dei giornali che, insieme alle notizie alla radio e in TV, Dylan pensava fossero "un sacco di bugie".
Di questa canzone c'è anche una bella versione di Bryan Ferry (Roxy Music):
L'originale:
Oh, where have you been, my blue-eyed son?
Oh, where have you been, my darling young one?
I’ve stumbled on the side of twelve misty mountains
I’ve walked and I’ve crawled on six crooked highways
I’ve stepped in the middle of seven sad forests
I’ve been out in front of a dozen dead oceans
I’ve been ten thousand miles in the mouth of a graveyard
And it’s a hard, and it’s a hard, it’s a hard, and it’s a hard
And it’s a hard rain’s a-gonna fall
Oh, what did you see, my blue-eyed son?
Oh, what did you see, my darling young one?
I saw a newborn baby with wild wolves all around it
I saw a highway of diamonds with nobody on it
I saw a black branch with blood that kept drippin’
I saw a room full of men with their hammers a-bleedin’
I saw a white ladder all covered with water
I saw ten thousand talkers whose tongues were all broken
I saw guns and sharp swords in the hands of young children
And it’s a hard, and it’s a hard, it’s a hard, it’s a hard
And it’s a hard rain’s a-gonna fall
And what did you hear, my blue-eyed son?
And what did you hear, my darling young one?
I heard the sound of a thunder, it roared out a warnin’
Heard the roar of a wave that could drown the whole world
Heard one hundred drummers whose hands were a-blazin’
Heard ten thousand whisperin’ and nobody listenin’
Heard one person starve, I heard many people laughin’
Heard the song of a poet who died in the gutter
Heard the sound of a clown who cried in the alley
And it’s a hard, and it’s a hard, it’s a hard, it’s a hard
And it’s a hard rain’s a-gonna fall
Oh, who did you meet, my blue-eyed son?
Who did you meet, my darling young one?
I met a young child beside a dead pony
I met a white man who walked a black dog
I met a young woman whose body was burning
I met a young girl, she gave me a rainbow
I met one man who was wounded in love
I met another man who was wounded with hatred
And it’s a hard, it’s a hard, it’s a hard, it’s a hard
It’s a hard rain’s a-gonna fall
Oh, what’ll you do now, my blue-eyed son?
Oh, what’ll you do now, my darling young one?
I’m a-goin’ back out ’fore the rain starts a-fallin’
I’ll walk to the depths of the deepest black forest
Where the people are many and their hands are all empty
Where the pellets of poison are flooding their waters
Where the home in the valley meets the damp dirty prison
Where the executioner’s face is always well hidden
Where hunger is ugly, where souls are forgotten
Where black is the color, where none is the number
And I’ll tell it and think it and speak it and breathe it
And reflect it from the mountain so all souls can see it
Then I’ll stand on the ocean until I start sinkin’
But I’ll know my song well before I start singin’
And it’s a hard, it’s a hard, it’s a hard, it’s a hard
It’s a hard rain’s a-gonna fall
Nel 1972 viene registrata questa opera straordinaria:
Il Buon Vecchio Charlie è in questa formazione:
Richard Benson (vocals, guitar) Luigi Calabrò (guitar, vocals) Sandro Cesaroni (sax, flute) Sandro Centofanti (keyboards) Paolo Damiani (bass) Rino Sangiorgio (drums)
Il gruppo si forma a Roma nel 1970 e, dopo qualche cambio di personale, viene realizzato l'album omonimo. Che rimarrà su nastro magnetico. Infatti, nonostante l'interesse di diversi produttori, il disco non vedrà mai la luce...
... se non nel 1990 sotto forma di CD in numero limitato di copie. E poi vedrà diverse ristampe, anche su vinile.
Un album davvero bello, dominato dal flauto, con influenze classiche e con sagge ed entusiasmanti scorribande nel jazzrock.
"Percy's Song" fu registrata durante le sessioni dell'ottobre 1963 per il terzo album di Dylan, The Times They Are A-Changin'. La canzone non fu pubblicata se non nel 1985. È nella compilation dal titolo Biograph.
[Verse 1]
Bad news, bad news
Come to me where I sleep
Turn, turn, turn again
Sayin’ one of your friends
Is in trouble deep
Turn, turn to the rain
And the wind
Tell me the trouble
Tell once to my ear
Turn, turn, turn again
Joliet prison
And ninety-nine years
Turn, turn to the rain
And the wind
[Verse 2]
Oh what’s the charge
Of how this came to be
Turn, turn, turn again
Manslaughter
In the highest of degrees
Turn, turn to the rain
And the wind
I sat down and wrote
The best words I could write
Turn, turn, turn again
Explaining to the judge
I’d be there on Wednesday night
Turn, turn to the rain
And the wind
[Verse 3]
Without a reply
I left by the moon
Turn, turn, turn again
And was in his chambers
By the next afternoon
Turn, turn to the rain
And the wind
Could ya tell me the facts?
