(Capitolo VIII - Il caso Italia)
“Il progressive era un mondo in cui struttura, linguaggio ed immaginazione, quindi anche testi, avevano un modo di realizzarsi completamente diverso rispetto alla struttura chiamata comunemente canzone”(Franco Mussida - PFM)
L’irrefrenabile fermento che caratterizzava la gioventù italiana agli inizi degli anni settanta era dichiaratamente mirato allo stravolgimento delle regole di una società reputata iniqua e obsoleta; si trattava di una vera e propria ribellione all’insegna del rifiuto di un futuro omologato e precostituito. Moltissimi ragazzi decisero di utilizzare forme di protesta non violente, avvalendosi unicamente della forza della creatività e della cultura. Furono in parecchi ad accusarli, con una certa faciloneria, di essere puerili nel manifestare il dissenso in tal modo. Ne consegue fatalmente che le nuove sonorità provenienti dall’Inghilterra, con una fortissima predilezione per il rock progressivo, affascinarono quella generazione di sognatori. Sorsero come funghi band che, abbandonando gradatamente il beat, iniziarono a suonare musiche mai sentite prima con connotati ambiziosi e anti-conservatori, ricevendo, fattore essenziale, i favori del pubblico.
L’esplosione del prog nel nostro paese (identificato inizialmente come pop) va ascritto al coraggio di numerosi gruppi – in taluni casi stimatissimi anche all’estero come Le Orme e Premiata Forneria Marconi – che, pur avendo avuto in molteplici casi una vita artistica breve, hanno scritto pagine fondamentali nella storia della musica italiana. Tra questi (in ordine alfabetico): Acqua Fragile, Aktuala, Alphataurus, Area, Balletto di Bronzo, Banco del Mutuo Soccorso, Biglietto per l’Inferno, Campo di Marte, De De Lind, Delirium, Garybaldi, Goblin, Il Rovescio della Medaglia, Jumbo, Locanda delle Fate, Metamorfosi, Museo Rosenbach, New Trolls, Osanna, Panna Fredda, Perigeo, Picchio dal Pozzo, Pooh, Quella Vecchia Locanda, Raccomandata Ricevuta di Ritorno, Semiramis, Stormy Six, Tito Schipa jr. e The Trip. La qualità del prog di casa nostra, che soleva fondere le peculiarità anglosassoni con l’immancabile timbrica melodica mediterranea, è stata talmente elevata che taluni critici e un’ampia fascia di fan la ritengono addirittura superiore a quella dei maestri inglesi.
Tale affermazione è suffragata dalla realizzazione di long playing di livello come Concerto Grosso per i New Trolls (1971) dell’omonimo gruppo – musiche di Luis Enrique Bacalov – Storia di un minuto (1972) – chi non si è mai inebriato con le note ammalianti di Impressioni di Settembre? – e il più complesso Per Un Amico (1972) della Premiata Forneria Marconi, Banco del Mutuo Soccorso (1972), Darwin! (1972) e Io Sono Nato Libero (1973), strepitoso trittico del Banco del Mutuo Soccorso, Collage (1971), Uomo di Pezza (1972) – impreziosito dall’immortale Gioco di Bimba – e il concept album Felona e Sorona (1973) de Le Orme siano di un livello a dir poco stratosferico.
(Fabio Rossi)
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