13 feb 2020

Led Zeppelin



All'inizio ci furono i Beatles con "Helter Skelter", "Revolution", "I Want You (She's So Heavy)"; gli Who con "I Can See for Miles", "My Generation"; ci fu "You Really Got Me" dei Kinks. E ovviamente Jimi Hendrix, con le sue esibizioni al Festival di Monterey nel 1967 e a Woodstock nel '69.
Per certi puristi, però, la frangia più hard (e oggi diremmo "metallara") del rock si concretizzò a fine Anni Sessanta. Nel 1968 esce il primo album dei Deep Purple, seguito nel 1969 dalla seconda uscita purpleiana e dal debutto dei Led Zeppelin, mentre nel 1970 si registra l'esordio dei Black Sabbath
Questi tre gruppi possono ritenersi le pietre miliari della parte più "cattiva", più dura - non solo nei suoni: spesso anche nei testi - della musica a base di chitarre elettriche, basso, batteria, sintetizzatori.






Led Zeppelin o... New Yardbirds? Così infatti avrebbe dovuto chiamarsi il gruppo. Già gli Yardbirds (così come i Cream) avevano gettato il seme per l'hard rock ma, per molti appassionati, i veri pionieri del genere sono i Deep Purple. I critici più attenti tendono a considerare i Led Zep, piuttosto, portabandiere di un misto di Delta blues, rock psichedelico e folk inglese. Innegabile è che gli Yardbirds dell'ultimo periodo (1967-68), proprio quelli con Jimmy Page, sdoganarono un rock alquanto duro. Poi si separarono per interessi diversi (e per  le solite battaglie dell'ego). La situazione era la seguente: Page e Peter Grant (manager, poi quinto componente dell'ensemble del quale si racconta in queste righe) si erano impegnati con la casa discografica a onorare gli accordi presi in precedenza, e allora Page va a scovare - non senza alcune difficoltà iniziali - tre fenomeni, e dà la stura ai leggendari "Lead Zeppelin" (così si chiamavano in origine: "dirigibile di piombo"). 

Mai e poi mai lui e Grant avrebbero pensato a un successo del genere! Correva l'anno 1969 e i Led Zeppelin, al primo colpo, piazzarono un album formidabile. 
"Stairway to Heaven", che avrebbe consacrato la loro fama per l'eternità, sarebbe arrivato solo dopo: su Led Zeppelin IV. Intanto però risultava già vincente la loro miscela di rivisitazioni di vecchi brani blues e di esecuzioni strumentali da avanguardia underground, facendoli svettare su una miriade di gruppi nascenti.

I musicisti reclutati da Jimmy Page (che, lo ricordiamo, negli Yardbirds militava con personaggi del calibro di Eric Clapton e Jeff Beck), furono il bassista John Paul Jones, il batterista John Bonham e il cantante Robert Plant. E Page rimase sempre il "mastermind" della band. Anche se, senza Plant, il dirigibile non si sarebbe mai innalzato verso i cieli delle stelle eterne.

 

La risonanza riscontrata da Led Zeppelin fu grande, dunque, e non si perse tempo a realizzare il prodotto successivo. Diverso materiale lo avevano già; in più si poteva sempre pescare qualcosa dal repertorio blues, che offre svariati spunti... gratis. L'impressione comunque era che qualcosa stava già cambiando rispetto al primo disco. Il suono si faceva meno selvaggio, più studiato. E Led Zeppelin II avrebbe contenuto uno degli inni-simboli della generazione hippie, un brano che meritava il primo posto nella tracklist: "Whole Lotta Love". 
L'album si catapultò in cima alle classifiche, schiodando dal trono i Beatles. Il cosmo musicale ebbe come uno slittamento, una scossa davvero forte: il "Dirigibile Marrone" (così venne designato l'LP in America) invase il mercato e i poster dei Led Zeppelin (quattro ragazzi britannici indubbiamente bellocci) ornarono le camerette dei teen-ager di tutto il mondo. "Whole Lotta Love" trascinò in un vortice orgasmico turbe di ascoltatori... mentre sullo stage si svolgeva una sorta di amplesso, basato sulle capriole vocali di Plant e la melodia spesso sfrenata della chitarra di Page.







 Robert Plant

 



Anche in futuro i Led Zeppelin attingono a piene mani dal repertorio blues e rock-blues degli Anni 50 e 60, oltre che dal folk e dalla musica orientale. Ma si preoccupano sempre di fornire un sound controcorrente, rivoluzionario, lasciando segni indelebili nella storia della musica. A brani scatenati, si alternano ballate struggenti ("Babe I'm Gonna Leave You" e diverse altre), che, pure, sono sapientemente intarsiate con i fuochi d'artificio degli strumenti. La voce di Robert Plant (non ci stancheremo mai di dirlo) è fondamentale per la riuscita del progetto. Plant possiede un timbro vocale estremo, sa essere eclettico... e si rese subito famoso per le pose sfrontate che assumeva sul palco. Divenne una vera e propria icona e funse da modello per moltissimi cantanti che arrivarono dopo di lui. 
In un sondaggio condotto nel 2011 tra i lettori internazionali di Rolling Stone, Robert Plant fu eletto "il più grande cantante solista di tutti i tempi".