I said without fear
Turn, turn, turn again
That a friend of mine
Would get ninety-nine years
Turn, turn to the rain
And the wind
[Verse 4]
A crash on the highway
Flew the car to a field
Turn, turn, turn again
There was four persons killed
And he was at the wheel
Turn, turn to the rain
And the wind
But I knew him as good
As I’m knowing myself
Turn, turn, turn again
And he wouldn’t harm a life
That belonged to someone else
Turn, turn to the rain
And the wind
[Verse 5]
The judge spoke
Out of the side of his mouth
Turn, turn, turn again
Sayin’, “The witness who saw
He left little doubt”
Turn, turn to the rain
And the wind
That may be true
He’s got a sentence to serve
Turn, turn, turn again
But ninety-nine years
He just don’t deserve
Turn, turn to the rain
And the wind
[Verse 6]
Too late, too late
For his case it is sealed
Turn, turn, turn again
His sentence is passed
And it cannot be repealed
Turn, turn to the rain
And the wind
But he ain’t no criminal
And his crime it is none
Turn, turn, turn again
What happened to him
Could happen to anyone
Turn, turn to the rain
And the wind
[Verse 7]
And at that the judge jerked forward
And his face it did freeze
Turn, turn, turn again
Sayin’, “Could you kindly leave
My office now, please”
Turn, turn to the rain
And the wind
Well his eyes looked funny
And I stood up so slow
Turn, turn, turn again
With no other choice
Except for to go
Turn, turn to the rain
And the wind
[Verse 8]
I walked down the hallway
And I heard his door slam
Turn, turn, turn again
I walked down the courthouse stairs
And I did not understand
Turn, turn to the rain
And the wind
And I played my guitar
Through the night to the day
Turn, turn, turn again
And the only tune
My guitar could play
Was, “Oh the Cruel Rain
And the Wind”
La prima è negativa, ma ce lo aspettavamo: è stata annullata l'edizione di Montreaux 2020.
Il programma del Montreaux Jazz Festival previsto per questa estate sarà in parte riportato al Festival del prossimo anno, che si svolgerà dal 2 al 17 luglio 2021.
I lettori della rivista Musica Jazz lo sapranno già, ma comunque lo ricordiamo anche noi, per tutti quanti: il numero di aprle 2020 di Musica Jazz è in edicola!
Per l'indice e i contenuti, le rubriche, la cover story e il CD allegato, vedere qui.
--- e bella anche la notizia della nascita di un videocanale per gli appassionati italiani del jazz.
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È morto a 92 anni, in un ospedale di New York, Lee Konitz, che aveva suonato con Miles Davis.
Nato a Chicago da immigrati ebrei, Konitz iniziò a suonare il clarinetto prima di passare al sassofono contralto. Fece parte di varie orchestre jazz e lavorò con Stan Kenton e Claude Thornhill. Si fece un nome per aver suonato con Davis in Birth of the Cool e da allora fu uno dei rappresentanti maggiori del cool jazz.
Con Subconscious-Lee (1955) iniziò la carriera solista, che proseguì fino a poco prima della morte.
Si esibì inoltre insieme a Charles Mingus, Ornette Coleman, Elvin Jones, Chick Corea, Dizzy Gillepsie.
Calò in Italia a metà degli Anni Sessanta con quell'orda di gruppi inglesi che avrebbero portato il beat nella nostra penisola. Allora si chiamava ancora Anthony Rutherford, era nato a Glasgow in Scozia e il suo strumento originario, quello con cui aveva imparato a suonare, era la tromba.
Con il suo gruppo The Senate, insieme al cantante e chitarrista Alex Ligertwood (poi con Jeff Beck, nell'Oblivion Express di Brian Auger e nei Santana), al tastierista Mike Fraser (più tardi nei Primitives e quindi negli USA con Stevie Wonder e con l'Average White Band) e a Robbie McIntosh alla batteria, ebbe poco o discreto successo. Solo un single da citare: "L'ombra di un lontano amore".
Da notare che, prima di entrare nei Senate, Tony Mimms aveva suonato con Solomon Burke, The Drifter, Ben E. King, Duane Eddy, Lee Dorsey e tanti altri.
