"Autumn Leaves" è tratto da Concert By The Sea (registrato dal vivo nel settembre 1955 insieme al batterista Denzil Best e al contrabassista Eddie Calhoun), uno dei dischi più popolari della storia del jazz.
Garner non frequentò mai il conservatorio: fu un autodidatta.
Era nato nel 1921 a Pittsburgh, Pennsylvania, per qualche motivo culla di molti maestri dei tasti bianchi-e-neri: Earl "Fatha" Hines (classe 1905), Mary Lou Williams (1910), Dodo Marmarosa (1925), Ahmad Jamal (1930), Horace Parlan (1930), Sonny Clark (1931)...
Suo padre era trombettista e suo fratello Linton pianista. A 10 anni Erroll Garner entrò nei Kan-D-Kids, che si esibivano nell'emittente KDKA. A 16 divenne membro del gruppo di Leroy Brown, un sassofonista del luogo, e rimase in quell'ensemble per quattro anni prima di tentare la strada del pianista "freelance" a Pittsburgh e dintorni.
Dotato di uno stile ben distinto, riteneva il suo strumento una sorta di big band da poter dirigere personalmente. George Shearing (altro virtuoso del pianoforte) dichiarò in un'intervista:
Dotato di uno stile ben distinto, riteneva il suo strumento una sorta di big band da poter dirigere personalmente. George Shearing (altro virtuoso del pianoforte) dichiarò in un'intervista:
He's probably the most unpianistic of all pianists because he does things on piano that are really supposed to be played by an orchestra. Rather than the fingers just cascading up and down the piano, there are these big chords which he uses as kind of a "sbout," just like a huge ensemble of brass and saxophones. And he'll use that for four or eight bar phrases followed by a four bar single note solo, with ever that steady four in the bar in the left hand. And regardless of how much his right hand lags behind the beat, that left hand is the time governor.
Nel 1944 Erroll Garner si trasferì a New York. Nella 'Big Apple' era solito esibirsi al 3 Deuces - sulla 52sima Strada - con un trio che oltre a lui comprendeva Oscar Pettiford al basso e J. C. Heard alle percussioni.
Era di statura bassa e aveva un carattere gentile. Cosa curiosa era che ovunque in America spuntarono altri "Erroll Garner": pianisti che lo imitavano... Questo dato di fatto, invece di irritarlo, lo rendeva orgoglioso.
Nel febbraio '47, in California, eccolo a condurre un altro trio (stavolta con Red Callender e Doc West), che si impegnò in una recording session insieme a Charlie Parker (per "Bird" si trattava della prima registrazione dopo essere stato rilasciato dal Camarillo Hospital).
(Ma il trio "classico" di Erroll Garner era quello con Eddie Calhoun e Kelly Martin. Calhoun e Martin rimasero al servizio del pianista per decenni...)
Nel marzo 1950 Garner debuttò al Music Hall di Detroit in un recital che contribuì ad accrescerne la fama. Insieme alla sua agente, Martha Glaser, fondò una propria etichetta discografica: la Octave Records. Due anni dopo (1956) divenne il primo jazzista a essere preso sotto contratto da un impresario di musica classica (Sol Hurok, celeberrimo ai suoi tempi). D'altra parte, Erroll aveva affinato la sua tecnica ascoltando anche dischi di classica: Rachmaninow, Debussy, Ravel, Chopin, Liszt...
In un'intervista rilasciata a Mike Hennessey in quel di Parigi, disse tra l'altro: "Suono tutti i giorni, eppure non finisco mai di imparare qualcosa di nuovo. I tasti sono 88 e ci sono per essere usati, non per essere contemplati!"
Tra le più celebri composizioni di questo genio che non sapeva leggere le note: "Misty".
(Ma il trio "classico" di Erroll Garner era quello con Eddie Calhoun e Kelly Martin. Calhoun e Martin rimasero al servizio del pianista per decenni...)
Nel marzo 1950 Garner debuttò al Music Hall di Detroit in un recital che contribuì ad accrescerne la fama. Insieme alla sua agente, Martha Glaser, fondò una propria etichetta discografica: la Octave Records. Due anni dopo (1956) divenne il primo jazzista a essere preso sotto contratto da un impresario di musica classica (Sol Hurok, celeberrimo ai suoi tempi). D'altra parte, Erroll aveva affinato la sua tecnica ascoltando anche dischi di classica: Rachmaninow, Debussy, Ravel, Chopin, Liszt...
In un'intervista rilasciata a Mike Hennessey in quel di Parigi, disse tra l'altro: "Suono tutti i giorni, eppure non finisco mai di imparare qualcosa di nuovo. I tasti sono 88 e ci sono per essere usati, non per essere contemplati!"
Tra le più celebri composizioni di questo genio che non sapeva leggere le note: "Misty".
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"Music was my first love..."