The Lamb... ci offre più un rock spontaneo, improvvisato, che eleganti intarsi sonori.
Tony Smith, manager dei Genesis fin da Selling England By The Pound, ovvero fin da quando Tony Stratton-Smith decise di dedicarsi solo ed esclusivamente alla sua Charisma Label Records, aveva proposto come nuovo progetto un riadattamento in chiave moderna de Il piccolo principe, il celebre libro di Antoine de Saint-Exupéry. Ma Peter Gabriel replicò che aveva già in cantiere un'idea sua.
Tony Smith, manager dei Genesis fin da Selling England By The Pound, ovvero fin da quando Tony Stratton-Smith decise di dedicarsi solo ed esclusivamente alla sua Charisma Label Records, aveva proposto come nuovo progetto un riadattamento in chiave moderna de Il piccolo principe, il celebre libro di Antoine de Saint-Exupéry. Ma Peter Gabriel replicò che aveva già in cantiere un'idea sua.
Dalla grande massa di materiale che i Genesis produssero risultò un doppio album concept. Sulle sue quattro facciate, The Lamb Lies Down On Broadway racconta l'epopea del puertoricano Rael, prototipo di quei punker che di lì a poco avrebbero riempito le strade di New York (dove la storia è ambientata) e delle altre metropoli del mondo.
E' una rock-opera piena di situazioni oniriche e delle immagini distorte di una realtà a brandelli. In quel periodo, Peter stava attraversando una crisi personale; inoltre coglieva i cambiamenti che avvenivano intorno a lui: come un precog, "sapeva" che presto il nostro pianeta non sarebbe stato più lo stesso. Così, le (dis)avventure del suo Rael sono distanti anni-luce da Ermafrodito, da Romeo e Giulietta e dagli altri archetipi con cui finora i Genesis avevano viziato i loro fans. (Frammenti di questa precognizione sono comunque presenti anche negli album precedenti.)
Durante la campagna promozionale per The Lamb Lies Down On Broadway, a Cleveland, nel 1974, Peter Gabriel fece scoppiare la bomba: comunicò a Tony Smith che dopo la tournée avrebbe abbandonato il gruppo. La decisione in realtà era stata presa già prima, ed era nota sia agli altri componenti dei Genesis sia al "patron" Stratton-Smith. Quest'ultimo pregò il cantante di rimanere almeno fino alla conclusione del tour; e così fu.
I motivi dell'abbandono di Peter vennero spiegati da lui stesso in una lettera ai media. Paura di rimanere prigioniero del grande macchinario commerciale; di smarrire la libertà artistica se rimaneva insieme a una band che ormai era condannata al successo... Ma c'erano altre, più profonde e intime, ragioni.
La relazione tra lui e sua moglie Jill era entrata in una fase delicata. Jill aveva dapprima avuto un tête-à-tête con un roadie dei Genesis ("un patetico tentativo per ottenere più attenzioni", avrebbe spiegato dopo) e ora stava avendo un parto complicato.
Per lavorare a The Lamb..., i cinque musicisti avevano scelto di recludersi a Headley Grange, una casa di campagna che apparteneva ai Led Zeppelin e che veniva usata anche da altre band. La trovarono devastata e occupata dai ratti.
Nel tentativo di salvare il suo matrimonio, Peter propose agli altri di pensare loro alla musica: lui avrebbe continuato a lavorare sui testi stando a casa propria.
Non era però l'unico a mostrarsi insofferente per una vita tipo college o caserma, con pasti consumati alla buona, i materassi buttati a terra, ecc.: anche Steve Hackett, che aveva appena alle spalle il suo primo divorzio, penava maledettamente. ma se non altro Steve rimase nel collettivo.
E il risultato fu eccezionale... pur se non precisamente per merito suo.
Dalle numerose jam sessions nacquero "The Waiting Room" e "Silent Sorrow In Empty Boats": improvvisazioni intramontabili. "Fly On A Windshield", "Ravine" e "Hairless Heart" sono altri brani che risultarono da sperimentazioni strumentali in quel di Headley Grange.
La parte musicale fu presto pronta. Non poca frustrazione fu causata dal fatto che Peter tardava a concludere i suoi famosi testi, e così Tony Banks e Mike Rutherford insistettero per dargli una mano.