The Senate
I Senate si sciolsero nel 1970. McIntosh andò nei The Primitives di Mal (e soprattutto negli Oblivion Express: poi nella White Average Band, come Ligertwood e Fraser... morì purtroppo per una overdose nel 1974. Sul gruppo e sulla variegata carriera dei suoi componenti, esiste una pagina web che ne parla con ricchezza di dettagli), mentre Anthony Rutherford, alias - appunto - Tony Mimms, fece due dischi da solista, uno dei quali con l'apporto dei Pyrañas, per poi entrare nella RCA come arrangiatore.
Arrangiò album e singoli a volontà. Da ricordare: Volume VIII e Rimini, di Fabrizio De André (il quale lo definiva un "grandissimo musicista", capace di scrivere "le partiture d'archi come i fiati"), nonché gli LP di Claudio Baglioni Questo piccolo grande amore e Gira che ti rigira amore bello, aiutando così il cantautore romano ad avere successo. Oltre la collina, primissimo album di Mia Martini, fu altresì arrangiato da lui, insieme a Jenny e la bambola degli Alunni del Sole... Lavorò inoltre molto con Gianni Morandi; e con Dino, Nada, Mal, i 4 Kents, Gilda Giuliani... Ivan Graziani... Per Mina arrangiò "Ancora dolcemente", dall'album Singolare. Vanta inoltre collaborazioni con Adriano Celentano, Loredana Bertè (in pratica, tutti i grandi successi della Bertè furono arrangiati da Tony Mimms), Renato Zero, Camaleonti (...e camminiamo, LP che fa parte della seconda vita del gruppo, con incroci pop-prog; per quell'album, compose la musica della seconda traccia, "Ho scelto lei"), con Mario Lavezzi, Alberto Radius, con i Blizzard meglio noti come i Cyan (gruppo di supporto di Patty Pravo e che alla fine degli Anni Settanta avrebbero partecipato, in qualità di musicisti di Francesco De Gregori, al tour Banana Republic). E altri ancora.
"Vuca (Wake up)" fu un suo singolo fortunato. L'album S.O.S., suo secondo LP, conteneva nel titolo un messaggio non proprio recondito, che suggeriva una situazione non felicissima. Tony Mimms conobbe infatti diversi periodi bui... e non certo per il lavoro! Anzi: quello andava bene. Arrivò anche a comporre musiche per programmi televisivi della RAI.
Noi lo abbiamo "scoperto" perché il suo nome stava tra i titoli di testa di un film di Celentano, Geppo il Folle, dove era indicato come "Anthony Rutherford Mills".
Morì il 31 gennaio 2005 a Roma, mentre andava a prendere un caffè dopo aver lasciato lo studio di registrazione dove lavorava. A ucciderlo fu un pirata della strada.
Arrangiata da Tony Mimms. È la canzone degli Alunni del Sole "Un'altra poesia" (1973).
Anche qui c'è lo zampino di Tony Mimms, come conduttore e per l'arrangiamento: "Io me ne andrei" di Claudio Baglioni (1973).
Arrangiato da Tony Mimms: il brano "Ancora dolcemente", nell'album di Mina dal titolo Singolare (1976).
Anche questo arrangiato da... già, lui. "Dedicato", brano di successo di Loredana Bertè nell'album Sei bellissima. Musica e parole di Ivano Fossati. Producer: Mario Lavezzi, che ne è l'arranger insieme a Anthony Ruderford Mimms.
... e ancora un brano dal loro nuovo album Gigaton.
"Comes Then Goes" è dedicato a Chris Cornell, purtroppo andatosene via da noi il 18 maggio 2017, a 53 anni (ennesima vittima della depressione). Cornell, cantante e chitarrista nato a Seattle, oltre a essere membro di Soundgarden e Audioslave realizzò alcuni lavori solisti (6-7 album). Le sue canzoni trovarono posto in un paio di colonne sonore.
Chris Cornell
Il bassista dei Pearl Jam, Jeff Ament, ha dichiarato:
"Ho sempre ritenuto Chris il più grande autore di canzoni di Seattle. Jimi Hendrix sapeva suonare la chitarra in maniera formidabile, ma Chris possedeva quel talento compositivo che tutti noi speriamo di raggiungere nel corso della nostra carriera. Era capace di attorcigliare una melodia intorno a qualche strano tempo musicale e di inserire parti bizzarre, facendo tuttavia risultare il tutto ben digeribile. Ed era uno che sapeva forgiare le parole. Leggi i suoi testi. Ovviamente in essi lui rilavorava i propri momenti di dolore e di depressione e così via. Era per questo, penso, che il pubblico, me incluso, era tanto ricettivo quando lui cantava. Inoltre possedeva quella voce... Non tutti gli autori di canzoni posseggono una voce così multiforme. Lui poteva sfruttare le sue capacità vocali, interpretando diversi personaggi... Mi ritengo fortunato di aver potuto lavorare con lui, di aver potuto trascorrere del tempo con Chris Cornell e, sì, di essere stato testimone della sua bravura."
