Una breve storia dei "Dead"
Verso
la metà degli Anni 60, la città di San Francisco e un po' tutta
la California erano popolate da hippies; circolavano marijuana e acido
lisergico e gli "happenings" assumevano proporzioni sempre piú gioiose
e quindi preoccupanti per i reggitori del sistema.
Fu in quello scenario che Jerry Garcia (1942-1995) mise insieme i Grateful Dead. Folk, blues. rock psichedelico: queste le coordinate entro cui agì il gruppo, che di fatto fu più un collettivo musicale che una band nel senso stretto del termine. (Nei primi anni, i Dead curavano anche una sorta di comune al 710 di Ashbury Street, fornendo pasti gratis, alloggio, intrattenimento musicale e cure mediche a tutti coloro che si presentavano...)
Fu in quello scenario che Jerry Garcia (1942-1995) mise insieme i Grateful Dead. Folk, blues. rock psichedelico: queste le coordinate entro cui agì il gruppo, che di fatto fu più un collettivo musicale che una band nel senso stretto del termine. (Nei primi anni, i Dead curavano anche una sorta di comune al 710 di Ashbury Street, fornendo pasti gratis, alloggio, intrattenimento musicale e cure mediche a tutti coloro che si presentavano...)
Leggendari i loro concerti dal
vivo, caratterizzati da improvvisazioni sul palco e dall'atmosfera
felicemente anarchica.
Quelle loro esibizioni live,
"caotiche", sferraglianti e nel contempo magiche, non potevano essere
pressate nello spazio fisico di un disco, né replicate in studio. Per
capire quant'era grandioso ed eclettico il gruppo, bisognerebbe
ascoltare almeno metà della loro sconfinata discografia.
Il miglior periodo è sicuramente quello dell'etichetta autogestita. Vi consiglio l'album Blues for Allah (1975), contenente il pezzo "weird" omonimo nonché le songs/suites "Franklin's Tower", "Crazy Fingers" e "Sage & Spirit". (Più che di canzoni si tratta di Stücke che mescolano bravura artistica a slancio palingenetico.) Se preferite le "ballads", vi si addice maggiormente il disco dell'anno prima, il 1974: Grateful Dead From The Mars Hotel, dove ci sono "China Doll" e "Ship Of Fools" (melodie struggenti).
Il miglior periodo è sicuramente quello dell'etichetta autogestita. Vi consiglio l'album Blues for Allah (1975), contenente il pezzo "weird" omonimo nonché le songs/suites "Franklin's Tower", "Crazy Fingers" e "Sage & Spirit". (Più che di canzoni si tratta di Stücke che mescolano bravura artistica a slancio palingenetico.) Se preferite le "ballads", vi si addice maggiormente il disco dell'anno prima, il 1974: Grateful Dead From The Mars Hotel, dove ci sono "China Doll" e "Ship Of Fools" (melodie struggenti).
Se
invece volete mettere insieme una collezione che raccolga i brani
migliori della band attraverso i tre decenni di attività, ecco un'utile
lista:
1) Sugar Magnolia
2) St. Stephen
3) Ripple
4) Brokedown Palace
5) China Doll
6) Ship Of Fools
7) Franklin's Tower
8) Crazy Fingers
9) Sage & Spirit
10) The Music Never Stopped
11) Uncle John's Band
12) Playing in the Band
13) Looks Like Rain
14) I Will Take You Home
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"Music was my first love..."