1 feb 2020

Accidenti, no! È prog!

Questo è un progetto che va sotto il nome di un solista, ma l'ascoltatore si augura che il gruppo che ha accompagnato Gianni Nicola rimanga sempre insieme. Oh No, It's Prog! (titolo intelligentemente autoironico) è un album piacevole e mai banale, dotato di accorgimenti tecnici che non possono non essere definiti "progressive". 


Inizia con un organo pompante, ansante (rimembranza di "Strawberry Fields Forever") e si va avanti in maniera beatlesiana fino al minuto 3 ca., allorché si passa a un rock più vicino agli stilemi odierni. 
Ecco che il beat trasluce delle sonorità del Terzo Millennio... 





In preponderanza si tratta di symphonic rock, spesso in 'midtempo' e con armonizzazioni non troppo intricate. Ma la strumentazione elettrica si riscalda a puntino quando arriva uno 'speeder', galvanizzando e inebriando, e il ritmo - che da binario si fa chissà cosa -, e insieme al ritmo l'altalena di emozioni, fungono da principio unificatore delle strutture tonali. Oh, no! È proprio prog!


Un esempio dell'accoppiata bass + drums




Soprattutto nelle parti chitarristiche ci sono echi dei Pink Floyd, ma alla fin fine l'opera mantiene un'identità propria. Vincente l'idea del flauto sulla track centrale, ovvero la lunga suite "The Dream", e il suo impiego anche sul componimento successivo... uso obbligatorio, quest'ultimo, in quanto si tratta di fare "una passeggiata con Jethro" ("Taking A  Stroll With Jethro").



Ma accennavamo all'ensemble. Un fior fiore di musicisti, maestri e insegnanti dei loro rispettivi strumenti. Oltre a Gianni Nicola (alle chitarre) abbiamo Emanuele Bosco alla batteria, Luca Pisu al basso, Paolo Gambino alle tastiere e Ariel Verosto al flauto.
Particolare menzione per Alessandra Turri, la cantante. Instancabile! È espressiva quanto basta nelle sezioni ariose, emozionante dove la musica sfiora il lirismo... e la sua voce sa rendersi potente là dove il rock si fa pesante.






L'inizio, "Happy Song", è la descrizione di una ricerca che dà la stura al "viaggio" cui ci prepara Nicola, una ricerca che si indovina travagliata ma - come dice il titolo - non è né infelice né dolorosa. È un'interrogazione di Sé e del Senso. Un'investigazione che si svolge sotto l'egida dei Fab Four, e ci sono alcuni accenni che hanno a che fare con Ringo Starr, la figura apparentemente meno appariscente del quartetto di Liverpool (incontriamo, nel testo della canzone, il tricheco o "Walrus", un richiamo al celebre brano di Ringo; e il cavernicolo o "Caveman", che rimanda a una pellicola slapstick interpretata dal batterista).

Analizzare i testi minuziosamente può essere comunque controproducente quando a farla da padrona è la musica. Basti dire che il concept è incentrato sulla quotidianità di un uomo che lavora. E così "Early Morning Musings" ci presenta le tristi elucubrazioni di chi ogni giorno deve alzarsi presto per andare a guadagnarsi la vita in una prigione a ore. La complessa "The Dream" è invece una fantasmagoria a cavallo tra l'incubo e una salutare evacuazione della psiche ("Leave me alone you bunch of fools!")... 

E poi arriva "Take A Stroll With Jethro".

La grandezza di "The Dream", il composito brano centrale, non si discute, ma, per Topolàin, è quello seguente il pezzo migliore. Poi - è naturale! - l'album occorre ascoltarlo per intero. Tuttavia... "Take A Stroll With Jethro" possiede una magia davvero non comune. Niente dunque contro gli assoli di chitarra e le modulazioni tastieristiche che arricchiscono i vari brani ("The Dream" in primis), ma è il flauto lo strumento che decide l'impronta stilistica della storia narrata in Oh No, It's Prog!. Insieme al flauto si mettono in evidenza, nel particolare instrumental che è palesemente dedicato ai Jethro Tull, la chitarra e il keyboard (fraseggi magistrali di Gambino!). 

Ora, se le prime due tracce possono essere vendute come brani di taglio AOR, essendo sicuramente radio-friendly (e, se ci fosse qualche network di buona volontà, le si potrebbe senz'altro lanciare sulle frequenze destinate alla massa), "Take A Stroll With Jethro" è candidato a divenire il pezzo puramente strumentale da trasmettere in ogni trasmissione dedicata al progressive rock! O da scegliere come sigla di qualche programma culturale.


Facit: Oh No, It's Prog! è la prima grande sorpresa vera di questo 2020. Un'impresa dall'esito felice. Un album che dispensa gioia a chi ama il rock progressivo dei Genesis (e poi dei Marillon), ma anche il neoprog degli IQ e dei Riverside.





Una piccola osservazione a proposito della copertina, spartana quasi quanto quella di Duke, album dei Genesis. Vi si vede una caricatura de L’urlo, strafamosa opera pittorica di Edvard Munch. Ebbene, tale omino dalla bocca spalancata sta a sottolineare la reazione che molti giovani avevano negli Anni Ottanta - e oltre - quando qualcuno si presentava con un'audiocassetta a base di rock progressivo. "Accidenti, no! È prog!" 

Appunto...



>> Al fine di registrare al meglio i brani mi sono avvalso della collaborazione di alcuni musicisti professionisti che vivono nella provincia di Torino. Il bassista, Luca Pisu, alterna la sua attività di insegnante e turnista con quella di bassista e frontman della rock band i Fiori e di bassista nei Fratelli di Soledad. Paolo Gambino, il tastierista, vanta una collaborazione decennale con il noto cantautore Eugenio Finardi. Ha suonato nel musical Jesus Christ Superstar, è tastierista dei Funk It e dei 60/70 (cover band dei Deep Purple) e da qualche anno accompagna il Sunshine Gospel Choir. Alessandra Turri è una cantante ed insegnante molto preparata che ha militato nei Disco Inferno, negli House of Noises, Eva Jeans and the Cats, Rockstar the Rock Tribute. Alla sua carriera di cantante/insegnante ha affiancato da anni anche quella di turnista per produzioni di alto livello nel panorama del pop italiano. Alla batteria ho chiamato Emanuele Bosco che, pur non facendo della musica la sua attività di sostentamento primaria, è dotato di un groove solidissimo e di una conoscenza molto approfondita del Progressive Rock. In due brani compare un ospite. Si tratta di Ariel Verosto, flautista e turnista di origini argentine che vive a Torino. <<
             (Gianni Nicola)



L'album si può ordinare presso: gianninicola@alice.it




1 commento:

  1. Condivido in pieno la recensione. Sto ascoltando quest'album da un mese circa, praticamente ogni giorno e non riesco a smettere. Raramente mi è successa una cosa del genere. Davvero un gran bel lavoro!

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"Music was my first love..."