E' una rock-opera piena di situazioni oniriche e delle immagini distorte di una realtà a brandelli. In quel periodo, Peter stava attraversando una crisi personale; inoltre coglieva i cambiamenti che avvenivano intorno a lui: come un precog, "sapeva" che presto il nostro pianeta non sarebbe stato più lo stesso. Così, le (dis)avventure del suo Rael sono distanti anni-luce da Ermafrodito, da Romeo e Giulietta e dagli altri archetipi con cui finora i Genesis avevano viziato i loro fans. (Frammenti di questa precognizione sono comunque presenti anche negli album precedenti.)
Durante la campagna promozionale per The Lamb Lies Down On Broadway, a Cleveland, nel 1974, Peter Gabriel fece scoppiare la bomba: comunicò a Tony Smith che dopo la tournée avrebbe abbandonato il gruppo. La decisione in realtà era stata presa già prima, ed era nota sia agli altri componenti dei Genesis sia al "patron" Stratton-Smith. Quest'ultimo pregò il cantante di rimanere almeno fino alla conclusione del tour; e così fu.
I motivi dell'abbandono di Peter vennero spiegati da lui stesso in una lettera ai media. Paura di rimanere prigioniero del grande macchinario commerciale; di smarrire la libertà artistica se rimaneva insieme a una band che ormai era condannata al successo... Ma c'erano altre, più profonde e intime, ragioni.
La relazione tra lui e sua moglie Jill era entrata in una fase delicata. Jill aveva dapprima avuto un tête-à-tête con un roadie dei Genesis ("un patetico tentativo per ottenere più attenzioni", avrebbe spiegato dopo) e ora stava avendo un parto complicato.
Per lavorare a The Lamb..., i cinque musicisti avevano scelto di recludersi a Headley Grange, una casa di campagna che apparteneva ai Led Zeppelin e che veniva usata anche da altre band. La trovarono devastata e occupata dai ratti.
Nel tentativo di salvare il suo matrimonio, Peter propose agli altri di pensare loro alla musica: lui avrebbe continuato a lavorare sui testi stando a casa propria.
Non era però l'unico a mostrarsi insofferente per una vita tipo college o caserma, con pasti consumati alla buona, i materassi buttati a terra, ecc.: anche Steve Hackett, che aveva appena alle spalle il suo primo divorzio, penava maledettamente. ma se non altro Steve rimase nel collettivo.
E il risultato fu eccezionale... pur se non precisamente per merito suo.
Dalle numerose jam sessions nacquero "The Waiting Room" e "Silent Sorrow In Empty Boats": improvvisazioni intramontabili. "Fly On A Windshield", "Ravine" e "Hairless Heart" sono altri brani che risultarono da sperimentazioni strumentali in quel di Headley Grange.
La parte musicale fu presto pronta. Non poca frustrazione fu causata dal fatto che Peter tardava a concludere i suoi famosi testi, e così Tony Banks e Mike Rutherford insistettero per dargli una mano.
All'uscita dell'album, le prime reazioni furono di puro sconcerto. Lo stato di cult "L'Agnello" lo avrebbe raggiunto solamente quando i tempi fossero stati più maturi.
Il disco possiede una continuità tematica, ma molte songs possono benissimo ascoltarsi singolarmente: "In The Cage", "The Lamia", "Carpet Crawlers", "Back In NYC", "The Light Dies Down On Broadway" e "Lilywhite Lilith" sono gli esempi migliori. C'è maggiore impulsività e maggiore naturalezza rispetto ai lavori precedenti, cosa che piacque molto al pubblico americano. Sull'altro piatto della bilancia pesano l'ermetismo del concetto di Gabriel (la storia di Rael è spiegata sulla copertina, per aiutarne meglio la comprensione) e la mancanza di entusiasmo, sia in fase compositiva che in fase esecutiva, fatta registrare da Hackett. In molti scorci dell'album, i Genesis sembrano essersi ridotti a un trio: Banks-Collins-Rutherford. Cosa che del resto accadrà per davvero di lì a poco...
Ma chi è Rael? E' un individuo che può solo fuggire oppure arrendersi. Si tratta, chiaramente, dell'alter ego di Peter Gabriel. Il quale, nella sua canzone "Solsbury Hill", che parla della sua dipartita dai Genesis, riepilogherà:
I was feeling part of the scenery
I walked right out of the machinery.
