28 feb 2020

Canzonette indie? The Black Keys

Ma cosa sono? Una coppietta pop? Un duo antisistema à la White Stripes?






Diciamo che proprio "antisistema" non sono, e che ci sanno fare. 

Incredibilmente, partirono dalla scena indie e, per essere esatti, dalla provincialissima Akron, Ohio. Ma è questa la procedura. All'inizio ci si rinchiude in uno scantinato o garage e, quando gli amici ci informano che abbiamo trovato il suono giusto, ci si trasferisce dove ci sono gli studi e dove risiedono i media che contano, e si inizia a rompere le orecchie a critici e altri esperti con le canzonette e canzonacce da noi composte, nel frattempo maturate e diventate un po' più arrabbiate e/o raffinate. 




Questi brani, a ben sentire, non sono nulla di particolarmente nuovo (parliamoci chiaro: non abbiamo a che fare con i Led Zeppelin, i King Crimson, The Clash o i R.E.M.), ma soddisfano sia le ragazzine amanti delle canzoni easy sia i ragazzotti che sono soliti scuotere le capigliature sotto i numerosi decibel di chitarre acide (non importa quale sia il messaggio in sottofondo) e che combattono con o contro i fantasmi diabolici della loro vita e... di un tempo non proprio loro.

Echi di decenni che furono e che rivivono nell'atmosfera e nelle parole di oggi: ecco "Ten Cent Pistol", dall'album Brothers (2010).


Tutte le canzoni di Brothers sono in pratica altrettanti successi da hit parade. Quella sottostante è "Howling for You".

"I must admit, I can't explain..." E poi:

"Da-da da-da da, da-da da-da da.
Da-da da-da da, da-da da-da da." (Ad libitum.)

Geniale!




"Run Right Back" dall'album El Camino (2011).


Nel video che segue: "Weight of Love". Con Turn Blue, disco del 2014, The Black Keys si presentano incredibilmente maturi. Piazzano un ennesimo colpo sicuro. E... poi si prenderanno una pausa di ben cinque anni!







Letto su Twitter:

Dove ordinarli? Nel pop? Nel pop-rock? E sia! Ma sono okay. Sentite come escono, dai frames ordinari, gli strumenti in questa (ennesima) loro "canzonetta". Dagli USA con (gentile) pazzia: The Black Keys. "Psychotic Girl".

#musica #TheBlackKeys

"Lonely Boy", premiata con un Grammy, si avvale della collaborazione di Dr. John and the Preservation Hall Jazz Band.




La chiave del successo



The Black Keys alias "I Tasti Neri" fanno benissimo la spaccata e mischiano un duro bluesrock (tra le influenze di Dan Auerbach, il chitarrista e cantante, spiccano Junior Kimbrough, Howlin' Wolf e Robert Johnson) con inni da pub e titoli da Top 20

Auerbach e Carney (Patrick Carney, il batterista oggi rotondetto) sono amici di gioventù e iniziarono a suonare insieme ai tempi del college. Si tratta di mestieranti dunque, e quando verso il 2010 ci fu la seconda ondata del revival del garage rock, loro passarono dai club oscuri alle grandi arene.
Fu con il sesto album, Brothers (proprio del 2010) che si affermarono. The Black Keys continuano a venire etichettati "alternative artists" e come tali contano tuttora, sebbene siano divenuti (non del tutto contro la propria volontà!) un gruppo mainstream.

 "Little Black Submarine". La melodia non vi ricorda quache cosa?


E adesso abbiamo il loro nuovo prodotto. Let's Rock. E, davvero, l'asticella viene alzata e chi ama il disimpegno deve un po' farsi da parte, perché qua Carney & Auerbach si riprendono il pubblico "vecchio", quello che sentiva di soffrire di uno iato divenuto ormai cronico (oh, quanto sono lontane le band storiche!) e che può ritrovare con The Black Keys (e grazie a una buona manciata di diverse altre formazioni, sicuro) dimensioni credute ormai svanite oppure smangiucchiate da qualche virus psicotico.



"Shine A Little Light" dall'album (è il nono) Let's Rock (2019). Beh, il motivo è facilone anche qui, ma il suono hard tiene.


Facit: buona band. La si può ascoltare per ore. The Black Keys hanno già fatto più volte il pienone in Europa e Nord America (e sicuramente anche altrove!). (Vincendo pure qualche Grammy.) Ma sono altresì la prova evidente che raggiungere i primi posti delle cosiddette Alternative charts significa spesso poter andare in cima alle charts "normali", inoltre, dove ci sono anche i gruppi e gli artisti del vero, banale pop. Ma allora: che alternative sarebbe?




Dedicato a tutti noi: "Fever", da un album di The Black Keys - Turn Blue - pieno di sfumature malinconiche e addirittura soul (perché Auerbach stava divorziando dalla moglie). Una canzone per tutti noi... nell'ottica della cronaca attuale. (#Coronavirus)


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