 Page

Quando si parla di maestri della chitarra elettrica, si pensa a Eric Clapton, Jimi Hendrix e - ovvio - a Jimmy Page. Fin da adolescente, Page (che, come Plant, era nato in un sobborgo di Londra) fu un richiestissimo turnista. I Led Zeppelin furono indiscutibilmente la sua creatura e divennero, per molti gruppi, l'esempio assoluto da seguire, anche grazie all'utilizzo che lui faceva di chitarre distorte ("Whola Lotta Love", "Dazed and Confused", "Immigrant Song"), della slide ("You Shook Me", "In My Time of Dying") e grazie al ponderato impiego di chitarre acustiche ("Ramble On", "Over the Hills and Far Away", "The Battle of Evermore").
Page fu affascinato dall'occultismo e in particolare da Alaister Crowley, tanto da arrivare a comprare la villa di Crowley sulle rive del Loch Ness. "ZoSo" (noi tendiamo a leggerlo così, ma in realtà è un simbolo astratto e misterioso disegnato dallo stesso Jimmy Page) fu la runa scelta dal chitarrista per l'album Led Zeppelin IV. A partire dai tour del 1971, il simbolo avrebbe fatto mostra di sé sulla copertura del finale dell'amplificazione della sua chitarra.
Riguardo a Boleskine House (la celebre casa sull'ancora più celebre lago), Jimmy l’aveva trasformata in una specie di tempio dell'esoterismo, dell'occulto. Cercherà di prendersi anche l’Abbazia di Thelema, altra abitazione di Crowley (in Sicilia, per l'esattezza a Cefalù, intanto ridotta a un rudere), ma senza riuscirvi.




 John Baldwin, meglio noto come John Paul Jones, è un polistrumentista e compositore nato a Sidcup, nel Kent. Militò nei Led Zeppelin nel doppio ruolo di bassista e tastierista, dopo che era stato, fin dalla giovinezza, un apprezzato session-man e arrangiatore.

Jones si imbatté in Jimmy Page durante la registrazione dell'album di debutto di Jeff Beck, Truth. In seguito Page prese proprio il posto di Beck come chitarra solista negli Yardbirds. Come abbiamo visto, con il loro scioglimento nel 1968, Jimmy Page volle riformare il gruppo con il nome di New Yardbirds. In realtà la prima formazione della band vedeva, oltre allo stesso Page, musicisti ben differenti: il cantante Terry Reid e il bassista Chris Dreja. I due però si defilarono, lasciando il posto, appunto, al giovane cantante Robert Plant e al batterista John Bonham. Jones si autopropose per il ruolo di bassista e, essendo note le sue qualità, fu accolto nella formazione.

La runa scelta da John Paul Jones per il disco Led Zeppelin IV 





John Henry Bonham, conosciuto anche come "Bozo", era venuto alla luce a Redditch nel Worcestershire. Per Rolling Stone, fu "il miglior batterista di tutti i tempi". Già a 5 anni sapeva di voler suonare i drums. Buddy Rich era il suo idolo.
C'era Robert Plant al microfono dei Crawling King Snakes, gruppo in cui Bozo era entrato a far parte quando si era dedicato alla musica a tempo pieno. Lui e Plant divennero amici e fu quasi inevitabile il loro ingresso in coppia nei neoformati Led Zeppelin, i quali registrarono in sole 30 ore il loro primo album, dal titolo omonimo. Per John Bonham alias Bozo fu l'inizio della scalata verso il successo mondiale.


 La runa scelta da Bonham per  Led Zeppelin IV 

Ottime testimonianze delle incredibili performances di John Bonham sono contenute nel film The Song Remains the Same e nel Led Zeppelin-DVD del 2003. Accadeva spesso che Bonham, nella furia dell'improvvisazione, gettasse via le bacchette e continuasse a suonare picchiando a mani nude sulle pelli e sui piatti per conferire uno stile più fisicamente percussivo al suo sound.


Un po' come Keith Moon degli Who, Bozo fu un personaggio fuori dalle righe. Costretto per via della carriera con il "Dirigibile" a vivere per lungo tempo lontano dalla famiglia, soffrì tanto, essendo fondamentalmente un ragazzo di campagna legato agli affetti e poco adatto ad affrontare le folle oceaniche. Si diede all'eroina. Poi riuscì a disintossicarsi, ma cercando di tenersi su con l'alcol. 
Tanto, troppo alcol.

 La sua morte avvenne il 25 settembre 1980. I Led Zeppelin stavano progettando un ritorno sulle scene dopo un breve periodo di pausa. Bozo si presentò nella villa di Page piuttosto alticcio e, durante le prove, continuò a ingollare vodka, tanto da non essere in grado di suonare. I compagni lo portarono in un’altra stanza per lasciarlo dormire. Il mattino dopo lo trovarono privo di vita, soffocato dal proprio vomito. Aveva 32 anni...
Fu una tragedia assurda. Immediatamente, la band, su invito esplicito di Jimmy Page, decise che la loro storia sarebbe finita lì. 
Il 4 dicembre 1980 gli Zeppelin annunciarono alla stampa di essersi sciolti. 
E, a parte qualche reunion, tennero fede alla propria parola.


"Moby Dick", contenente un cellebre assolo ai drums di Bozo 



 Il simbolo scelto dal cantante Robert Plant per l'album Led Zeppelin IV del 1971




Tra accuse di satanismo e imputazioni di plagio... ecco la discografia (parziale!) dei Led Zeppelin, presente su Amazon.
i I     II (vinile)

 III





 Coda










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