Il doppio album The Lamb rappresenta una sorta di auto-psicanalisi. Gabriel ne scrisse le lyrics nel momento più kafkiano della sua vita, quando sentiva di aver raggiunto un bivio pericoloso nella sua carriera di rockstar. Ma che i testi parlassero di se stesso - come disse in un'intervista rilasciata ad Armando Gallo - se ne rese conto soltanto mentre li cantava per la prima volta davanti a un pubblico. In "Cuckoo Cocoon" c'è questo verso: "I feel so secure that I know this can't be real". Un conclamato segno di schizofrenia. Peter si trovava veramente a una svolta delicata, come riflettono anche le parole "cushioned strait-jacket" ("camicia di forza imbottita") di "In The Cage".
***
Roger Waters dei Pink Floyd avrebbe realizzato The Wall, la sua propria rock-opera sull'alienazione, non prima di cinque anni più tardi. Anche The Wall è un doppio, e anche quel disco segnò l'inizio di un distacco che avrebbe avuto sulla band notevoli ripercussioni...
Il disco possiede una continuità tematica, ma molte songs possono benissimo ascoltarsi singolarmente: "In The Cage", "The Lamia", "Carpet Crawlers", "Back In NYC", "The Light Dies Down On Broadway" e "Lilywhite Lilith" sono gli esempi migliori. C'è maggiore impulsività e maggiore naturalezza rispetto ai lavori precedenti, cosa che piacque molto al pubblico americano. Sull'altro piatto della bilancia pesano l'ermetismo del concetto di Gabriel (la storia di Rael è spiegata sulla copertina, per aiutarne meglio la comprensione) e la mancanza di entusiasmo, sia in fase compositiva che in fase esecutiva, fatta registrare da Hackett. In molti scorci dell'album, i Genesis sembrano essersi ridotti a un trio: Banks-Collins-Rutherford. Cosa che del resto accadrà per davvero di lì a poco...
Ma chi è Rael? E' un individuo che può solo fuggire oppure arrendersi. Si tratta, chiaramente, dell'alter ego di Peter Gabriel. Il quale, nella sua canzone "Solsbury Hill", che parla della sua dipartita dai Genesis, riepilogherà:
I was feeling part of the scenery
I walked right out of the machinery.
Il doppio album The Lamb rappresenta una sorta di auto-psicanalisi. Gabriel ne scrisse le lyrics nel momento più kafkiano della sua vita, quando sentiva di aver raggiunto un bivio pericoloso nella sua carriera di rockstar. Ma che i testi parlassero di se stesso - come disse in un'intervista rilasciata ad Armando Gallo - se ne rese conto soltanto mentre li cantava per la prima volta davanti a un pubblico. In "Cuckoo Cocoon" c'è questo verso: "I feel so secure that I know this can't be real". Un conclamato segno di schizofrenia. Peter si trovava veramente a una svolta delicata, come riflettono anche le parole "cushioned strait-jacket" ("camicia di forza imbottita") di "In The Cage".
***
Roger Waters dei Pink Floyd avrebbe realizzato The Wall, la sua propria rock-opera sull'alienazione, non prima di cinque anni più tardi. Anche The Wall è un doppio, e anche quel disco segnò l'inizio di un distacco che avrebbe avuto sulla band notevoli ripercussioni...
Tracks:
Disc 1
1. The Lamb Lies Down On Broadway
2. Fly On A Windshield
3. Broadway Melody Of 1974
4. Cuckoo Cocoon
5. In The Cage
6. The Grand Parade Of Lifeless Packaging
7. Back In N.Y.C.
8. Hairless Heart
9. Counting Out Time
10. Carpet Crawlers
11. The Chamber Of 32 Doors
Disc 2
1. Lilywhite Lilith
2. The Waiting Room
3. Anyway
4. Here Comes The Supernatural Anaesthetist
5. The Lamia
6. Silent Sorrow In Empty Boats
7. The Colony Of Slippermen (The Arrival/A Visit To The Doktor/Raven)
8. Ravine
9. The Light Dies Down On Broadway
10. Riding The Scree
11. In The Rapids
12. It
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