È uscito il nuovo album deiPearl Jam, che, a distanza di 30 anni dalla fondazione, continuano a riempire gli stadi di tutto il mondo.Gigatonè l'undicesimo album del gruppo grunge rock capitanato daEddie Vedder, il primo album dal 2013, e per questo attesissimo dai fan di tutto il mondo.
L'album è stato preceduto dai singoli "Dance of the Clairvoyants", "Superblood Wolfmoon" e "Quick Escape". L'uscita di Gigaton era stata programmata in concomitanza con una tournée nord-americana ma, per cause stranote, quest'ultima è stata posticipata a data da decidersi.
Ottime le prime critiche, con Mojo (celeberrima rivista britannica) che sottolinea come i Pearl Jam siano riusciti a mantenere l'equilibrio tra toni duri e toni più rilassati, tra "political and personal".
Il critico Matt Melis (Consequence of Sound) ha scelto, come migliori canzoni dell'album, "Superblood Wolfmoon", "Quick Escape" e "Retrograde".
I Pearl Jam sono:
Jeff Ament – basso, keyboard e chitarra in "Dance of the Clairvoyants" e "Quick Escape", drum loop in "Quick Escape", keyboard in "Alright" e "Seven O'Clock", m'bira (una specie di kalimba) su "Alright" e "River Cross", programmazione in "Seven O'Clock", pianoforte in "Buckle Up", produzione, layout
Matt Cameron – batteria, drum programming su "Dance of the Clairvoyants", chitarra in "Alright" e "Take the Long Way", canto e programmazione in "Take the Long Way", produzione
Stone Gossard – chitarra, basso in "Dance of the Clairvoyants", percussioni in "Buckle Up", canto in "Buckle Up", keyboard in "Retrograde", produzione
Mike McCready – chitarra, percussioni in "Dance of the Clairvoyants", keyboard su "Retrograde", produzione
Eddie Vedder – voce solista, chitarra, keyboard in "Seven O'Clock", organo a pompa in "River Cross", produzione, layout, testi
Collaboratori
Ames Bros. – testi
John Burton – engineering
Josh Evans – tastiere in "Superblood Wolfmoon", "Never Destination", "Buckle Up" e "River Cross", drum programming in "Alright", produzione
Meagan Grandall – cori in "Take the Long Way"
Bob Ludwig – mastering
Paul Nicklen – fotografia
Brendan O'Brien – tastiere in "Quick Escape" e "Retrograde"
Pink Floyd live al londinese Earls Court (P.U.L.S.E.)
"Shine On You Crazy Diamond" (dall'immenso album Wish You Were Here, del 1975), è un brano in nove parti il cui testo è di Roger Waters e la musica di Richard Wright, di Waters e di David Gilmour.
È chiaramente un tributo all'ex Pink Floyd, mai dimenticato compagno delle prime avventure, Syd Barrett (fondatore vero e proprio del gruppo), che aveva lasciato le scene già nel 1968 per via dei suoi disturbi mentali.
Le parole „Remember when you were young? / You shone like the sun“, seguite da frasi come „Now there's a look in your eyes / Like black holes in the sky“ descrivono la decadenza psichica di Syd, che era stato un ragazzo brillante e solare, poi caduto nella voragine della follia.
Il tema dell'alienazione dell'amico (e l'alienazione in generale) viene ripreso in The Dark Side of the Moon ("Brain Damage / Eclipse"), in The Wall, e c'è da citare anche brani come "Paranoid Eyes" e "Not Now John" contenuti in quello che forse è il vero capolavoro dei Pink Floyd (o, meglio, di Roger Waters). Ovvero The Final Cut.
Testo di "Shine On You Crazy Diamond" Remember when you were young? You shone like the sun. Shine on, you crazy diamond Now there's a look in your eyes Like black holes in the sky Shine on, you crazy diamond You were caught in the crossfire Of childhood and stardom, Blown on the steel breeze Come on you target For faraway laughter; Come on you stranger, you legend, You martyr, and shine
You reached for the secret Too soon You cried for the moon Shine on, you crazy diamond Threatened by shadows at night And exposed in the light Shine on, you crazy diamond Well, you wore out your welcome With random precision Rode on the steel breeze Come on you raver, you seer of visions; Come on you painter, you piper, You prisoner, and shine
Nobody knows where you are, How near or how far Shine on, you crazy diamond Pile on many More layers And I'll be joining you there Shine on, you crazy diamond And we'll bask in the shadow Of yesterday's triumph And sail on the steel breeze Come on you boy child, you winner and loser, Come on you miner for truth and delusion, And shine.